"Overwatch 2 è in progressivo declino". È stata la stessa Activision Blizzard a mettere queste parole nero su bianco nel testo del report agli azionisti per il periodo Q2/2023. L'hero shooter si trova in un momento fondamentale della sua storia, probabilmente il più importante dall'istante della pubblicazione. Da una parte, il prossimo 10 agosto, l'opera farà il proprio esordio su Steam, diventando il primo videogioco nella storia di Blizzard ad approdare sulla piattaforma di Valve, forte della nuova formula free-to-play e di un'imminente iniezione di contenuti. Dall'altra, invece, il settore esport di Activision Blizzard sembra prossimo alla chiusura della Overwatch League, mentre numerose scelte della produzione hanno aperto una frattura apparentemente insanabile nella comunità di appassionati.
Overwatch 2 sta passando attraverso un vero e proprio uragano: la cancellazione della modalità PvE - sulla quale fu basata l'intera campagna pubblicitaria del sequel - unitamente alla lentezza che ha accompagnato le iniezioni di contenuto, hanno fatto precipitare inesorabilmente la base installata dei giocatori. Nel corso degli ultimi quattro mesi i server hanno salutato una media di 300.000 giocatori ogni trenta giorni e la speranza della casa è che il peso specifico di Steam, assieme alla mole di novità previste per i primi di agosto, possano in qualche modo invertire il trend.
La situazione in cui versa il titolo, d'altra parte, rappresenta solo la tappa finale in un lunghissimo percorso di maturazione e appassimento, un viaggio che ha avuto inizio sin dall'epoca in cui Overwatch era ancora noto come il misterioso Project Titan. Overwatch 2 sta davvero morendo?
Ripercorriamo la storia dell'hero shooter di Blizzard Entertainment, l'unico videogioco competitivo che negli ultimi quindici anni è stato in grado di vincere il premio Game of the Year.
Breve storia di Overwatch
Attorno al 2013, Blizzard Entertainment prese la difficile decisione di cancellare Project Titan, un progetto di stampo MMORPG che era rimasto nell'incubatrice della casa per oltre sette anni; fu allora che un team di quaranta elementi, guidato dal leggendario Jeff Kaplan, si trovò incaricato di ideare una nuova IP partendo dai frammenti di quel mondo distrutto. Tale progetto, un hero-shooter ispirato a Team Fortress, iniziò a maturare a grande velocità, arrivando a coinvolgere nel processo di sviluppo storiche personalità della casa quali Chris Metzen, Scott Mercer, Michael Chu e Alyssa Wong, trasformando l'embrione della sola eroina Tracer nelle fondamenta di quello che si sarebbe trasformato in uno fra i videogiochi più impattanti dell'intero decennio: fu allora che nacque Overwatch.
La demo presentata alla BlizzCon 2014 ottenne un riscontro straordinario, destinato a ripetersi nei numerosi test e soprattutto nella fase di open beta del 2016, alla quale presero parte oltre 9 milioni di appassionati. Un successo, questo, che esplose definitivamente in seguito alla pubblicazione - il 24 maggio del 2016 - istante a partire dal quale l'opera si trasformò a sorpresa in un fenomeno globale: nel corso dell'intero ciclo vitale raggiunse la vetta di 60 milioni di giocatori, riuscendo anche nell'impresa impossibile di vincere il premio per il Game of the Year, ancora impareggiata da altri titoli competitivi.
La vicenda di Overwatch, d'altro canto, maturò intrecciata a doppio filo con la sua natura di gioco come servizio, legando indissolubilmente l'andamento dell'opera ai contenuti pensati per mantenerla in vita. Nei primi tempi nuovi eroi e nuove mappe continuavano incessantemente a colorare l'offerta, alzando al contempo il sipario su corti animati, eventi, fumetti e dozzine di altre iniziative capaci di trascendere il confine del semplice videogioco. Ciò portò tuttavia all'emersione di una problematica che ha sempre caratterizzato la storia di Blizzard Entertainment: il suo difficile rapporto con il bilanciamento dell'esperienza online. Una situazione, questa, che fu ulteriormente esacerbata dalla creazione della Overwatch League, una costosissima lega esport in franchise realizzata interamente attraverso un modello top-down: tutti gli eventi dedicati a Overwatch furono improvvisamente silenziati per lasciare spazio a un unico, immenso campionato su base cittadina.
Nel corso degli anni le difficoltà sul fronte del bilanciamento portarono alla forte stagnazione dell'esperienza, dal momento le strategie più efficaci si rivelavano spesso oppressive e poco divertenti; fu il caso della disprezzata formazione "GOATS", che monopolizzò l'esperienza al punto tale da costringere gli sviluppatori a stravolgere completamente la struttura delle partite, integrando la discussa coda divisa per ruoli. Come se non bastasse, ciò accadde proprio in concomitanza con l'ingresso a tempo indeterminato nella cosiddetta "maintenance mode": a partire da aprile 2020, Overwatch non ricevette più alcuna iniezione di contenuti. Mentre tutti i creativi che avevano plasmato l'esperienza - compreso Jeff Kaplan - abbandonavano Blizzard uno dopo l'altro, la casa aveva annunciato Overwatch 2, sequel diretto immaginato per sovrascrivere il titolo originale e portare una fresca ventata di novità, in particolar modo una modalità storia che gli appassionati non avevano mai smesso di invocare nel corso dei precedenti quattro anni.
Overwatch 2 e il crollo
Overwatch 2, la cui direzione fu affidata al reduce Aaron Keller, prese vita con l'arduo compito di raggiungere nuovamente i fasti del passato grazie alla spinta del modello free-to-play, ma nonostante i 16 milioni di giocatori radunati in poche settimane, alcune scelte assunte in fase di sviluppo iniziarono a portare conseguenze impreviste. Il cambiamento più significativo fu quello di passare definitivamente a squadre di 5 giocatori, rimuovendo del tutto un Tank dalle composizioni, con il fine di portare un violento impatto trasformativo al gameplay stesso del gioco. Da una parte, ciò avrebbe contribuito a ridurre la durata del matchmaking, che a causa della penuria di Tank aveva raggiunto minutaggi insostenibili; inoltre, lo studio puntava a velocizzare l'esperienza, andando all-in sull'anima da sparatutto con il fine ultimo di azzoppare l'efficacia delle tattiche più fastidiose - come quella del "doppio scudo" - nonché di allinearsi alle architetture dei suoi maggiori rivali.
Il risultato? Un videogioco più rapido, più frenetico, maggiormente orientato verso le sparatorie e l'impatto del contributo individuale, ottenuto sacrificando buona parte delle sinergie e della vecchia essenza riflessiva. Blizzard, tuttavia, aveva sottostimato le conseguenze della formula 5 contro 5, mancando di adottare contromisure sufficienti in termini di bilanciamento, trasformando per esempio i cecchini in forze inarrestabili da castrare il prima possibile, nonché i medici in entità indifese e alla mercé degli aggressori. A partire dal momento del lancio, il 4 ottobre del 2022, lo sviluppatore si è trovato costretto a stravolgere più e più volte la formula di gameplay che aveva testato internamente, arrivando addirittura a rimuovere temporaneamente alcuni eroi, dopo aver già eliminato intere modalità e diverse mappe dai pool di rotazione stagionale.
Con un bilanciamento ancora acerbo e una palpabile aura d'incompletezza, nel maggio del 2023 è arrivata una bordata senza precedenti: la modalità PvE basata sulla storia, originariamente presentata come l'essenza stessa del sequel, è stata cancellata definitivamente. Quanto mostrato negli anni antecedenti la pubblicazione ha improvvisamente perso di significato, calando un fitto velo di malcontento sulla maggior parte delle comunità online. Negli ultimi mesi molti appassionati hanno iniziato a criticare ferocemente Overwatch 2, colpevole di aver "rovinato" l'esperienza originale, di aver puntato tutto sugli aggressivi sistemi di monetizzazione della formula free-to-play, nonché di aver infranto la sua promessa più importante. Oggi, nei forum ufficiali della compagnia, la stessa parola "PvE" si è trasformata in una sorta di meme, mentre con cadenza regolare sbucano discussioni che chiedono a gran voce il ritorno dell'antica formula 6 contro 6. Nel solo mese di maggio 2023, in seguito all'annuncio relativo alla cancellazione della modalità storia, Overwatch 2 ha perso circa un milione di giocatori, e nei mesi successivi circa 350.000 al mese; queste sono tuttavia delle semplici stime, e per ottenere statistiche aggiornate bisognerà aspettare l'esordio su Steam.
Blizzard ha, infatti, iniziato a correre ai ripari, fissando al prossimo 10 agosto la data di esordio della nuova stagione Invasione, che promette di rivelarsi "la più grande di sempre". Oltre a introdurre un nuovo eroe di supporto, questa segnerà il debutto sulla piattaforma di Valve, concludendo un'operazione di partnership che la casa è riuscita a mantenere segreta per svariati mesi. Inoltre, i frammenti rimasti della modalità storia cominceranno a farsi vivi nella forma di piccole missioni cooperative denominate "Story Missions", attività con cui i veterani dovrebbero ormai avere una certa dimestichezza. Il pubblico ha reagito in maniera disomogenea: da una parte c'è chi ha piena fiducia che il titolo possa riprendere il volo, mentre la maggior parte dei creatori di contenuti sembrano convinti che nello stato attuale Overwatch 2 sia 'destinato a morire', necessitando ben più di una semplice stagione per poter accarezzare la salvezza. Un'eventualità, questa, che sembra invece ormai impossibile per la Overwatch League.
La fine della Overwatch League
A ottobre 2023 si concluderà la stagione in corso della Overwatch League: in seguito a quella data si terrà una riunione nella quale le squadre decideranno se sottostare ai rinnovati accordi o se terminare l'avventura portando a casa un assegno da $6 milioni, che sono briciole se paragonate alle tariffe inizialmente sborsate per unirsi al progetto. I primi anni di Overwatch furono infatti caratterizzati dall'emersione di una scena competitiva cresciuta dal basso verso l'altro, forte di dozzine di squadre che abbracciavano i cinque continenti e volenterosa di dare il meglio di sé nei confini di eventi privati come l'Apex, il massimo torneo sudcoreano ancora oggi osservato con nostalgia.
La Overwatch World Cup, allora un evento storico, rappresentava tuttavia il preludio per la fondazione della Overwatch League, una lega in franchise posta sotto lo stretto controllo di Activision Blizzard: pagando una somma nell'ordine dei $20 milioni circa, le organizzazioni selezionate avrebbero ottenuto il biglietto d'ingresso in quello che mirava a imporsi come il più grande evento esport del pianeta, una lega su base cittadina in stile NBA che voleva sfidare a testa alta un colosso come League of Legends.
Dopo un esordio spumeggiante, Activision Blizzard dovette confrontarsi con una serie di scomode verità del mondo competitivo, prima di trovarsi a raccogliere gli aspri germogli di alcune scelte sbagliate. In primis l'andamento dell'esport è strettamente legato a quello del videogioco di riferimento, e ciascuna delle numerose oscillazioni nella qualità di Overwatch finì per riflettersi nei numeri del pubblico; come se non bastasse, la lega firmò un accordo di broadcasting in esclusiva con YouTube, azzoppando irrimediabilmente il numero di spettatori che si erano accumulatati sul fronte di Twitch. La decisione di scommettere su grossi eventi cittadini si trovò poi a impattare violentemente con l'imprevedibile cigno nero della pandemia globale, una tegola inattesa che portò conseguenze rovinose per la lega.
La difficoltà riscontrata nel monetizzare lo show, il pesante crollo numerico di Overwatch negli anni 2020, l'emersione di rivali quali Valorant, assieme a una manciata di altre concomitanze, portarono infine all'attuale situazione di assoluta incertezza. A meno di improvvisi cambi di rotta e stravolgimenti dell'ultimo minuto, il mese di ottobre 2023 potrebbe coincidere con l'ultimo alito di vita della Overwatch League: per Activision Blizzard rappresenta infatti ormai meno dell'1% del fatturato, e la compagnia non è più convinta che il suo modello di business nell'esport sia ancora efficace.
Overwatch si può ancora salvare?
Con la scena esport sull'orlo del baratro, la ferita della cancellazione della modalità storia ancora aperta, una base installata in costante declino, ma una grossa mole di novità all'orizzonte, il destino di Overwatch 2 sembra attualmente appeso a un filo. Dismessi i lustrini che accompagnarono la pubblicazione, la frangia vocale della comunità - quella che posta nei forum e sui social network - sembra ormai convinta che la formula del vecchio Overwatch fosse decisamente migliore di quella del secondo capitolo, criticando aspramente la nuova architettura senza risparmiare né il sistema di monetizzazione né le iniezioni di contenuti.
In molti, infatti, lamentano che la cancellazione della modalità storia avrebbe dovuto tradursi in un incremento dei contenuti orientati al PvP, cosa che a conti fatti non si è assolutamente verificata, e anzi, ha aperto i battenti su un periodo decisamente lacunoso. La scelta di puntare sul pass battaglia, sulle collaborazioni e sull'introduzione di skin particolarmente costose, è stata allo stesso modo giudicata controproducente, dal momento che - a differenza di titoli come Fortnite - non nasce a corredo di un'esperienza in costante divenire, capace di generare valore nel tempo.
In fin dei conti, tutti gli estremi della crisi sembrano condividere il medesimo epicentro. Il crollo della Overwatch League, il malcontento verso le scelte di sviluppo, l'apparente inefficacia dei sistemi da gioco come servizio, nonché il richiamo nostalgico esercitato dall'opera originale: tutti questi elementi sembrano figli dell'assunto più semplice possibile, ovvero che al pubblico non piaccia giocare Overwatch 2.
"Il coinvolgimento e gli investimenti dei giocatori di Overwatch 2 è declinato costantemente" nel corso del 2023, ha rivelato Activision Blizzard nel report dedicato agli azionisti. Lo stesso report nel quale ha messo in discussione il suo modello di business nel mondo degli esport, svelando che "le entrate generate dalla Overwatch League ammontano a meno dell'1% del bilancio consolidato della compagnia", prima di rincarare la dose affermando che "gli sforzi per proseguire potrebbero rivelarsi molto onerosi e soprattutto non garantire alcun risultato". Overwatch 2 sta davvero morendo? Il prossimo 10 agosto scopriremo l'entità dell'impatto della Stagione 5, ma gli utenti sembrano ormai certi che serva un intervento molto più deciso per salvare il leggendario sparatutto.