Annunciato nel corso del Future Games Show, Soulslinger: Envoy of Death prova a dire la sua all'interno di un filone decisamente inflazionato come quello degli sparatutto, cercando di distinguersi grazie a un mix di trama, ambientazione e meccaniche che tuttavia rimandano in realtà ad alcuni grandi classici del genere. Si tratta di un pregio o di un difetto?
Ci siamo fatti un'idea in proposito toccando con mano il titolo di Elder Games, mosso dal potente Unreal Engine 5: grazie alla demo messa a disposizione su Steam dal team di sviluppo proprio in questi giorni, abbiamo provato Soulslinger: Envoy of Death ed eccoci a raccontarvi la nostra esperienza con il gioco.
Storia: all'inferno e ritorno
La storia di Soulslinger: Envoy of Death ricorda parecchio quella del classico Painkiller, con il protagonista che muore insieme a sua moglie e si risveglia nell'ultraterreno mondo di Haven, assoldato dalla Morte in persona perché diventi uno dei suoi emissari e vada a caccia delle anime dannate che compongono l'esercito del misterioso Cursed King.
Una missione che il nostro personaggio, equipaggiato come una sorta di pistolero spirituale e soprattutto immortale, capace dunque di tornare dopo ogni sconfitta, accetta di buon grado, puntando a utilizzare i suoi successi e le risorse raccolte come merce di scambio da donare alla Sinistra Mietitrice perché gli consenta infine di ricongiungersi con la sua amata.
Sul piano della narrazione la demo non fa che qualche accenno della trama, utilizzando una sequenza cinematografica per introdurci al protagonista, il Soulslinger appunto, e rivelando attraverso i suoi meccanismi roguelike il modo in cui il racconto si dipanerà nel corso della campagna, con nuovi scambi e dialoghi a cui potremo accedere portando avanti la progressione.
A tal proposito sorprende, ma solo fino a un certo punto, l'ambientazione western degli scenari che ci troveremo a visitare e che faranno da sfondo ai nostri combattimenti con le orde demoniache del Cursed King: in questa versione dimostrativa ne abbiamo visti solo una manciata, ma non è dato sapere quanti ce ne saranno nel gioco completo.
Gameplay: sparatutto roguelike
Complice un equipaggiamento pensato per scontri a fuoco mirati e ragionati, in cui dovremo fare i conti con caricatori decisamente corti e tempi di ricarica non rapidissimi, il gameplay di Soulslinger: Envoy of Death appare sulle prime un po' bizzarro e vago. Se infatti la quantità di nemici che vedremo correrci incontro senza alcuna strategia richiede un approccio run & gun, le armi non ci saranno di grande aiuto e ci troveremo dunque spesso a saltare, scattare e ripiegare.
Il problema più grosso che abbiamo riscontrato, tuttavia, risiede in una abbastanza evidente incertezza delle hitbox, che induce allo spreco di colpi preziosi anche magari dalla breve distanza, quando ormai gli avversari ci hanno raggiunto e non c'è un attacco corpo a corpo che consente di allontanarli e rifiatare: l'unica possibilità a quel punto è trovare il modo di fuggire, come spiegato poco fa.
La struttura roguelike si esprime nell'ottenimento di potenziamenti casuali, come ad esempio proiettili esplosivi o tossici, oppure abilità passive, nonché nella connotazione dei livelli, che si pongono come singole arene da completare eliminando tutte le minacce presenti e raccogliendo le ricompense, per poi fiondarci in un nuovo portale e ottenere ulteriori oggetti.
Complice una barra della salute propensa a scendere piuttosto in fretta in caso di guai, e ripristinabile solo in determinate occasioni, accoglieremo con entusiasmo i portali che ci permetteranno di tornare alla base di partenza e impiegare le risorse guadagnate fin lì per l'acquisto di nuove armi o per lo sblocco dei potenziamenti.
Realizzazione: Unreal Engine 5 in azione
Si stanno moltiplicando i titoli che utilizzano l'Unreal Engine 5, e potrebbe sorprendere che a spingersi in tale direzione siano al momento produzioni indipendenti o semi-indipendenti piuttosto che quelle più blasonate e importanti. Soulslinger: Envoy of Death prova a sfruttare queste sofisticate tecnologie per il proprio impianto visivo, e per certi versi i risultati appaiono evidenti.
Nanite, ad esempio, agisce sulle geometrie degli scenari andando a comporre scorci a volte molto suggestivi, che sembrano quasi degli artwork, sebbene la parte di design affidata agli sviluppatori presenti invece un livello qualitativo solo discreto. In generale, è chiaro che non ci troviamo di fronte a un titolo dall'alto budget, ma questo inaspettato incrocio potrebbe in ogni caso dar vita a risultati interessanti.
Certo, c'è anche in questo caso un problema di prestazioni molto evidente, se è vero che il gioco non regge i 60 fps stabili a 1440p con tutto al massimo su di una RTX 4070: la differenza rispetto a DOOM Eternal è sostanziale e bisognerà capire se in uno sparatutto di questo genere ha senso offrire frame rate claudicanti e richieste hardware esose se poi quello che si muove sullo schermo non è un granché.
Per il momento, infatti, tanto sul piano grafico quanto su quello sonoro il progetto targato Elder Games non colpisce in positivo, apparendo anzi piuttosto derivativo in alcune soluzioni e limitato quando si parla di animazioni e modellazione. Non essendoci ancora una data di uscita ufficiale, tuttavia, non sappiamo quanto tempo il team abbia a disposizione per migliorare l'esperienza.
La demo di Soulslinger: Envoy of Death fornisce un piccolo assaggio dell'esperienza sparatutto in salsa roguelike sviluppata da Elder Games, che al momento però non convince appieno. Colpa di un gunplay che abbiamo trovato acerbo e incerto, essendo il risultato della combinazione di meccaniche che non stanno benissimo assieme. Il tutto, però, è reso più frizzante da scontri in arena e perk casuali, anche se questi sono un elemento tutt'altro che originale, così come la storia alla base dell'avventura. L'Unreal Engine 5 aggiunge qualcosa ma pesa sulle prestazioni in una maniera tale da mettere in dubbio la bontà di questo approccio all'interno di una produzione del genere: vedremo se e cosa cambierà da qui al lancio ufficiale.
CERTEZZE
- Struttura roguelike ben collaudata
- Alcuni elementi visivi di grande impatto
- Sistema di progressione interessante
DUBBI
- Gunplay approssimativo
- Struttura apparentemente molto limitata
- Pesa come un dannato e in maniera ingiustificata