"Fare rumore e mandare un messaggio". Sarebbero state queste le direttive inviate da Jim Ryan allo staff PlayStation, stando alle indiscrezioni condivise da un'analista e insider. Come spesso accade in queste situazioni, non sapremo mai se quella comunicazione corrisponda a realtà, e non sapremo neppure tale direttiva sia mai esistita in primo luogo. Quello che sappiamo per certo è che SIE ha inaugurato la lunga estate dei videogiochi con il suo PlayStation Showcase - una nomenclatura che solitamente viene riservata alle grandi occasioni - per presentare al pubblico tutte le novità in cantiere, o per lo meno quelle pronte per essere svelate.
Alla fine il momento della verità è giunto, e alla prova dei fatti si è trattato di uno show molto, molto diverso dal solito. I grandi esponenti dei PlayStation Studios hanno per lo più disertato il palcoscenico, si sono visti ancor meno videogiochi esclusivi, è successo che alcune produzioni delle fucine proprietarie hanno rivelato la propria natura non solo multipiattaforma, ma addirittura cross platform, qualcosa di impensabile fino a pochissimi anni fa. Se da una parte non sono mancati gli annunci bomba - compresa qualche conferma che i fan di saghe storiche attendevano da mesi - il ritmo dell'evento è stato altalenante, più vicino allo stile delle moderne conferenze estive firmate Geoff Keighley che alla tradizione teatrale e compassata che ha fatto la storia recente di Sony.
È arrivato il momento di rompere gli indugi, perché la carne al fuoco è veramente tanta: ripercorriamo e commentiamo tutti gli annunci del PlayStation Showcase, tirando le somme sul futuro prossimo che Sony ha riservato alla sua console ammiraglia.
I PlayStation Studios
Nel turbine dei rumor relativi alla comparsa del multigiocatore di The Last of Us Parte 2, con un sequel di Death Stranding in cantiere, alla luce delle numerose voci che suggerivano l'esistenza di una versione potenziata di Bloodborne - magari anche su PC - i PlayStation Studios sono invece emersi come i grandi assenti dello Showcase. L'unico grande protagonista è stato Insomniac Games con il suo Marvel's Spider-Man 2, presentato proprio in chiusura attraverso prima un teaser cinematografico incentrato sul personaggio di Kraven - che sarà l'antagonista principale - poi con una lunga, e forse anche troppo estesa, sequenza di gameplay volta a mettere in scena le principali novità. In pochi istanti si è presa coscienza della presenza del simbionte - saldamente ancorato alla silhouette di Peter Parker - della possibilità di cambiare personaggio fra l'originale Uomo Ragno e la recluta Miles Morales in stile Grand Theft Auto V, nonché dell'introduzione di una versione decisamente più ampia della vecchia mappa di Manhattan, ora estesa oltre gli argini del fiume Hudson.
Per il resto, Marvel Spider-Man 2 non ha voluto giustamente correre rischi né uscire dal seminato, mostrandosi proprio come qualsiasi fan del capitolo precedente avrebbe potuto immaginarlo: come una messa in scena più grande e migliore dell'originale esperienza PS4, volenterosa di costruire sulle fondamenta della classica, grande produzione cinematografica. A far discutere è stata la componente tecnica: trattandosi della quarta produzione proprietaria orientata unicamente alla next-gen - dopo Demon's Souls, Returnal, Ratchet & Clank: Rift Apart e Horizon Forbidden West: The Burning Shores - molti utenti avevano maturato grandi aspettative sul fronte della forza bruta della macchina, elemento che non è riuscito a brillare forse perché mitigato dal filtro della diretta in streaming. Certo, è possibile che le risorse siano state impiegate in un miglioramento sostanziale delle meccaniche e delle grezze dimensioni dell'esperienza - il che rappresenterebbe la scelta più gradita - ma tralasciando il fatto che si tratta indubbiamente di un must-buy per qualsiasi appassionato del personaggio, non si è visto nulla in grado di far gridare al miracolo.
Le novità assolute hanno avuto inizio con Fairgames di Haven Studios, nientemeno che la software house capitanata da Jade Raymond; si tratta di un'interpretazione moderna del cosiddetto "heist game", un genere diversamente giovane nel quale - assieme ad altri giocatori - si organizzano e si mettono a segno rapine e colpi perfetti. L'opera è ancora avvolta da una densa coltre di fumo, ma gli sviluppatori hanno parlato di "un'esperienza PvP competitiva di stampo sandbox", rendendo molto difficile inquadrare il progetto in confini preesistenti; a questo proposito, la scelta di optare per un trailer completamente in CGI non ha certamente aiutato a sciogliere i dubbi. Dubbi che avvolgono anche l'indecifrabile trailer di Concord, il titolo d'esordio di Firewalk Studios, l'ultimo arrivato nella grande famiglia PlayStation a seguito dell'acquisizione chiusa verso la fine di aprile; al momento sappiamo solamente, oltre a quanto emerso dal teaser, che gli sviluppatori stanno lavorando fianco a fianco con Haven Studios e Bungie al fine di sfruttare l'esperienza che hanno maturato nell'orbita dei giochi come servizi.
Carte alla mano, la presenza dei first party si esaurisce qui; questo perché la succitata Bungie, in concreto, opera come una sussidiaria indipendente dalla casa madre tanto nello sviluppo quanto nella pubblicazione, e tale natura è stata ulteriormente provata dal fatto che Marathon è stato annunciato come titolo multipiattaforma. Ebbene sì, il primo videogioco nel portfolio dei padri di Halo si è mostrato in un affascinante trailer in CGI che suggerisce la volontà di inseguire la formula del reboot. Marathon è stata un'eccellente serie di sparatutto per Mac che ha generato l'embrione del level design alla base di Halo, pertanto sarà molto interessante seguire l'evoluzione del progetto. A margine, lo studio ha anche mostrato un breve teaser dedicato a quella che probabilmente sarà l'espansione finale di Destiny 2, ovvero La Forma Ultima.
Rimanendo all'interno dei confini di Sony, restano da menzionare le due particolari periferiche che sono riuscite a scomodare Jim Ryan in persona, interrompendo per qualche istante lo scrosciante torrente dei trailer. In primis si è parlato dei nuovi earbuds wireless di Sony, un set di cuffiette a bassa latenza e alte prestazioni; poi, inaspettatamente e quasi in fretta e furia, il patron ha impugnato Project Q, una "console" handeld firmata PlayStation e apparentemente destinata allo streaming diretto della sorella maggiore; i dettagli sono ancora troppo risicati e nebulosi per permettere di esprimere giudizi di sorta; è ancora ignoto, per esempio, se sia possibile giocare anche lontano da casa o solamente nel raggio d'azione della propria rete domestica, ovviamente con il presupposto di lasciare accesa PlayStation 5.
Le esclusive (console) PlayStation 5
Esauriti gli sforzi degli studi interni, la prima esclusiva di terze parti a catturare l'attenzione è stata senza dubbio l'imminente Final Fantasy XVI di Square-Enix, il capitolo d'esordio della Creative Business Unit III di Naoki Yoshida a cui abbiamo appena dedicato una corposa anteprima. Il trailer Salvation, ricamato attorno alla storia e ai personaggi, ha trasmesso proprio le vibrazioni in stile Game of Thrones delle quali tanto si è discusso negli ultimi mesi, mettendo in scena ancora una volta gli oscuri tratti dark fantasy che sembrano aver guidato il nucleo della narrazione. C'è poco da dire: sul fronte artistico l'opera si presenta in forma smagliante, anche se il pubblico è ancora fratturato tra sostenitori e detrattori del nuovo sistema di combattimento d'azione.
Piuttosto vicino ai titoli presentati da Haven e Firewalk è Helldivers 2 dalle fucine di Arrowhead, un altro dei numerosi videogiochi di stampo live-service messi recentemente in cantiere da Sony fra le sue seconde parti; nel caso specifico si tratta di uno sparatutto in terza persona che sceglie l'ironia per mettere in scena una terribile guerra fra alieni ed esseri umani. La vicinanza a Starship Troopers non poteva certo passare inosservata agli occhi dei fan, che non hanno mancato di far notare la somiglianza in fase d'annuncio. Poco più tardi è arrivato il momento di Foamstars, un ulteriore sparatutto - questa volta a opera di Square-Enix - che sembra voler prendere l'idea alla base di Splatoon per replicarla in maniera forse anche troppo simile nei confini di un universo nel quale all'inchiostro si sostituisce la schiuma; verosimilmente si tratta dell'ennesimo live-service competitivo, e questo è un fattore per certi versi preoccupante, perché si tratta di una formula che in epoca recente sta facendo grande fatica per inseguire risultati altalenanti. Vale la pena ricordare che in tempi non sospetti Sony ha investito Bungie dell'incarico di supervisionare tutte le future fatiche nell'ambito dei live-game, mettendolo a disposizione di tutti gli interessati come team di sovrintendenza e supporto.
Decisamente più interessante è Phantom Blade 0, un gioco di ruolo hack-and-slash ambientato nel Phantom World, ambientazione che si presenta come una mescolanza del Giappone feudale, della Cina dei Tre Regni, dell'ispirazione steampunk e di ulteriori influenze; stando alle prime indiscrezioni - emerse dal lungo trailer d'annuncio - dovrebbe trattarsi di un titolo d'azione fortemente orientato al combattimento e ambientato in un mondo semiaperto. Lo sviluppatore, S-GAME, è noto per la creazione di Phantom Blade Executioners, ottima esperienza a scorrimento orizzontale che ha raccolto un discreto successo su piattaforma smartphone. Sembra altrettanto valido Sword of the Sea di Giant Squid Studios: lo studio è stato fondato da Matt Nava - ex art director in forze a thatgamecompany al tempo di Flower e Journey - ed è reduce da Abzû e The Pathless; lo stile ricorda molto da vicino proprio quello di Journey, fra maestosi paesaggi e creature impossibili che accompagnano il protagonista in un viaggio su una misteriosa tavola da snowboard fluttuante.
Merita una menzione anche Granblue Fantasy: Relink, un titolo che ha alle spalle una storia lunga e travagliata. Annunciato inizialmente nel 2017, avrebbe dovuto essere realizzato in tandem dagli artisti di Cygames e Platinum Games; tuttavia gli autori di Bayonetta hanno mollato il colpo nel 2019, lasciando tutto il peso nelle mani dello studio reduce. Nonostante ciò, questo action-RPG in stile anime può vantare dei nomi di grande impatto tra le file degli sviluppatori: l'immortale Nobuo Uematsu ha preso parte alla colonna sonora, mentre fra i disegnatori spicca Hideo Minaba, responsabile del design di quasi tutto il cast principale di Final Fantasy IX. Restando nell'ambito dell'arte orientale, sul palco dello Showcase è salito anche Tower of Fantasy di Hotta Games - azienda sussidiaria di Perfect World - un altro action-RPG ambientato in un mondo condiviso, posto quasi in equilibrio sul filo del MMORPG, da tempo operativo su altre piattaforme e pronto a debuttare anche nei confini di PS5.
Sembra molto promettente anche Ultros, opera prima degli svedesi di Hadoque, uno psichedelico metroidvania che a differenza di molti grandi non ha avuto alcuna paura di mettere in scena coloratissime sequenze di puro gameplay. Lo stesso non si può dire del pur interessante Revenant Hill, la prossima fatica di The Glory Society, una piccola bottega salita agli onori della cronaca in seguito all'esordio di A Night in the Woods. Il teaser ha lasciato molto spazio all'immaginazione, poi colmato tramite un post sul blog ufficiale: sembra trattarsi di un'avventura grafica nella quale si vestono i panni di un gatto, lo sfortunato inquilino di un cimitero che partirà alla ricerca di una famiglia. Chiude il segmento delle esclusive sul fronte console Towers of Aghasba, titolo attualmente indecifrabile di Dreamlit, al primo sguardo un'esperienza sandbox ambientata in un mondo aperto e fortemente radicata nel crafting; certo, quella di ricamare buona parte della presentazione attorno alla costruzione e all'utilizzo di una paravela, in questo momento storico, potrebbe non rivelarsi una scelta vincente.
I multipiattaforma: le stelle della serata
È piuttosto inusuale, per un evento targato PlayStation, che a rubare la scena sia l'offerta multipiattaforma, eppure è proprio ciò che è accaduto sui palchi dello Showcase di maggio. E questo è successo a partire dal primo sguardo al gameplay di Assassin's Creed Mirage di Ubisoft, opera che ha messo più che mai in chiaro la volontà di recuperare l'originale identità della saga; quanto mostrato suggerisce una ritrovata importanza per la componente stealth, per le infiltrazioni, per meccaniche di gioco più riflessive, molto distante dalla recente svolta ruolistica. L'aria che si respira sembra proprio quella che sedici anni fa riempì i polmoni di Altaïr Ibn-La'Ahad, e questa constatazione non può che fare la felicità dei veterani della serie. Ormai siamo alle porte del grande evento di Ubisoft, e i tempi sono finalmente maturi per alzare il sipario sulle diverse diramazioni inseguite dalla saga.
Per molti utenti l'epicentro della conferenza risiede nell'annuncio di Metal Gear Solid Delta: Snake Eater, il tanto vociferato remake del capitolo più amato nell'opera magna di Hideo Kojima. Per molti, ma non per tutti: anzitutto il trailer presentato non brillava certo per originalità né per pulizia tecnica, lasciando la maggior parte della responsabilità nelle note dell'inconfondibile voce della cantante Cynthia Harrel. Inoltre si tratta del remake di un'opera immensa nel quale ragionevolmente non sarà coinvolto l'autore originale - dato che l'operazione resta salda nelle mani di Konami - e quello di rendere onore a uno fra i migliori videogiochi di tutti i tempi sarà un compito molto complesso e altrettanto rischioso. Accanto alla portata principale è stato alzato il sipario anche sulla Metal Gear Solid: Master Collection Vol. 1 una raccolta dei primi tre capitoli tridimensionali in edizione rimasterizzata; non resta che scoprire quale versione del terzo capitolo sia in grado di fornire la miglior lettura del personaggio di Big Boss.
Hanno invece di che star tranquilli gli appassionati di Dragon's Dogma, perché il trailer confezionato da Capcom per puntare i riflettori su Dragon's Dogma 2 ha rievocato con agilità tutte le caratteristiche che hanno fatto la fortuna dell'originale. Le immagini suggeriscono il ritorno in scala uno a uno della classica interpretazione del GDR open-world in salsa Capcom, fatta di radici piantate in profondità nella magia del fantasy occidentale e poi contaminate dall'immancabile tratto orientale della casa. L'unica nota stonata? La mancanza di una finestra d'uscita, il che purtroppo rappresenta un tratto comune a quasi tutti i titoli presentati durante la serata.
Si aggiunge alla coda dei grandi ritorni anche Alan Wake 2 di Remedy, in questo caso addirittura corredato dalla data esatta dell'uscita: il 14 ottobre del 2023. A livello puramente tecnico, meccanico e narrativo, si tratta probabilmente della presentazione più interessante e riuscita dell'intero show. Oltre ad aver mosso qualche timido passo nelle acque della vicenda narrata, il collage di filmati - apparentemente in-engine - e brevi sequenze di gameplay ha confermato la presenza di due personaggi giocabili, di sequenze altamente evocative, e apparentemente sull'integrazione di elementi pescati anche da Control, altra recente produzione di Remedy ambientata nel medesimo universo sovrannaturale.
Per chiudere il filotto dei big sono intervenuti diversi titoli - anche imminenti - pronti a fare capolino fra un annuncio e l'altro. Street Fighter 6 ha stretto l'obiettivo sulla modalità World Tour, che porterà il personaggio creato dal giocatore a incrociare il suo cammino con le più grandi leggende della saga. È ricomparso anche Immortals of Aveum con tanto di un inedito video gameplay, il "magico" sparatutto in prima persona cresciuto sotto l'ala di Electronic Arts; alla fatica di Ascendant Studios abbiamo dedicato una corposa anteprima, inquadrandolo come un progetto estremamente interessante, specialmente per gli amanti delle sparatorie in giocatore singolo. Infine si è mostrato Ghostrunners 2, sequel diretto dell'action-platform al cardiopalma edito da 505 Games che giusto tre anni fa ha messo alla prova con successo i riflessi dei giocatori hardcore, e che ora sembra intenzionato a raddoppiare sull'elemento cyberpunk.
Passando alle produzioni minori - ma non per questo meno importanti, anzi - ci si trova immediatamente al cospetto di Neva, la nuova opera dagli autori di Gris, che si è presentata con un trailer capace di strappare qualche lacrima ancor prima di mettere mano al gamepad; l'essenza del progetto resta ancora un mistero, ma l'atmosfera melancolica è senza dubbio promettente. Anche The Plucky Squire di All Possible Futures è tornato a mostrarsi splendido come sempre, a seguito dell'introduzione avvenuta durante l'evento di Devolver Digital che si è tenuto la scorsa estate; si tratta di un'esperienza che mescola diversi stili grafici e numerose meccaniche di gameplay, balzando continuamente fra le due e le tre dimensioni; pur non sapendo quasi nulla dell'effettiva struttura dell'opera, basta osservare attentamente il trailer per comprendere che All Possible Futures abbia confezionato un autentico gioiello.
Spazio anche per Croteam, che a nove anni di distanza dal lancio del capostipite ha estratto dal cilindro The Talos Principle 2, puzzle-game radicato nella narrativa volenteroso di ereditare l'anima del predecessore. Il primo episodio era segnato dalla commistione del racconto radicato nella filosofia con una lunghissima serie di enigmi da risolvere. Chiude il cerchio Cat Quest: Pirates of the Purribean di The Gentlebros, ultimo capitolo di una serie oltremodo sottovalutata di avventure isometriche; nel caso specifico l'enfasi è stata posta sull'universo piratesco, offrendo alle ciurme di gattini l'opportunità di salpare verso l'orizzonte con un colpo d'occhio che per qualche meraviglioso istante è riuscito a ricordare l'antico Overboard!.
La realtà virtuale
Se da una parte Sony ha dedicato alla realtà virtuale molti sforzi nella prima metà del 2023, dall'altra il pubblico di questo genere di esperienze - e non solo nei confini delle console - continua a rappresentare una nicchia, tanto da aver spinto la casa giapponese a tagliare la produzione di dispositivi PlayStation VR2 in quel di aprile nonostante le vendite superiori alla prima edizione. Il settore, dal canto suo, non ha la benché minima intenzione di fermarsi, e una buona fetta dello Showcase è stata reclamata proprio da questo mondo. Ed è stata proprio la versione VR villaggio di Resident Evil 4 Remake ad aprire le danze, mostrando la celebre sequenza di combattimento che usa accogliere lo stoico Leon Kennedy per introdurlo al magico mondo dei ganados.
Il testimone è stato poi raccolto da Synapse, psichedelico sparatutto in prima persona realizzato da NDreams appositamente per PS5; se è vero che l'esperienza con il visore rappresenta un mondo a sé stante, le prime immagini di gioco trasudavano motion sickness da tutti i porti, al netto dell'introduzione di meccaniche di combattimento molto mature rispetto agli standard della piattaforma. Più classico, ma forse più efficace, è Crossfire: Sierra Squad, sviluppato per PlayStation VR2 da Smilegate; se l'esperienza riprende le classiche atmosfere di Crossfire, sarà molto interessante valutare la profondità delle sessanta missioni della campagna e soprattutto quella della componente PvP. Infine è toccato ad Arizona Sunshine 2 di Vertigo Games, titolo che offre la possibilità di mozzare le braccia a orde di letali zombi per poi impugnarle come armi e picchiettargliele sulla testa, rispolverando un'antica ispirazione che fin dagli albori della realtà virtuale continua riemergere con cadenza regolare. Anche l'unico, il solo, l'inimitabile Beat Saber, vero mattatore di questo sottobosco del mercato, ha scelto di calcare il palco per presentare al mondo il nuovo pacchetto musicale dedicato ai Queen, nonché l'esordio istantaneo sul fronte di PlayStation.
Com'è stato questo PlayStation Showcase?
C'è stato un momento, durante l'ottava generazione di console, nel quale Microsoft e Xbox hanno trasformato le proprie conferenze in una scarica di trailer in rapida successione, povera di interazioni umane ma soprattutto radicata nell'offerta costruita da altri, dipendente dalla quantità di grandi produzioni delle terze parti. Nel medesimo periodo storico, PlayStation amava stuzzicare la fantasia degli appassionati scherzando con la scaletta degli eventi, presentando titoli lontani nel futuro ma vicini al cuore degli appassionati, puntando tutto sulla spettacolarizzazione dell'operato dei propri studi. Questo PlayStation Showcase di maggio ha ricordato molto più da vicino la tradizione americana della casa di Redmond che l'artigianato tipico di Sony.
Il risultato? Un evento nel quale i videogiocatori - tutti - hanno senza dubbio di che festeggiare, ma che avrebbe potuto tranquillamente essere una Summer Game Fest o Gamescom Opening Night Live qualsiasi, troppo timido nel far brillare l'ecosistema a cui era dedicato. Se, e solo se, si dovesse scoprire che Microsoft e Xbox - ancora orfane dell'acquisizione di Activision Blizzard - non hanno preparato un piano di riserva, questa avrebbe potuto trasformarsi in un'occasione d'oro per vendere milioni di console PlayStation grazie al peso delle prime parti. Invece Naughty Dog è rimasta ancora dietro le quinte, Bend Studio resta dormiente, Marvel's Wolverine sembra ancora troppo distante, mentre Bluepoint Games ha scelto di non giocare le sue nuove carte.
È ugualmente possibile che Sony stia mettendo in atto una strategia di comunicazione attendista, nascondendo sotto il cuscino le sue armi segrete al fine di estrarle al momento opportuno, magari nel cuore dell'estate, dopo aver toccato con mano l'offerta della concorrenza, un po' come accadeva durante le conferenze sopra i palchi di Los Angeles. Anche quest'anno quei palchi rimarranno vuoti: se da una parte non saremo più testimoni di titoli annunciati e svaniti dai radar per anni, dall'altra il sipario è calato anche sulla volontà di sognare. I platform owner continuano a carburare lentamente, come un diesel, con la grande differenza che siamo giunti quasi a metà della generazione; e se non siamo ancora vicini alla metà, significa che sarà una generazione molto lunga, probabilmente la più lunga di sempre.