Se i Remake Fossero Tutti Così…
L’ormai Square Enix e Brownie Brown, team Nintendo di fuorusciti Squaresoft che si occupa materialmente dello sviluppo di Sword of Mana, si son messi alacremente al lavoro per creare un titolo che di un remake avesse solo gli elementi tecnicamente indispensabili: storia, personaggi principali e geografia del mondo saranno ripresi dall’originale, tutto il resto sarà nuovo e diverso. E siccome storia, personaggi e geografia sono la sostanza di qualsiasi JRPG e vanno scoperti solo giocando, noi qui non ne faremo più parola passando subito alle tante novità.
Sword of Mana è un Action RPG in 2D con visuale a volo d’uccello: questo vuol dire che nei combattimenti saremo impegnati direttamente sulla mappa del mondo, brandendo la nostra arma alla semplice pressione del tasto deputato; vuol dire anche che i nemici saranno tutti chiaramente visibili e non ci assaliranno a sorpresa come in un canonico combattimento casuale. Potremo quindi decidere di affrontare il mostro che vediamo di fronte a noi, rischiando la pelle per guadagnare sonanti punti esperienza, o di evitarlo, rinunciando alla gloria ma avendo la certezza di poter proseguire ancora un po’… Il combattimento potrà avvenire da parte nostra con un semplice colpo dell’arma di cui siamo equipaggiati al momento, oppure avvalendoci di un nuovo sistema di combo, sfruttando, ancora, una “supermossa” propria di ogni tipologia di arma possibile solo al riempimento completo di un’apposita barra e, infine, usando oggetti e magie; quest’ultime sono governate da un sistema che passa attraverso la liberazione di alcuni spiriti.
Se i Remake Fossero Tutti Così…
Non saremo sempre soli ad affrontare le avversità: occasionalmente, come nell’originale, si uniranno a noi altri personaggi governati dall’intelligenza artificiale; stavolta però sarà possibile passare da un personaggio all’altro, come in Resident Evil Zero per GameCube, aggiungendo ancora una componente tattica all’impianto. Altre novità riguardano statistiche e menu, ossa fondamentali dello scheletro di un JRPG. Per quanto riguarda le prime, chi ha giocato a MQ ricorderà che, ad ogni raggiungimento di un nuovo livello d’esperienza, potevamo decidere quale caratteristica del nostro eroe privilegiare nel miglioramento delle sue qualità: il concetto rimane, ma stavolta agirà tramite un ben più complesso sistema di classi, cinque in totale. Privilegiando una determinata classe, aumenteranno di più le caratteristiche più attinenti alla stessa. La gestione dei menu è invece presa di peso dal sequel dell’originale, e cioè lo storico Secret of Mana su SNES: il “Master Ring Command” è un sistema che prevede l’apparizione di una sorta di anello attorno al personaggio, anello che ruotato vi permetterà di accedere velocemente alle varie voci del menu; indubbiamente più intuitivo e adatto ad un ARPG che il classico sistema di schermate.
Ancora innovazioni degne di nota sul lato gameplay: sarà presente l’alternanza tra giorno e notte, che influirà sui mostri da affrontare e sul comportamento degli NPC. Infine, la possibilità di giocare in due, non cooperativamente nell’avventura principale ma con una modalità a parte, che però avrà una sua influenza nella modalità single player: più collegherete i vostri GBA a quelli degli amici, più sarà potente un determinato tipo di attacco nella main quest.
In Due si è in Compagnia?
Innovazioni ampiamente presenti anche sul fronte della narrazione: sebbene la trama rimarrà sostanzialmente invariata (ed è solo un bene), cambierà alquanto il modo di proporla, reso adesso molto più adatto al gusto odierno, con dialoghi ricchi ed eleganti e deliziose cut scenes dal taglio cinematografico, ovviamente per quanto possibile su un GBA. A questo proposito, ci teniamo per ultima quella che è forse la novità più grande, che manderà in sollucchero i fan dell’originale: oltre che nei panni dell’Eroe di cui accenniamo all’inizio dell’articolo, sarà possibile giocare l’avventura anche controllando l’Eroina che in Mystic Quest si incontrava poco dopo l’inizio del gioco. Giocando nei panni della ragazza vivremo quindi la stessa avventura da un punto di vista completamente differente, un’occasione che già sappiamo irrinunciabile per chi si è innamorato della storia, e per chi se ne innamorerà. Un RPG da giocare due volte, insomma: niente male per un remake!
Passando all’aspetto tecnico… Grafica, ovviamente, stravolta: il GBA è una macchina diverse volte più potente del GB e i Brownie Brown hanno deciso di attenersi solo vagamente all’originale, riprogrammando tutto dall’inizio, proponendoci elementi diversi, layout modificato e alla fine della fiera una grafica 2D che combatte per il titolo di migliore mai vista, grazie all’irripetibile combinazione dell’abilità dei programmatori BB e della maestria degli artisti Square. Meno novità sul fronte sonoro, che vedrà la riproposizione degli splendidi brani di Kenji Ito ovviamente riarrangiati per sfruttare l’hardware più prestante; ma chi considera MQ una delle esperienze più belle della propria vita videoludica, e, ormai l’avrete capito, chi scrive è tra questi, sa già che va bene così.
Il titolo è già disponibile in versione giapponese, col nome di Shinyaku Seiken Densetsu: per l’occasione Square Enix e Nintendo hanno anche rilasciato una bella edizione limitata del GBA SP denominata Mana Blue; chi non avesse la possibilità di addentrarsi nel testo giapponese, può aspettare il 1 Dicembre per la versione americana o l’anno prossimo per quella europea, localizzata con ogni probabilità anche in Italiano.
“Nell’Impero di Glaive, uno schiavo gladiatore è costretto a lottare contro mostri malvagi comandati dal Signore delle Tenebre. Ma quando il suo migliore amico viene ferito a morte, egli viene a conoscenza di un pendente segreto che gli darà grande potere…”
Così esordiva la descrizione sul retro dell’edizione italiana di Mystic Quest, nel lontano 1993: Action RPG Square per l’originale Game Boy in bianco e nero, Mystic Quest era il nome europeo di quello che in Giappone, uscito due anni prima, era noto come Seiken Densetsu, e in America, potenza del marketing, come Final Fantasy Adventure. Nient’altro che il primo episodio di una storica saga di ARPG che sarebbe poi continuata su Super NES e PlayStation col nome di Secret/Legend of Mana; un titolo delizioso che su GB faceva concorrenza nientemeno che a Zelda in quanto a qualità, e che è rimasto ben vivo in un angolino del cuore di chiunque l’abbia giocato. Ecco perché, il giorno in cui Square annunciò che tra i primi titoli sviluppati per GameBoy Advance c’era proprio il remake di Mystic Quest, diverse persone si ritrovarono improvvisamente con un largo sorriso sulle labbra…