Nel 1918, l'anno della fine della Prima Guerra Mondiale, il pittore Giorgio de Chirico si ritrovò con il triste compito di scrivere un necrologio per l'amico poeta Guillaume Apollinaire, con cui sperava di riprendere contatto dopo il conflitto, insieme ad altri amici artisti e intellettuali con cui aveva collaborato anni prima. Nel testo lo definì un "uomo macerato nel bagno caldo della malinconia universale", che conosceva più di un tipo di malinconia, "anzitutto quella del senza-patria." Apollinaire morì a causa dell'influenza spagnola, una pandemia che si diffuse tra il 1918 e il 1920 in tutto il mondo, uccidendo milioni di persone. Oltre alla moglie, il primo ad apprendere della sua morte fu il poeta italiano Giuseppe Ungaretti, amico anch'egli di De Chirico. Ma cosa c'entrano Apollinaire, De Chirico e Ungaretti con la nostra prova di Mediterranea Inferno, il nuovo gioco dello studio di sviluppo italiano Santa Ragione?
Una storia di miraggi
Mediterranea Inferno racconta la storia di tre ragazzi, ex membri di una band chiamata I Ragazzi del Sole, che si ritrovano dopo la pandemia del 2020 e decidono di compiere un viaggio in Puglia per riprendere i contatti e, in qualche modo, tornare a dare un senso alla loro amicizia. Sono tre persone tormentate, ognuna per motivi diversi, che accettano di rivedersi spinte da un passato che la malattia ha reso remoto, come se dal loro ultimo incontro fosse trascorsa un'intera vita. Sono anche tre individualità schiacciate dalla storia e dall'ambiente in cui vivono, che non riescono a trovare sé stesse nonostante i diversi percorsi intrapresi. La Puglia del gioco è un frammento d'Italia che viene raccontato attraverso dei disegni che richiamano senza indugio alcuno le visioni di De Chirico. L'accostamento è così forte e voluto, che in una sequenza della demo che abbiamo avuto modo di provare, uno dei personaggi appare vicino a un quadro dell'artista di Volo, creando un'immediata simmetria con le sue vicende esistenziali e la sua pittura metafisica.
Mediterranea Inferno è una visual novel con alcune diramazioni narrative che non possiamo ancora affermare con certezza a cosa porteranno, avendo avuto modo di provare solo il 30% dell'esperienza complessiva. Sostanzialmente il giocatore segue la storia e, in determinati momenti, è chiamato a scegliere come farla proseguire (fattore che aumenta la rigiocabilità), accettando la proposta di uno dei tre ragazzi su come passare una serata o sull'andare o meno in spiaggia. Il gioco inizia a Milano, presentandoci questo splendido e conturbante trio in tutto il suo fulgore festaiolo. Quindi arriva la ripresa dei contatti post pandemia e la proposta di riunirsi per qualche giorno in Puglia, nella casa del nonno di uno dei tre, Claudio. Sarà proprio lui il primo a incontrare sul pullman con cui si sta recando alla reunion informale, una fantomatica persona che gli farà mangiare un frutto capace di evocare dei veri e propri miraggi.
Il frutto va accuratamente sbucciato, altrimenti può rivelarsi letale e, dopo averlo mangiato, proietta dentro a una visione, basata sulla personalità del personaggio coinvolto, in cui il giocatore ha la possibilità di compiere delle semplici interazioni, che si riducono al cliccare su alcuni hot spot. Niente di troppo complesso, anche perché sfidare il giocatore non sembra essere uno degli obiettivi di Lorenzo Redaelli, l'autore del gioco, ma sicuramente un sistema utile per far percepire anche al giocatore la natura altra di quei momenti, distogliendolo dal suo stato passivo dandogli un ruolo più attivo. In termini di meccaniche, ogni miraggio frutta una carta al personaggio che lo ha avuto (sempre che la si trovi). Immaginiamo che il numero di carte di ciascun personaggio sarà determinante nella parte finale del gioco per dare una conclusione all'esperienza, come viene fatto intuire anche da ciò che viene narrato, ma vi sapremo ridire a tempo debito.
L'elemento che più spicca di Mediterranea Inferno è sicuramente quello stilistico. In particolare la ricercatezza dei disegni, che guardano al più volte citato De Chirico, ma che sono anche imbevuti di quella cultura italiana più profonda e radicata, con cui i tre vengono messi più volte in relazione. C'è anche un modo fortemente erotico di presentare i corpi dei protagonisti, che vengono esposti ed aggrovigliati nella loro natura sessualmente fluida, come se facessero parte di un grosso rituale di iniziazione e di scoperta del sé.
Detto questo, per adesso Mediterranea Inferno è abbastanza difficile da leggere, semplicemente perché ci manca una parte fondamentale del gioco. Comunque sia, quello che abbiamo provato ci ha sicuramente intrigati e ci ha fatto venire voglia di continuare a vivere la vacanza dei tre protagonisti, per vedere fin dove si spingeranno. Fortunatamente non dovrebbe mancare molto per giocare alla versione finale, che è prevista per il 2023.
La demo di Mediterranea Inferno che abbiamo avuto modo di provare ci è decisamente piaciuta e non vediamo l'ora di scoprire come si concluderanno le vicende dei tre protagonisti e di vivere i miraggi che ci dividono dalla fine. Anche perché, come canta Francesco De Gregori: dietro a un miraggio c'è sempre un miraggio da considerare, come del resto alla fine di un viaggio c'è sempre un viaggio da ricominciare.
CERTEZZE
- Stilisticamente appare molto ricercato
- Personaggi interessanti
DUBBI
- La storia reggerà fino alla fine?