Alcuni anni fa, Square Enix stanziò un budget ridotto per lo sviluppo di un nuovo Star Ocean. La serie, che aveva fatto il suo esordio su SNES nel 1996 dopo che lo sceneggiatore Yoshiharu Gotanda, che aveva scritto Tales of Phantasia, aveva lasciato Namco per fondare tri-Ace, si era ritagliata uno zoccolo duro di fan, ma aveva faticato a emergere in un panorama sempre più complicato ed esigente. L'idea era quella di testare l'interesse del pubblico per capire cosa farne, ma alla fine Star Ocean: Integrity and Faithlessness aveva disatteso le aspettative e sul franchise sembrava essere calato il sipario.
Fino a ieri, perlomeno. Se molti appassionati di JRPG avevano seguito lo State of Play del 27 ottobre sperando invano in uno scorcio di Final Fantasy XVI, bisogna dire che una piccola gratificazione c'è stata, al netto di uno spettacolo deludente, proprio negli ultimi minuti, quando è partito il trailer di Star Ocean: The Divince Force. Il nuovo titolo della serie arriverà nel 2022 - non solo su PlayStation 4 e PlayStation 5, ma anche su PC, Xbox One e Xbox Series X e S - e sarà un punto di ripartenza per la serie.
Scopriamo tutto quello che è emerso di Star Ocean: The Divine Force allo State of Play di ottobre.
Storia e cast
Per chi non conoscesse Star Ocean, possiamo dire che la serie è una specie di incrocio tra i Final Fantasy di Square Enix e i Tales of di Bandai Namco con una deriva molto più science fiction: sebbene ogni gioco spinga molto sul fantasy classico attraverso un astuto escamotage, prima o poi si torna sempre nello spazio tra astronavi, specie aliene e tecnologie sofisticatissime.
Questo particolare mix di toni ed espedienti narrativi ha caratterizzato i titoli tri-Ace fin dal primissimo episodio, conquistando gli appassionati quando i JRPG raramente sconfinavano nell'ambito fantascientifico. Star Ocean: The Divine Force sembra seguire la tradizione, in tal senso. Nell'immaginario di Star Ocean, la Federazione Galattica ha stabilito il cosiddetto Underdeveloped Planet Preservation Pact (detto anche UP3) che sostanzialmente proibisce ogni contatto tra le civiltà avanzate che hanno appreso il viaggio interstellare e quelle dei pianeti sottosviluppati. Se tutto questo vi ricorda Star Trek, non è un caso.
Il protagonista di The Divine Force, Raymond, non è affiliato alla Federazione, che negli anni ha cambiato faccia, diventando una forza conquistatrice su scala galattica. Raymond comanda l'astronave mercantile Ydas per conto della Lawrence Logistics, insieme al suo fedele equipaggio. Durante un incarico di routine, la Ydas è attaccata dall'Astoria, un vascello della Federazione che appartiene ai Kenny, una famiglia ricorrente nel franchise: nel primo Star Ocean c'era Ronyx, e suo figlio Claude era proprio il protagonista di Star Ocean 2.
Gli Star Ocean solitamente sono titoli antologici, legati però da riferimenti e citazioni che servono a costruire un immaginario più ricco e definito. Non sappiamo quanto The Divine Force sia scollegato dai suoi predecessori, ma sappiamo che è ambientato nel 583 S.D. e cioè circa cinquant'anni dopo Star Ocean: Integrity and Faithlesness, ma anche duecento anni dopo i primi Star Ocean, mentre The Last Hope si svolge circa un migliaio di anni prima.
Tornando a noi: l'Astoria attacca la Ydas, Raymond e la sua collega Chloe sono costretti a evacuare l'astronave e finiscono sul pianeta sottosviluppato di Aster IV, dove incontrano Laeticia e Albaird. Laeticia è l'altra protagonista di Star Ocean: The Divine Force, che implementa nuovamente il cosiddetto sistema Double Hero visto per la prima vola in Star Ocean: The Second Story. In pratica il giocatore sceglierà quale dei due protagonisti seguire: se dovesse funzionare esattamente alla stessa maniera, la diversa prospettiva influirà sulla narrativa, e questo significa che a seconda del personaggio scelto vedremo solo le scene in cui è presente, ma allo stesso modo dovremo compiere scelte diverse che determineranno non solo lo svolgersi degli eventi, ma anche i personaggi giocabili che si uniranno alla banda. In Star Ocean: The Second Story era praticamente impossibile reclutare ogni singolo personaggio in una sola partita, e ci aspettiamo che anche The Divine Force sia rigiocabile nella stessa misura.
Considerando le diverse prospettive, Star Ocean: The Divine Force potrebbe essere un titolo ancora più interessante. Se Raymond proviene dallo spazio e da una civiltà sofisticata, Laeticia rappresenta un contesto completamente diverso: è la principessa del regno di Aucerius, una spadaccina provetta che affronta i pericoli del suo mondo indossando una pesante armatura. La accompagna Albaird, un semiomante (a occhio e croce la semiomanzia dovrebbe essere l'equivalente della simbologia nei precedenti Star Ocean) che nasconde un segreto e conosce Laeticia fin da quando erano bambini. I protagonisti uniranno le forze per aiutarsi a vicenda, e ovviamente ci aspettiamo che succeda qualche catastrofe che li costringerà a salvare la galassia da una minaccia più grande di loro.
Il gameplay
Le premesse per una bella storia a cavallo tra il fantasy e la fantascienza ci sono tutte, ma gli ultimi Star Ocean non hanno particolarmente brillato per scrittura e cast. Diciamo che i due protagonisti non sembrano proprio originalissimi, ma è ancora presto per esprimere un giudizio in tal senso e il character design nel trailer certo non aiuta: i modelli 3D che abbiamo visto non rendono assolutamente giustizia alle ottime illustrazioni ufficiali diffuse poco dopo lo State of Play. In generale, Star Ocean: The Divine Force sembra un titolo vecchio e in un certo senso lo è, dato che uscirà anche sulle piattaforme di scorsa generazione. È dunque una produzione cross-gen che probabilmente godrà dei soliti benefici tecnici - caricamenti veloci, risoluzione 4k e così via - anche se questi non riusciranno a migliorare retroattivamente la modellazione 3D che, soprattutto nei lineamenti, ci è apparsa fortemente antiquata.
Sul fronte del gameplay ci sono però interessanti novità da segnalare. Square Enix ha sottolineato una delle caratteristiche più innovative di questo Star Ocean: la possibilità di esplorare le enormi mappe 3D letteralmente a 360 gradi. Sembra che ci sia una sorta di dispositivo o jetpack che consente ai personaggi di librarsi in aria e volare nello scenario, anche se non è chiaro se ci siano limitazioni in merito, se per esempio sia necessario scendere in superficie di tanto in tanto o se sia possibile restare in volo per tutto il tempo che si vuole. Né tanto meno è chiara la natura dell'esplorazione in sé e per sé.
Siamo di fronte a un open world oppure a mappe di grandi dimensioni ma comunque circostanziate? E come influirà questa dinamica sul gameplay vero e proprio? In termini esplorativi, il volo spalanca portoni su spazi che non è facile controllare. Il trailer ci ha mostrato non solo scenari naturali all'aperto, ma anche città geometricamente complesse. tri-Ace potrebbe riempire queste mappe di collezionabili, segreti e altri contenuti, ma nel trailer non abbiamo visto altro che spazi vuoti.
La possibilità di volare, infatti, solleva diversi interrogativi anche sulle altre dinamiche di gioco. Questa libertà di movimento permetterebbe di aggirare completamente ostacoli e nemici all'aperto, quindi dev'esserci per forza un rovescio della medaglia in tal senso. Square Enix ha specificato che il sistema di combattimento sfrutterà il volo quantomeno al momento dell'ingaggio: sarà possibile piombare sui nemici ignari e spazzarli via in un sol colpo, probabilmente quando sono sufficientemente deboli. In alternativa, si combatterà un po' a terra e un po' in aria. Il trailer ci ha mostrato una carrellata di scontri, anche contro nemici di dimensioni enormi che probabilmente svolgevano la funzione di boss come rospi giganti e draghi sputafuoco.
Il sistema di combattimento action in tempo reale è sempre stato la punta di diamante della serie. Simile al Linear Motion Battle System giocato anche nel recente Tales of Arise, è spesso caratterizzato da una deriva sensibilmente più hardcore in termini di controlli e funzioni.
Sembra che The Divine Force sia tornato alle meccaniche di Star Ocean: The Last Hope con una forte insistenza sulla schivata e il movimento. Le frenetiche scene di battaglia viste nel trailer ci hanno rivelato che i personaggi da schierare saranno come minimo tre e che sarà possibile controllarne uno per volta, come al solito, mentre gli altri saranno affidati all'intelligenza artificiale.
Ogni personaggio naturalmente si distinguerà dagli altri come armi e parco mosse: Elena, per esempio, usa la frusta per colpire più nemici contemporaneamente, mentre Albaird, da lontano, può lanciare chakram e incantesimi. Non è chiaro se i combattimenti si svolgeranno sul posto o se l'ingaggio avvierà una transizione su un campo di battaglia istanziato come in Tales of Arise, ma il trailer ci ha dato l'impressione che gli scontri si svolgano in soluzione di continuità alla maniera di Xenoblade Chronicles, per intenderci.
Ironicamente, i combattimenti ci sono sembrati la parte migliore del gioco anche dal punto di vista tecnico, almeno in queste poche scene: i cali di frame rate nelle sequenze di esplorazione sono sotto gli occhi di tutti e tradiscono quella che speriamo essere una build obsoleta. Il gioco, del resto, uscirà in un momento imprecisato del 2022: dovrebbe esserci tutto il tempo per migliorare.
Star Ocean: The Divine Force è stato un annuncio sorprendente. Credevamo che il franchise tri-Ace fosse ormai morto e sepolto e invece Square Enix ha voluto scommetterci un'altra volta. Il trailer dello State of Play mostra un gioco tecnicamente arretrato, ma le novità in termini di gameplay sono molto interessanti: ora bisogna solo capire se lo sviluppatore nipponico abbia i numeri per affrontare questa difficilissima sfida di game design, e soprattutto se avrà il tempo e il budget per limare le spigolosità più evidenti, a cominciare da una fluidità deludente nelle scene di esplorazione.
CERTEZZE
- Il sistema Double Hero promette varietà e rigiocabilità
- Il sistema di combattimento è sempre stato valido
DUBBI
- Problemi tecnici evidenti che tri-Ace dovrà assolutamente risolvere
- L'esplorazione a 360 gradi potrebbe essere un'arma a doppio taglio