Un paio di settimane fa Sony, Microsoft e Nintendo sono intervenute fianco a fianco sul palco dei The Game Awards 2018. Contrariamente a quanto si sarebbe potuto pensare in altre epoche, Shawn Layden, Phil Spencer e Reggie Fils-Aime hanno lanciato un messaggio di apertura e collaborazione negli interessi dell'industria stessa e del pubblico pagante. In un ambiente come quello del gaming, dove la concorrenza tra i produttori hardware e l'inevitabile console war, sono sempre state un leit-motiv del settore, si tratta di un'evoluzione non priva di alcuni risvolti interessanti. Una prospettiva semplicemente impensabile fino a qualche anno fa, come rimarcato anche da Aaron Greenberg: il leader della divisione marketing di Xbox si è pubblicamente congratulato con i colleghi per l'impegno intrapreso, sponsorizzando un'apertura di vedute che, se vogliamo, può essere simboleggiata dalle novità in tema di cross-play. Microsoft e Nintendo si erano già adoperate in tal senso, ma ora anche Sony ha finalmente messo da parte le riserve del passato, aprendosi alla distribuzione trasversale dei prodotti a prescindere dalla piattaforma considerata, a partire da Fortnite. Ma c'è fermento anche nel campo del cloud gaming e della condivisione dei contenuti in streaming. Una prospettiva che dovrebbe finalmente concretizzarsi a partire dal 2020, quando presumibilmente dovrebbero debuttare le prossime console. Di recente Phil Spencer ha espresso soddisfazione per lo sviluppo di Project xCloud, che nelle intenzioni della casa di Redmond dovrebbe apportare benefici tangibili all'intero settore, ma anche su questo versante ci vorrà tempo e avremo senz'altro modo di tornare a parlarne più diffusamente nel 2019. Vediamo dunque di fare il punto sulle condizioni attuali di Sony, Nintendo e Microsoft, effettuando un bilancio delle novità degli ultimi dodici mesi e dando un rapido sguardo a cosa potrebbe riservarci il futuro.
Il 2018 di Sony e PS4 – Dominio sotto controllo
A cinque anni dal debutto sul mercato, avvenuto alla fine del 2013, PS4 continua a macinare ottimi numeri, mantenendosi saldamente al comando dell'attuale generazione. Stando agli ultimi dati ufficiali la console Sony ha accumulato 86.1 milioni di unità e oltre 777 milioni di giochi distribuiti a livello globale. Cifre che confermano, se mai ce ne fosse ancora bisogno, la capacità dell'azienda giapponese di riprendere con slancio le redini del mercato dopo gli anni in chiaroscuro di PlayStation 3. Nel frattempo è già stato messo nel mirino il traguardo dei 100 milioni di console entro la fine della generazione attuale. Dati alla mano, solo PS2 è riuscita a fare di meglio, e gli esiti a fine generazione potrebbero sostanzialmente essere in linea con le prestazioni della prima PlayStation e del Nintendo Wii. La leadership di Sony non ha peraltro mancato di sollevare qualche interrogativo in prospettiva, più che altro rispetto al tipo di comunicazione che l'azienda sembra aver deciso di imbastire nell'ultimo periodo. Non dimentichiamoci che all'E3 2018 la conferenza tradizionale è stata sostituita da uno showcase focalizzato sulle esclusive più forti del catalogo, tre delle quali non hanno ancora oggi nemmeno una finestra di lancio. Le decisioni che hanno destato più curiosità e scalpore riguardano però la mancata organizzazione del PlayStation Experience di fine anno e soprattutto l'assenza all'E3 2019, per la prima volta nella storia della manifestazione. Scelte che logicamente hanno portato ad analisi e ipotesi sulla strategia di Sony in vista dell'annuncio ufficiale di PS5. Per ora ci siamo dovuti accontentare di piccoli indizi, ma è evidente che ci sia la volontà di organizzare un evento in grande stile, come del resto era già avvenuto con il reveal di PS4. Bisognerà solo capire con quali modalità e tempistiche.
C'è da dire che Sony può permettersi di valutare con calma le sue prossime mosse, restare alla finestra e giocarsi le prossime carte al momento più opportuno. D'altra parte il catalogo di PS4 parla da solo: nel 2018 non sono mancate novità di rilievo che sono servite ad impreziosire ulteriormente la già ampia offerta della piattaforma. Nelle prime settimane dell'anno è stato pubblicato l'ottimo remake di Shadow of the Colossus, che ha brillantemente rinnovato la formula originale. A marzo ha debuttato anche in Occidente Yakuza 6, l'episodio conclusivo delle avventure di Kazuma Kyriu, a cui ha fatto seguito Yakuza Kiwami 2 durante il periodo estivo. La vera chicca del 2018 di PS4 è ovviamente God of War, vincitore del GOTY ai The Game Awards 2018, nonché una delle migliori esclusive proposte in assoluto nell'attuale generazione. Ma non dimentichiamoci nemmeno di Detroit: Become Human e Marvel's Spider-Man. Parlando del software, il bilancio è positivo anche per quanto riguarda PSVR, considerando che finalmente si sono iniziati a vedere titoli di un certo spessore fare capolino sul visore di Sony. Ci riferiamo soprattutto ad Astro Bot Rescue Mission e Moss, ma rimanendo in tema di esclusive vale la pena ricordare anche Firewall Zero Hour e The Persistence. I 3 milioni di unità vendute sono un traguardo minimo rispetto alla base installata totale di PS4, ma Sony sembra comunque intenzionata a far crescere il segmento VR in ottica futura, come suggeriscono le recenti indiscrezioni in merito alla registrazione di alcuni nuovi brevetti e altre voci di corridoio circolate nell'ultimo periodo. Tornando ad analizzare la situazione attuale del mercato, Sony avrebbe senz'altro potuto fare di meglio con PlayStation Classic, che non ha convinto nemmeno i più nostalgici, vuoi per il catalogo dei titoli inclusi e vuoi per le caratteristiche intrinseche della macchina, che obiettivamente avrebbero meritato più impegno.
Il 2018 di Microsoft e Xbox One – Tanta pianificazione
L'anno di Microsoft si può facilmente riassumere in una parola: pianificazione. Arrivederci e grazie. Scherziamo, ovviamente. Sotto la guida di Phil Spencer la divisione Xbox sta tornando a piccoli passi sulla strada giusta. Merito di una maggiore attenzione riservata alle esigenze dei giocatori, come pure alla fitta rete di accordi che in questi mesi hanno permesso all'azienda di rimpinguare in maniera considerevole il roster degli studi first party. In estate sono arrivati a sorpresa gli annunci delle acquisizioni di Playground Games, Ninja Theory e del nuovo dream team di talenti riunito sotto all'etichetta The Initivative. Ma anche quelle di Undead Labs e Compulsion Games, considerabili di secondo piano ma comunque non prive di interesse. La seconda bordata è stata sganciata in autunno con l'ufficializzazione di Obsidian Entertainment e inXile Entertainment, che contribuiranno a rendere l'offerta di Microsoft davvero trasversale e variegata. Logicamente per apprezzare i risultati di tutti questi investimenti bisognerà armarsi di pazienza, ma questa volta la base per vedere ottime cose negli anni a venire c'è eccome. Nel mentre abbiamo assistito al successo crescente della formula inaugurata con Xbox Game Pass.
Ma non è tutto, perché sul mercato americano sono partiti i primi test di Xbox All Access, il servizio che permette di usufruire di una console della famiglia Xbox comprensiva di sottoscrizione al Game Pass e al Gold con il pagamento di un canone mensile. Come abbiamo già evidenziato altrove, tutte queste mosse strategiche potrebbero gettare le basi per una nuova direzione del mercato, una sorta di modello Netflix applicato al settore dei videogiochi, a cui si legano a doppio filo i rumor sul futuro dello streaming; una prospettiva che sembrerebbe accomunare tanto PS5 quanto Xbox Scarlett e i suoi presunti derivati. Ci sarà tempo e modo di parlarne a tempo debito. Venendo a cose più concrete, dal punto di vista delle esclusive l'anno di Xbox One può considerarsi appena discreto. Forza Horizon 4 ha colpito nel segno, migliorando ulteriormente le già ottime basi della serie, ma a livello mediatico è stato spinto l'acceleratore anche su Sea of Thieves. Meno convincente del previsto l'apporto di State of Decay 2, che non ha generato particolari entusiasmi di critica e pubblico. Più di recente ha debuttato Ashen, affascinante soulslike dalla grafica minimalista, che nel complesso sta raccogliendo buoni giudizi. Insomma, non è una novità: Microsoft può e deve fare di più, a maggior ragione ora che tutte le pedine sembrano essere state messe sulle caselle giuste. Diamo tempo al tempo, perché questa volta potrebbe davvero valerne la pena.
Il 2018 di Nintendo e Switch – L’anno delle conferme
Nel 2018 Nintendo Switch ha continuato a macinare ottimi risultati di vendita, confermando il trend positivo che aveva caratterizzato lo scorso anno. Ciò nondimeno, rimane ancora lontano l'obiettivo di 38 milioni di console vendute entro la fine dell'anno fiscale attuale, che la casa di Kyoto aveva preventivato in primavera. E sebbene Reggie Fils-Aime si sia detto fiducioso, considerata la presenza di nuove esclusive e lo slancio di vendite tipico del periodo natalizio, il presidente Shuntaro Furukawa ha lasciato intendere che bisogna rimanere con i piedi per terra. D'altra parte Nintendo si è già tolta più di una soddisfazione riscattandosi dopo la terribile debacle del Wii U. Nel 2019 il trend Switch potrebbe proseguire sugli stessi ritmi e chissà, magari ricevere un'ulteriore spinta qualora dovesse smuoversi finalmente qualcosa per le esclusive super attese come Bayonetta 3, Metroid Prime 4 o il nuovo Animal Crossing. Nel frattempo sono soprattutto Super Smash Bros. Ultimate e Pokémon: Let's Go, Pikachu!/Let's Go, Eevee! ad alimentare l'entusiasmo dei giocatori.
Durante l'anno che sta per concludersi c'è stato spazio per buoni titoli come Octopath Traveler e Mario Tennis Aces, ma anche per altri giochi esclusivi come Super Mario Party, Kirby Star Allies e la remaster di Donkey Kong: Tropical Freeze. La partecipazione degli studi indipendenti è sempre più viva e palpabile, mentre permane l'annosa questione delle terze parti nel segmento tripla A. Nei mesi scorsi sono approdati su Switch opere come Dark Souls Remastered, Diablo III: Eternal Collection e Valkyria Chronicles 4, ma è evidente che il catalogo dei prodotti multipiattaforma più blasonati continua a rimanere uno dei principali punti dolenti per Nintendo. E poi c'è Nintendo Switch Online. Lanciato a settembre 2018, il nuovo servizio in abbonamento non ha convinto il pubblico, poco persuaso dalla qualità generale della proposta, a maggior ragione se messa a confronto con cosa possono offrire oggi PSN e Xbox Live. Nintendo afferma di volersi sempre e comunque distinguere dalla concorrenza, ma su questo fronte dovrà lavorare sodo per colmare lacune effettivamente poco giustificabili nel mercato attuale.