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PlayStation Plus, PS Now, Xbox Game Pass e Apple Arcade: il punto sugli abbonamenti

Il mercato dei videogame si trasformerà in un set di abbonamenti in stile all you can play? Il punto su PlayStation Plus, PS Now, Xbox Game Pass e Apple Arcade

SPECIALE di Tommaso Pugliese   —   26/12/2019

PlayStation Plus, PS Now, Xbox Game Pass e Apple Arcade, i più importanti abbonamenti attualmente disponibili per i videogiocatori, stanno provando con sempre maggiore convinzione a trasformare il mercato videoludico in qualcosa di diverso da ciò che conosciamo: un ambiente in cui i tradizionali acquisti singoli vengono sostituiti da sottoscrizioni mensili che consentono di giocare con qualsiasi titolo e per tutto il tempo che si desidera.

Ebbene, qual è lo stato di questa rivoluzione? Che tipo di trasformazioni hanno affrontato i vari servizi prima di formulare l'attuale offerta? Si tratta di un approccio conveniente per gli appassionati e per i produttori? Cerchiamo di scoprirlo.

PlayStation Plus

Fra tutti i servizi in abbonamento, PlayStation Plus è l'unico ad aver intrapreso un percorso inverso rispetto agli scorsi anni, quando invece si è reso promotore di una formula particolarmente interessante e conveniente per gli utenti. L'idea di Sony era infatti quella di rendere la sottoscrizione per il multiplayer molto più attraente agli occhi dei giocatori, abituati per molto tempo ad affollare in massa i server di Xbox LIVE anche e soprattutto per via della superiorità tecnica dell'infrastruttura Microsoft. In attesa di riuscire ad aumentare la qualità dell'esperienza online, la casa giapponese ha pensato bene di dar vita alla Instant Game Collection, nome oramai abbandonato che descriveva appunto il rilascio mensile di una serie di giochi scaricabili per PS4, PS3 e PlayStation Vita.

Nel suo periodo di maggior splendore, PS Plus era solito regalare sei titoli al mese, ma la sempre più diffusa presenza del cross-buy con PS Vita moltiplicava di fatto le produzioni disponibili per la console ammiraglia. La selezione non includeva sempre esperienze tripla A, c'erano senz'altro mesi più poveri rispetto ad altri, ma la media risultava assolutamente rilevante e il carrello del PlayStation Store non mentiva nel riportare cifre ben superiori ai 100 euro per ogni mandata di giochi che gli abbonati potevano portarsi a casa a costo zero. Una politica che ha reso sopportabili gli inevitabili aumenti di prezzo, che hanno colpito in particolare le sottoscrizioni di breve durata, mensile e trimestrale; almeno fino allo scorso marzo, quando Sony ha deciso di eliminare PS3 e PlayStation Vita dall'elenco di PlayStation Plus, lasciando solo i due titoli mensili per PS4 a giustificare il costo dell'abbonamento.

Una scelta controversa, che tuttavia è stata motivata dall'intenzione di inserire fra i regali prodotti di grande rilevanza con una frequenza sostanzialmente maggiore rispetto al passato. Abbiamo così assistito all'arrivo di Call of Duty: Modern Warfare Remastered, Detroit: Become Human, Darksiders 3, The Last of Us Remastered, Nioh e Titanfall 2, oltre a una serie di validissimi indie game e a qualche prodotto meno recente ma non per questo di qualità inferiore. Il cambio di rotta e l'idea di non arricchire ulteriormente la lista con titoli per PlayStation VR, ad esempio, fanno pensare a un cambio di strategia che punti a valorizzare un altro servizio in abbonamento che Sony ha rilanciato di recente, ovverosia...

PlayStation Now

Fra le prime piattaforme di game streaming, nato dalle ceneri di Gaikai, PlayStation Now è stato pensato per supplire alla mancanza di una retrocompatibilità effettiva su PlayStation 4: essendo il chipset di PS3 troppo complicato da emulare, Sony ha pensato bene di affidarsi al cloud perché gli utenti potessero accedere alla libreria di giochi della precedente console.

Il servizio ha fatto il proprio debutto durante il 2014 negli Stati Uniti, ma è arrivato in Italia solo lo scorso marzo, senza destare particolare interesse per via di due fattori chiave: la necessità di disporre di una connessione di buona qualità e un prezzo troppo alto.

La trasformazione di PlayStation Now in qualcosa di diverso dal semplice e solo game streaming, con l'arrivo di numerosi giochi per PS4 scaricabili e utilizzabili in locale come qualsiasi titolo digitale, insieme a un ripensamento dei costi, ha tuttavia cambiato le carte in tavola, rilanciando alla grande la piattaforma.

Da ottobre l'abbonamento mensile è infatti sceso a 9,99 euro, mentre per l'annuale la cifra è stata quasi dimezzata: una mossa importante, che insieme all'arrivo di prodotti di grande rilevanza, aggiunti nell'ottica di un sistema a tempo limitato, ha confermato l'attenzione e l'impegno che Sony ha deciso di mettere nella sua ultima creatura.

L'idea era chiaramente quella di provare a replicare il successo di Xbox Game Pass, pur senza manovre estreme (ad esempio l'inclusione di tutti i titoli first party) che andassero a indebolire le normali vendite del software. Fornire insomma un accesso a basso costo a un'ampia libreria di giochi in concomitanza con la fase conclusiva del ciclo di vita di PS4: un momento in cui la console può essere acquistata a prezzi mai così bassi e aprire dunque le proprie porte a un'utenza che fino a questo momento si sentiva esclusa.

L'interrogativo principale per il futuro è se Sony proverà a fondere i propri servizi in abbonamento in vista dell'uscita di PlayStation 5, e se il game streaming farà dei passi in avanti sul fronte della qualità visiva, superando il limite dei 720p.

Xbox Game Pass

Senza dubbio il migliore degli abbonamenti attualmente disponibili per i videogiocatori, Xbox Game Pass è stato lanciato nel giugno del 2017 e ha subito riscosso un grande successo.

Si tratta infatti di un concept che prova a cambiare il modo in cui gli utenti accedono ai giochi, in questo caso pagando una cifra mensile anziché i canonici 70 euro per aggiudicarsi tutte le produzioni first party Microsoft fin dal day one e un'ampia gamma di titoli delle terze parti.

Phil Spencer ha di recente dichiarato che il servizio è sostenibile e sta facendo bene sia a Microsoft che agli sviluppatori, e chi siamo noi per mettere in dubbio le sue parole?

Per appena 9,99 euro al mese, che diventano 12,99 per Xbox Game Pass Ultimate, è possibile non solo accedere a un ampio catalogo di giochi scaricabili, ma anche sfruttarne le funzionalità online (Xbox LIVE Gold è integrato) e farlo sia su Xbox One che su PC. Gli abbonati possono inoltre usufruire di sconti per l'acquisto effettivo dei titoli da Xbox Store.

Insomma, parliamo di un'offerta che non ha alcun rivale e che la casa di Redmond ha tirato fuori dal cilindro nel tentativo di recuperare terreno rispetto a Sony, ma che non cesserà di esistere con il lancio di Xbox Series X e anzi andrà a consolidare il proprio valore consentendo agli utenti di provare fin da subito tutte le nuove esperienze messe a punto dai Microsoft Game Studios.

La disponibilità di Xbox Games Pass, in concomitanza con le ultime offerte su Xbox One S nella versione All Digital, ha dato vita a formule estremamente convenienti per accedere al gaming di ultima generazione con poco più di 100 euro.

Una cifra impensabile fino a qualche tempo fa, che consentirà senz'altro a Microsoft di accogliere tanti nuovi utenti e convincerli dell'estrema convenienza del proprio ecosistema, che magari non vanta ancora la straordinaria qualità delle tante esclusive PlayStation ma in futuro potrebbe senz'altro sorprenderci anche da quel punto di vista.

Apple Arcade

Lanciato lo scorso settembre, Apple Arcade è la nuova piattaforma digitale della casa di Cupertino che prova a rivoluzionare il mercato del mobile gaming.

A fronte di un abbonamento mensile pari a soli 4,99 euro, di recente affiancato da una formula annuale da 49,99 euro, il servizio consente infatti di accedere a oltre cento giochi in versione premium, privi dunque di qualsiasi tipo di microtransazioni, utilizzabili anche offline e dotati nella maggior parte dei casi del supporto per i controller Bluetooth. Uno stacco netto rispetto allo strapotere delle produzioni freemium, divenute nel corso degli anni lo standard su iOS e Android.

Compatibile con iPhone, iPad, Apple TV e Mac, Apple Arcade può essere provato gratuitamente per un mese e la sua icona è stata collocata al posto della voce aggiornamenti dell'App Store, a testimoniare l'importanza della piattaforma e le sue indubbie potenzialità.

Bastano infatti pochi tocchi per scaricare uno qualsiasi dei titoli inclusi nel catalogo e godere di un'esperienza pensata per una fruizione di tipo tradizionale, senza esigenze di monetizzazione che influenzino il game design e la progressione: addio a grinding selvaggi, a paywall e a qualsiasi tipo di limitazione, benvenuto a un gaming sano, classico e spensierato.

Come per Xbox Game Pass, molti utenti si sono chiesti se Apple Arcade sia sostenibile o meno, non solo per Apple ma anche e soprattutto per gli sviluppatori che partecipano al programma.

Si tratta di un contesto diverso rispetto alle home console e le tempistiche necessarie per scoprire come stanno le cose sono ancora sconosciute, ma la speranza è che l'utenza non si sia definitivamente assuefatta alla finta gratuità dei modelli di riferimento finora e possa abbracciare un cambiamento positivo come questo, in grado davvero di donare maggiore spessore e legittimità al mobile gaming.

Nella speranza che l'anno nuovo non porti con sé un aumento dei prezzi, finora effettivamente molto competitivi.