Forse sono pochi i lettori che si ricordano di Expa che ti passa, una rubrica settimanale che pubblicavamo su Multiplayer.it diversi anni fa, quando il mercato dei MMORPG era molto più florido e vivace di oggi. Già allora si parlava di Lost Ark, quindi provate a pensare da quanto tempo aspettavamo il titolo targato Tripod Studio e Smilegate RPG, uscito in Corea e in Russia dopo una lunga fase di gestazione sul finire del 2019. Dopo tutto questo tempo, cominciavamo a credere che dalle nostre parti non sarebbe mai arrivato, anche perché nel frattempo il mercato è profondamente cambiato e sempre meno publisher puntano sui MMO... a parte forse Amazon Games che, dopo il recente New World, ha deciso di localizzare anche Lost Ark, che arriverà ufficialmente a inizio 2022.
La recente beta tecnica ci ha però permesso di provare in prima persona un prodotto di cui finora avevamo solo sentito parlare. Gli appassionati che ne hanno seguito lo sviluppo magari lo hanno anche già testato per vie traverse nella sua lingua di origine: questo nostro provato di Lost Ark è, infatti, incentrato sulle prime ore di gioco ed è stato pensato per chi non ne ha proprio mai sentito parlare prima. Il gioco, però, ha riscosso un certo interesse ed è anche per questo che ci arriverà nella sua forma più rifinita, arricchito da tutti quegli aggiornamenti che sono serviti a migliorarlo nel tempo e che contraddistinguono il ciclo vitale di un MMORPG.
Primi passi nel mondo di Arkesia
La prima cosa che bisogna fare è inquadrare Lost Ark in termini di genere e gameplay. Lo abbiamo definito MMO ma la verità è che non è esattamente un concorrente di World of Warcraft - che resta il titolo più rappresentativo del genere - quanto più un "action MMO": alla base Lost Ark è, infatti, un gioco d'azione in stile Diablo III, col quale condivide peraltro la visuale isometrica. Ha comunque una componente social e contenutistica che lo avvicina a un MMORPG vero e proprio, narrativamente ispirato alla scuola di Final Fantasy XIV. Questo significa che il titolo Tripod Studio è strettamente legato alla storia. È la campagna a condurre il giocatore da una mappa all'altra, insegnandogli dapprima i rudimenti del mestiere in un inedito prologo che lo fa partire direttamente dal livello 10, avendo scelto classe e specializzazione. Non tutti gli archetipi erano disponibili per il test, ma la rosa di classi contestualizzava bene lo stile di gioco: guerrieri, maghi, esperti di arti marziali, agili assassini e pistoleri acrobatici.
Noi abbiamo scelto il guerriero, specializzabile in tre sottoclassi differenti: Paladino, sbrilluccicante guerriero che impugna spada e libro per colpire i nemici e potenziare i compagni di gruppo, Gunlancer, una specie di tank che incassa colpi e combatte con un'arma fortemente ispirata all'omonima di Monster Hunter, e Berserker, la nostra scelta, un tradizionale energumeno che brandisce un'enorme spada a due mani per maciullare i nemici. L'introduzione consente di testare le classi e scegliere quella più adatta a noi prima di confermare la creazione del personaggio, che a differenza del summenzionato Diablo III è molto più articolata e consente di scegliere lineamenti e segni particolari prima di dare il fatidico OK.
Superata la scelta della classe, ci siamo ritrovati su un'isoletta in compagnia di una spedizione appena sbarcata in cerca di un prezioso manufatto nascosto sotto le rovine di un'antica città. Questa introduzione obbligatoria serve essenzialmente a insegnare le basi ai nuovi giocatori, e può apparire un po' scontata: come spostarsi, come interagire, come accettare incarichi e così via. Per quanto essenziale, mette comunque in mostra i muscoli di Lost Ark sotto questo profilo e nelle ore successive abbiamo potuto constatare sempre di più quanto importante sia la componente narrativa, caratterizzata da dialoghi in inglese lunghi, ma mai verbosi, qualche scelta multipla che aiuta ad approfondire la nostra conoscenza di questo mondo e dei suoi abitanti, cinematiche in tempo reale che esaltano i momenti più importanti della trama. È importante capire che Lost Ark è un gioco che impone questa struttura: non sembra possibile aggirare la trama e probabilmente bisogna completare la campagna per accedere a tutti i contenuti più importanti.
Se le immagini e i trailer vi hanno quindi indotto a pensare che si tratti di una sorta di Diablo in cui la narrativa è accessoria se non proprio marginale e che superate le fasi iniziali si spalanchi la libertà di esplorare le mappe in cerca di orde di nemici da massacrare per riempire le tasche di bottini, avete inquadrato male il titolo Tripod Studio, ma non è certo colpa vostra. È soltanto nel giro di qualche ora che si capisce come l'impostazione visiva tradisca uno spirito molto più affine ai MMO tradizionali. Il leveling, per esempio, è scandito in modo abbastanza lento da missioni principali e secondarie, che rappresentano il grosso delle ricompense in termini di punti esperienza. Non è semplicemente consigliabile andare a caccia di nemici per aumentare di livello, e anche l'itemization passa relativamente per il grind: troverete nuove armi o armature depredando i nemici, sì, ma nelle prime battute si è rivelato molto meno frequente di quanto credessimo, e ancora una volta ci siamo dovuti affidare alle ricompense delle missioni per migliorare la nostra attrezzatura.
Combattimento e personalizzazione
Final Fantasy XIV ci ha abituato bene, per quanto riguarda la narrativa nei MMO, ma Lost Ark sembrerebbe essere il gioco che più gli si avvicina in questi termini. Le cinematiche ci sono apparse azzeccate, la messinscena coinvolgente: il lavoro d'inquadrature e riprese dinamiche fa tantissimo, in questo senso e lo script sembrerebbe dedicare abbastanza spazio ai comprimari che delineano la storia al posto nostro, silenziosi protagonisti in balia degli eventi. L'Arca perduta del titolo è il proverbiale McGuffin: un manufatto d'incredibile potere che già una volta ha permesso di respingere le forze diaboliche del terribile Kazeros. Ora che il demone è tornato, i più potenti eroi di Arkesia si sono mobilitati per trovare l'Arca e salvare il mondo, ma ovviamente ci sono intrighi e divergenze che rischiano di mandare tutto all'aria.
Noi, nel nostro piccolo, dobbiamo affettare, sforacchiare e carbonizzare orde di demoni, belve e banditi mentre ci facciamo strada verso il massimo livello e le sfide più difficili che potremo affrontare da soli oppure in gruppo. Lost Ark è un MMO, ricordate? Se volete quelle bellissime armature scintillanti, dovrete fare squadra con gli altri giocatori, perché altrimenti i giganteschi mostri che presiedono questi bottini non andranno giù da soli. E su questo fronte Lost Ark sembrerebbe promettere incursioni e attività estremamente spettacolari.
Del resto, il titolo Tripod Studio fa bella figura fin da subito. Non tanto nella modellazione dei personaggi, pulita ma modesta, quanto nella direzione artistica generale: lasciando stare le armature e i costumi più kitsch che rientrano nella simpatica definizione di "coreanata" che gli appassionati di MMO probabilmente conoscono bene, dobbiamo dire che Lost Ark ci ha impressionato per la cura riposta nella realizzazione degli scenari, che sono strapieni di dettagli e meticolosamente rifiniti con l'ausilio di artifici grafici, come la sfocatura in profondità di campo, filtri e diversi tipi d'illuminazioni.
Lost Ark è bellissimo da vedere e gira anche piuttosto bene: la beta tecnica non era ottimizzata proprio al 100%, ma anche nelle scene di combattimento più complesse il gioco non ha perso colpi. E possiamo assicurarvi che gli scontri diventano quasi subito una bolgia infernale, ma nonostante questo il sistema di combattimento è pensato proprio per essere intuitivo e accessibile a chiunque. Noi dal canto nostro abbiamo trovato il sistema di controllo non proprio precisissimo: abbiamo giocato usando mouse e tastiera, ma vuoi l'abitudine di vincolare le azioni ai tasti numerici piuttosto che ai tasti alfabetici, vuoi la necessità di riposizionare costantemente il personaggio durante lo scontro, l'esperienza all'inizio non è stata gratificante come avremmo sperato. Siamo molto curiosi di rigiocare Lost Ark con un gamepad, forse più adatto al gameplay frenetico e orientato all'azione.
I combattimenti, infatti, non sono incentrati tanto sull'utilizzo dell'abilità giusta al momento giusto, ma sul concetto di rotazione o combo. Giocando nei panni del Berserker questa sensazione è più marcata perché i suoi attacchi iniziali, presi singolarmente, sembrano slegati e autonomi, ma una volta capito come concatenarli nella sequenza appropriata diventa tutto molto più sciolto. Il gioco, tuttavia, non spiega alcune dinamiche di marginale importanza all'inizio dell'avventura, ma che scommettiamo diventeranno fondamentali negli scontri più impegnativi. Ogni attacco, infatti, è contraddistinto da un valore definito Stagger che riduce l'indicatore posto sotto la salute di alcuni nemici: azzerando questo indicatore, il nemico rimane stordito per alcuni secondi durante i quali percepisce molti più danni del normale. Lo stesso concetto vale per il Part Break, un altro valore che contraddistingue gli attacchi in grado di danneggiare le parti del corpo del nemico, fino a romperle per privarlo di certi attacchi o movimenti.
Sembra abbastanza scontato che i contenuti più impegnativi richiederanno una composizione studiata a tavolino della squadra e delle build, allo scopo di massimizzare l'efficacia - il famigerato danno al secondo - e facilitare le battaglie. Questo perché non esiste una vera e propria "trinità", non ci sono guaritori o tank dedicati: alcune classi possiedono abilità capaci di curare, potenziare o proteggere passivamente i compagni di squadra, ma la maggior parte del gameplay è incentrato sull'autonomia dei singoli giocatori in un contesto fortemente action: bisogna consumare le pozioni al momento giusto, schivare con cura gli attacchi telegrafati tenendo presente che la capriola evasiva ha un tempo di ricarica e, più generalmente, imparare i pattern dei nemici e dei boss nei dungeon multigiocatore.
Il sistema Tripod permette di personalizzare il proprio arsenale in modo molto dinamico e contestuale. Gli Skill Point guadagnati a ogni level up possono essere assegnati a ogni singola abilità; raggiunta una certa soglia, è possibile scegliere uno tra tre modificatori che cambierà le caratteristiche di quell'attacco, per esempio riducendone il tempo di ricarica o aumentandone il raggio d'azione.
È un sistema versatile che ricorda le rune di Diablo III o i talenti di World of Warcraft, e possiamo solo immaginare il livello di theorycrafting che ruoti intorno alle numerosissime sinergie e variabili. Lost Ark, in questo senso, è un gioco veramente strapieno di contenuti e noi, pur avendo giocato la beta tecnica per una decina di ore, sentiamo di non averne neppure grattato la superficie.
Se c'è una cosa che ci ha impressionato, è però la ricchissima quantità di contenuti aggiuntivi relativi all'esplorazione e alla ricerca di collezionabili. L'interfaccia di gioco, costituita da decine di finestre e menu un filo dispersivi, promette centinaia di ore di gioco sia agli utenti più hardcore, che nel PvP e nel PvE troveranno pane per i loro denti, sia a quelli più casual, che potranno dedicarsi alla campagna e poi ad attività secondarie come l'artigianato o la navigazione... perché sì, in Lost Ark potete anche procurarvi una nave, personalizzarla e salpare in cerca di tesori e collezionabili.
Le prime ore che abbiamo trascorso nella beta tecnica di Lost Ark ci hanno disvelato un titolo fresco, nonostante la sua età, che combina le essenze di due generi apparentemente diversi in una forma ibrida sorprendentemente efficace. Quello che abbiamo visto ci è piaciuto, ma non abbiamo approfondito più di tanto alcuni aspetti come le microtransazioni e lo shop in gioco per un semplice motivo: prima del lancio occidentale potrebbero cambiare vari aspetti o contenuti del gioco Tripod Studios, e l'ultima cosa che vogliamo fare è alimentare pregiudizi o diffidenza nei confronti di un genere che nelle microtransazioni - il famigerato pay to win - ha sempre trovato il suo tallone d'Achille. Riparliamone quando Lost Ark uscirà ufficialmente a inizio 2022, vi va?
CERTEZZE
- Direzione artistica di grande impatto
- Ricchissimo di contenuti per tutti i gusti
- Sistema di combattimento divertente e spettacolare
DUBBI
- Sistema di controllo un po' goffo, ma un controller o qualche settaggio potrebbe migliorarlo
- La narrativa ha una presenza forte, ma potrebbe stancare