La Zona è cambiata radicalmente dopo che la seconda esplosione ha colpito il reattore di Chernobyl nell'anno 2006. Mutanti violenti, anomalie mortali, fazioni in guerra l'hanno trasformata in un posto in cui sopravvivere è molto difficile. Come se questo non bastasse, si è scoperto che il centro della Zona nasconde la fonte di un incredibile potere che rappresenta una seria minaccia per gli abitanti.
Così S.T.A.L.K.E.R. 2: Heart of Chernobyl si dispiega, attraverso le nostre parole davanti a un falò dove veniamo accolti e invitati a raccontare il nostro viaggio: alla ricerca di quel fantomatico potere? Forse, o forse no. Accompagnati dai commenti dei nostri improvvisati compagni - tra i quali c'è anche anche Sergiy Grygorovych, creatore della serie - questo azzeccato espediente narrativo ci ha permesso di dare uno sguardo al gameplay, ben più fluido e curato rispetto al passato.
Ve lo raccontiamo nella nostra anteprima di S.T.A.L.K.E.R. 2: Heart of Chernobyl.
Bentornati nella Zona
Sembra non mancare nulla in S.T.A.L.K.E.R. 2: Heart of Chernobyl. Le ambientazioni desolate, siano esse all'esterno o al chiuso, trasmettono un senso di solitudine e pericolo come poche: la Zona è viva e più letale che mai e a sorprenderci in particolare è stata la timorosa reverenza con cui i sopravvissuti ne parlano. Quasi fosse un'entità a sé, da paragonare a una divinità; non è qualcosa che possiamo davvero affrontare, al massimo dobbiamo abituarci a conviverci, consapevoli che il veto sulla nostra vita lo avrà sempre lei.
È difficile spiegare bene la sensazione che ci ha trasmesso vedere il video, perché a contrapporsi ci sono la bellezza di un'ambiente affascinante, pur nella sua desolazione, e i pericoli che possono nascondersi dove meno ce lo aspettiamo. Prendiamo le anomalie, ad esempio. Un elemento che da solo mette più angoscia di qualunque orrore fisico incontreremo, perché ci costringe a una cautela costante - un occhio rivolto allo strumento per rilevarne la presenza e un altro di fronte a noi, nella speranza di cogliere uno strappo nella realtà, un sussulto anche brevissimo che ci faccia intuire dove stia aspettando di coglierci in fallo. Invece la nostra sopravvivenza dipende da una manciata di bulloni, che non sappiamo nemmeno se saranno contati, grazie ai quali sondare la zona circostante e attivare per pochi secondi quella distorsione pronta a intrappolarci e ridurci a brandelli sanguinolenti.
Dei nemici abbiamo avuto giusto un assaggio, scoprendo non senza troppa sorpresa che gli umani sono poco più di un sassolino nella scarpa rispetto a tutto il resto: fastidiosi, sicuramente mortali se non staremo attenti, ma nulla di paragonabile a qualsiasi cosa ci stesse inseguendo nei laboratori (di nuovo, il pretesto narrativo con il quale vengono mostrati è assolutamente perfetto). Qui è dove forse si esprime al suo meglio, nei limiti del video, l'orrore tangibile delle mutazioni che abitano la zona: di qualunque cosa si trattasse, la creatura incontrata sfrutta una sorta di mimetismo ambientale per giocare con noi, avvicinandosi sempre di più per poi apparire quando meno ce lo aspettiamo - in realtà avevamo intuito che sarebbe arrivata alle nostre spalle ma è proprio qui il bello: la cosa più tremenda è essere consapevoli del pericolo e poter fare ben poco per aiutarlo.
A voler azzardare un'ipotesi, si trattava del primo incontro con un nemico particolare, costruito ad arte, ma abbiamo pochi dubbi sul fatto che uno scontro meno studiato a tavolino possa comunque avvenire nello stesso modo. Rimanendo sulla scena in questione, il gioco di luci e ombre ci restituisce un'estetica incredibilmente convincente e immersiva, dal livello qualitativo ottimo e in grado di trascinarci ancora più a fondo nel suo personale, spettrale teatro dell'orrore. Impossibile non pensare a Metro, sebbene S.T.A.L.K.E.R. 2: Heart of Chernobyl lo preceda nei tempi. Questo non vuole essere un paragone negativo: è come se i due mondi si fossero fusi assieme, prendendo il massimo e il meglio da entrambe le parti.
Basandoci solo su quanto abbiamo visto, il gunplay sembra altrettanto soddisfacente, nei suoni quanto negli effetti (pensiamo alle schegge di legno dopo aver fatto detonare le casse dietro cui si nascondevano alcuni nemici), ed è inoltre molto interessante poter modificare le armi sul momento in base a quello che trova in giro - o si possiede, come si vede prima dell'assalto. Non è la meccanica in sé, il modding delle armi è storia vecchia, bensì il fatto che questo accada fisicamente; un aspetto da non dare troppo per scontato, considerato che soprattutto nei giochi in prima persona le interazioni più basilari come aprire materialmente una porta continuino a mancare (a questo proposito, chissà come verrà gestita la cosa qui).
Prestando attenzione, si può inoltre cogliere la differenza nel rumore prodotto dal primo fucile mitragliatore rispetto al secondo, un dettaglio assolutamente apprezzabile e che dimostra la potenziale cura infusa dagli sviluppatori nella gestione delle armi. Sempre a questo riguardo, la sezione dei laboratori offre un assaggio dell'effetto eco, percettibile sia nei passi sia nell'attimo in cui si cerca di fare fuoco contro la misteriosa creatura; stesso discorso verso la fine del video, quando si utilizza un'arma a impulsi per abbattere un altro paio di minacce. Il sound design, elemento essenziale in un gioco come S.T.A.L.K.E.R. 2: Heart of Chernobyl che fa dell'angoscia e della paura due dei suoi elementi principali, sembra essere davvero di spessore.
Incluso nel catalogo Game Pass
A dare ancora più valore a una produzione che si prospetta essere il grande ritorno per una serie tanto amata c'è il non trascurabile dettaglio che S.T.A.L.K.E.R. 2: Heart of Chernobyl sarà disponibile dal giorno del lancio, ovvero il 28 aprile 2022, su Game Pass: la conferenza Xbox e Bethesda ha mostrato lo sforzo di Microsoft per espandere il portfolio XGP, spaziando tra produzioni più contenute - ma non per questo trascurabili - ad altre come questa o Starfield. Tripla A che dimostrano con ancora più chiarezza la direzione intrapresa da Microsoft.
Non ci sarebbe da sorprendersi se, in futuro, l'edizione del gioco dovesse espandersi e comprendere, sempre a titolo gratuito, le due espansioni della storia di cui si fa menzione sul sito ufficiale e che saranno incluse per chiunque prenoterà la Ultimate Edition. A prescindere da quali possano essere i piani futuri e concentrandoci sul presente, ci troviamo davanti un prodotto di tutto rispetto, che i giocatori potranno assaporare "a titolo gratuito" per poi decidere se supportare ulteriormente gli sviluppatori acquistando il gioco. Per quanto ottimo, l'Xbox Game Pass, tranne che per i giochi Xbox Game Studios, rimane sempre un noleggio temporaneo dei giochi e alcuni potrebbe far piacere averli sempre al proprio fianco.
Ambientazioni spettrali, pericoli in ogni dove, gunplay apparentemente rifinito, sound design di un certo livello. Tutto in S.T.A.L.K.E.R. 2: Heart of Chernobyl sembra puntare in alto, anzi, altissimo. In soli cinque minuti ci siamo sentiti ancora una volta sopravvissuti all'interno di una zona che vive e respira secondo tempi propri, dove noi siamo solo ospiti temporanei pronti a guadagnare il diritto a vivere un giorno di più con le unghie e con i denti. Non ci sono amici nella Zona, nulla è troppo quando si tratta di sopravvivenza: un concetto perfettamente radicato nel franchise e che siamo curiosi di capire quando a fondo si concretizzerà in questo nuovo, attesissimo capitolo.
CERTEZZE
- Visivamente spettacolare
- Sopravvivenza portata all'estremo
- Sound design e gunplay sembrano ottimi
DUBBI
- Tutte impressioni che andranno verificate pad alla mano