Passando in rassegna tutti quei survival che hanno reso il genere così straordinariamente popolare a cavallo dell'ultimo decennio, è facile accorgersi di come ognuno di essi rientri sotto lo stesso profilo, mostrando caratteristiche che solitamente, almeno sulla carta, non dovrebbero essere compatibili con un grande successo commerciale. Non è per niente raro, infatti, che le esperienze di sopravvivenza più popolari siano il frutto degli sforzi di studi di ridottissime dimensioni, e che siano arrivate su Steam in accesso anticipato con versioni spesso del tutto incomplete, distinte da pochi contenuti e una valanga di problemi tecnici. Titoli del calibro di DayZ, Rust, Ark: Survival Evolved e The Forest ebbero un esordio molto lontano dall'essere memorabile, prima che le loro rispettive community li trascinassero verso i milioni di copie che poi hanno venduto in tutto il mondo.
Era da un po' che un nuovo sporco, spigoloso survival non piombava sulla piattaforma di Valve a scalzare qualche blockbuster dalla cima delle classifiche, al punto che si poteva distintamente percepire quanta fame avesse il pubblico per una nuova avventura di sopravvivenza che li riportasse nel loro mondo più amato, quello in cui ci si trova dispersi su di un'isola deserta ad abbattere alberi con la propria ascia nel tentativo di resistere alle avversità. Tutto questo potenziale esplosivo è stato capitalizzato da Endnight Games Ltd, gli autori del primo The Forest, che da poco hanno lanciato su Steam in accesso anticipato il seguito del loro survival originale, Sons of the Forest. Il risultato? Due milioni di copie vendute nell'arco di 24 ore, server di Steam collassati sotto la forte domanda, e Hogwarts Legacy e Atomic Heart spazzati via in men che non si dica dai vertici delle graduatorie dei giochi più venduti sulla piattaforma.
Abbiamo partecipato anche noi al lancio stellare del nuovo titolo di Endnight Games, prendendoci tutto il tempo necessario ad esplorare le caverne ed i segreti della nuova isola disegnata dal team canadese. Il gioco è davvero il survival horror che stavate aspettando? L'attesa per il seguito di The Forest è valsa? Scopritelo nel nostro provato di Sons of the Forest.
Nessuna solitudine
Una bellissima isola apparentemente disabitata, un rovinoso schianto, e un bel mistero da risolvere. Sons of the Forest, fin dai primissimi istanti di gameplay, sembra urlare a gran voce di voler ripartire da tutto quel che di buono aveva accumulato il suo predecessore, gettandoci come da copione all'esplorazione di una vasta ambientazione incontaminata che farà da palcoscenico ai nostri maldestri tentativi di sopravvivere. Non c'è che dire, un po' come accadeva in Lost, è forse l'isola la grande protagonista dei titoli di Endnight Games, cementata com'è in tutto l'impianto di gioco. In questo seguito, però, lo studio ha scelto di adottare tutt'altra scala di valori, confezionando una mappa quasi cinque volte più grande di quella del primo videogioco.
La storia, invece, esordisce in maniera del tutto inedita, e sembra almeno inizialmente non avere alcun collegamento con quella di The Forest. Nel gioco prenderemo i panni di un anonimo agente operativo, presumibilmente membro di un'agenzia privata, che si sta recando sull'isola con l'unico obiettivo di trovare e trarre in salvo i membri della famiglia Puffton, dei miliardari dispersi ormai da svariate settimane. Come largamente prevedibile, finiremo ben presto ad essere noi stessi a naufragare sull'isola, ma per una volta non dovremo necessariamente affidare la nostra salute mentale a una palla da volley.
Sons of the Forest introduce in maniera del tutto amabile un compagno governato dall'IA che ci darà costantemente una mano durante tutta l'avventura, offrendosi di racimolare risorse, costruire strutture e combattere i tanti nemici che presto o tardi faranno capolino da un cespuglio. Kelvin, un altro soldato caduto anche lui sull'isola, non brilla mai per la sua intelligenza artificiale, ed anzi alcuni comandi potrebbero avere rovinosi effetti sull'integrità di alcune nostre costruzioni. Eppure, la sua totale disponibilità e l'inguaribile ottimismo l'hanno reso, in pochissimo tempo, un vero beniamino della community.
Una storia evocativa, ma alquanto incompleta
Sebbene l'istinto potrebbe essere quello di asserragliarsi in un accampamento per vivere una serena esistenza da naufrago in compagnia di Kelvin, la storia ci costringerà invece ad abbandonare il comfort domestico per tuffarci nell'oscurità della profonda rete di caverne celata sotto la superficie, colma naturalmente di ogni genere di mostruose aberrazioni mutanti. Ci vorrà una buona dose di coraggio e tante cure mediche, ma vi assicuriamo che è proprio quando ci si addentra finalmente nel ventre dell'isola che la storia di Sons of the Forest spicca il volo una volta per tutte, offrendo alcuni memorabili momenti di pura inquietudine che, non l'abbiamo citata a caso, ci hanno ricordato la serie capolavoro prodotta da J.J. Abrams, Damon Lindelof e Jeffrey Lieber, Lost.
Dopo un inizio promettente, però, la trama prosegue su binari alquanto scontati e, senza il minimo preavviso, accelera violentemente sul finale, dimenticandosi di sciogliere i principali nodi della storia ancora rimasti in sospeso. Difficilmente arriverete quindi ai titoli di coda pienamente soddisfatti, anche se c'è da sottolineare che il modus operandi di Endnight Games è stato quello di arricchire col tempo il racconto del primo The Forest con nuovi percorsi narrativi, cosa che potrebbe accadere anche al secondo capitolo della serie.
Più survival, o più horror?
Lo studio canadese, con il suo precedente lavoro, aveva dato prova di saper amalgamare alla perfezione il genere survival con quello horror, conciliando sezioni di puro terrore con tranquille scampagnate all'aria aperta alla ricerca di qualche tronco. Il binomio tra paura e disboscamenti si ripete anche in Sons of the Forest, grazie a un vasto cast di nemici che beneficia tantissimo dei progressi raggiunti dallo studio in termini di intelligenza artificiale, e a un sistema di creazione di oggetti e strutture realistico e profondo, capace di fare la felicità di qualsiasi survivalista da appartamento.
Grazie all'IA migliorata, gli avversari umani non solo saranno più abili in combattimento cercando di aggirare e circondare il giocatore, ma avranno anche un pattern comportamentale davvero autentico, capace di farli reagire genuinamente ad ogni situazione. Un cannibale potrebbe esitare nell'attaccarvi studiando attentamente le vostre mosse, o potrebbe correre al capezzale di un suo alleato sconfitto scoppiando in un pianto dirompente. Ciascun incontro con i cannibali è stato sempre diverso dal precedente e questo elemento l'abbiamo realmente apprezzato, anche considerando che è solo l'inizio dell'accesso anticipato. Per quanto riguarda i mutanti, segnaliamo una buona varietà di creature, e vi confermiamo che esplorare in completa solitudine un'intera caverna affidandosi a un piccolo accendino per osservare i dintorni è un'esperienza da brividi, anche in questo sequel.
Nel merito della creazione di gadget, armi e accessori, Sons of the Forest è supportato da un nuovo sistema di gestione dell'inventario semplicemente geniale, che aumenta nettamente l'immersione grazie al realismo di tutto l'impianto. Ogni qual volta che il nostro protagonista farà ricorso allo zaino, non si aprirà un banalissimo menu contestuale, ma il personaggio getterà a terra una sacca espandibile che mostra, in ogni momento, tutti i singoli oggetti in possesso del giocatore. Questo potrà trascinarli nell'area centrale e combinarli in maniera puramente intuitiva, ad esempio abbinando a una bottiglia di vodka uno straccio di stoffa per creare una molotov, o alcune pietre con bastoni e piume per costruire alcune frecce. Il nuovo sistema è uno dei più azzeccati mai visti in un videogioco survival, e facendo da fondamenta a tutte le novità in arrivo durante lo sviluppo, siamo certi che si rivelerà cruciale per il successo di Sons of the Forest.
Accesso anticipato, ecco perché
Se c'è un campo della produzione firmata Endnight che mette in risalto tutti i motivi per i quali il gioco è stato improvvisamente convertito ad una pubblicazione in Accesso Anticipato, si tratta della costruzione delle strutture, che anche in questo caso è stata totalmente rivista dallo studio canadese per abbracciare alcuni accorgimenti sul fronte del realismo. Le nuove dinamiche di costruzione sono molto interessanti dal momento che sembrano mutuare da un gioco come Valheim tutta la gestione della fisica di ogni componente di una struttura, però le possibilità all'interno del catalogo sono davvero ridotte all'osso, e si ha quindi pochissima libertà su come personalizzare la propria base.
Siamo convinti del fatto che con i prossimi aggiornamenti il manuale d'istruzioni per la creazione di edifici si arricchirà con nuove opzioni, ma fino ad allora dovrete necessariamente accontentarvi di accampamenti un po' troppo uguali fra loro, e con pochissime funzionalità. Stando a quanto visto nei trailer, potremmo arrivare al punto di installare pannelli fotovoltaici e ottenere energia elettrica per riscaldare le strutture, anche perché Sons of the Forest include l'alternarsi delle stagioni, e con l'arrivo dell'inverno non è mai semplice resistere al freddo.
Comparto tecnico
Come accennavamo in uno dei paragrafi precedenti, forse è proprio l'isola di Sons of the Forest ad essere la grande protagonista dell'opera, grazie al contributo di un comparto tecnico eccellente che porta sullo schermo una splendida ambientazione che non ha paragoni con quella del precedente survival di Endnight Games. L'impatto visivo offerto dal gioco, però, implica che il titolo sia anche particolarmente esigente in termini di risorse grafiche, come abbiamo potuto constatare con la nostra NVIDIA RTX 3070 che non sempre è riuscita a mantenere stabili i frame in tutte le circostanze.
Sons of the Forest è un survival in accesso anticipato, quindi non poteva non arrivare sul mercato corredato da tutta quella lunga serie di bug che gli appassionati del genere sembrano adorare. Per carità, nulla di eccessivamente grave, ma mettiamo le mani avanti avvisandovi che alle prese col gioco potreste imbattervi in più di qualche imperfezione tecnica.
Spesa qualche ora a decapitare cannibali e a sventrare mutanti, è facile comprendere il motivo per cui il gioco è letteralmente esploso su Steam. Come altri grandi rappresentanti del genere survival, Sons of the Forest arriva sul mercato ancora parzialmente incompleto, con una storia dimenticabile e confusa, e affetto da svariati problemi tecnici. Eppure, complice un impatto visivo mai così efficace in un survival, il titolo di Endnight Games è semplicemente imperdibile per tutti gli appassionati del genere, poiché come altri prima di esso ha due cose che spesso anche i più grandi progetti faticano a mostrare: un'anima ben consolidata, e la capacità di offrire anche centinaia di ore di divertimento con i propri amici. Col tempo, lo studio avrà tutto il tempo di limarne i difetti più evidenti, e allora sì che ci divertiremo davvero.
CERTEZZE
- Una splendida isola ricca di segreti da esplorare da soli o con i propri amici
- La nuova gestione dell'inventario è fantastica
- Ottima varietà di nemici e intelligenza artificiale migliorata
- Tecnicamente eccelso, anche se con qualche bug
DUBBI
- Storia insipida
- Il gioco offre pochissime opzioni durante la costruzione delle basi