Tales of Mistery
In Tales of Destiny il protagonista, si è detto, era Stahn Aileron, un simpatico avventuriero che suo malgrado viene "scelto" come portatore di una spada incantata senziente, una cosiddetta Swordian, di nome Dymlos. Dopo essersi unito agli altri portatori e alle loro Swordian, Stahn era riuscito a sventare una guerra globale fra i vari regni del pianeta e a sconfiggere un malefico semidio, ultimo rappresentante di una razza di superumani ormai estinta che abitava il pianeta prima degli uomini, ma solo al costo della vita delle stesse Swordian, che sparivano nel nulla, mentre la vita tornava alla normalità per tutti... Tales of Destiny 2 comincia diciotto anni dopo. Stahn si è sposato con Rutee Katrea, che un tempo impugnava una Swordian, Atwight per la precisione, insieme agli altri eroi di Tales of Destiny, che adesso conducono serenamente le loro vite. Dalla loro unione è nato il protagonista quindicenne di questo Tales of Destiny 2, Kyle Dunamis. Da quei pochi dettagli che Namco ha rilasciato sul plot di questo sequel, sappiamo per certo che Kyle non ha mai incontrato fisicamente suo padre, e che per essere degno dei racconti che si narrano sulle leggendarie imprese del genitore si è un po' fissato sull'eroismo, in puro stile maniacale nipponico. La controparte femminile di Kyle sarà Lyla, una ragazzina che possiede un misterioso e distruttivo potere... Pochi dettagli davvero, più indiscrezioni che altro: sappiamo che il mondo esplorato anni fa sarà riproposto e ampliato, sappiamo che si incontreranno i vecchi personaggi (come un invecchiato Garr Kelvin, la sorella Chelsea - peraltro apparsa come cameo in Tales of Eternia - e la dolce Philia Felice), che saranno presenti almeno come citazione gli Swordian e che un misterioso personaggio del prequel (chi ha detto Leon Magus?) giocherà un ruolo cruciale in questa nuova avventura.
L'eco della tradizione
E forse è un'ottima idea quella di Namco di lasciare invariato il sistema di gioco e sopratutto di combattimento di questo quarto capitolo della saga, che sfrutterà le moderne capacità tridimensionali della PlayStation2 solo in minima parte, riservando la loro applicazione agli spettacolari effetti speciali che animeranno le battaglie e alla mappa del mondo. 2D duro e puro, quindi, e dalle immagini mostrate di certo appare come un 2D di elevatissima qualità: i personaggi, dal character design ancora una volta ricercato e tipicamente nipponico, sono definiti e colorati, così come le ambientazioni, gli sfondi dei combattimenti e i nemici stessi, sprite secondari realizzati tuttavia davvero egregiamente. Nitido, curato... sembra un vero cartone animato Tales of Destiny 2, e lo dimostrano certe spettacolari immagini rilasciate da Namco, che lasciano davvero a bocca aperta. Ma se da una parte l'impostazione tecnica non ha subito grossi cambiamenti, pare che la stessa sorte sia capitata al gameplay, ma in modo differente: effettivamente, la struttura ludica della serie Tales è sempre stata esente da particolari difetti, intrigante, complessa e divertente, e stravolgerla avrebbe avuto ben poco senso. Tornano così i combattimenti (ai quali possono partecipare quattro giocatori simultaneamente) simil-picchiaduro, che sostituiscono l'obsoleta formula "a turni" in favore di scontri di pura azione, ricchi di possibilità belliche, fra incantesimi, mosse speciali, combinazioni di attacchi e chi più ne ha più ne metta. Ma attenzione: il cosiddetto "Trust & Tactical Linear Motion Battle System" (TTLMBS) è stato ulteriormente perfezionato, grazie all'inserimento di un comodo Auto-zoom che consente di concatenare con maggior precisione i colpi e le magie. E non solo, adesso gli SP (Spiritual Point) influenzeranno l'accuratezza degli attacchi, questo vuol dire che più magie o mosse speciali userete, sprecando SP, meno andranno a segno i vostri colpi; e per finire, un po' come succedeva in Tales of Eternia, anche adesso ogni combattimento verrà valutato qualitativamente, tramite la distribuzione di punti che, una volta raggiunto un numero sufficiente, potranno essere impiegati per potenziare l'equipaggiamento. Sembra un tuffo nel passato che profuma di nuovo, questo Tales of Destiny 2; un RPG che saprà farsi apprezzare dagli appassionati e da tutti coloro che cercano un gioco profondo e appassionante. Se Namco manterrà le sue promesse, che paradossalmente si presentano come un allacciamento al passato, alla tradizione, piuttosto che uno sguardo rivolto al futuro, ci potremmo ritrovare fra le mani un videogioco che dimostra davvero come sia più importante "giocare e divertirsi" piuttosto che "ammirare" un miliardo di poligoni che lasciano il tempo che trovano.
La storia di questo Tales of Destiny 2 è un po' particolare, e si farà ricordare per il bizzarro equivoco provocato dai soliti stravolgimenti logistici operati in fase di localizzazione linguistica. Sappiate che Tales of Destiny 2, infatti, esiste già! O meglio, esiste un episodio della stessa saga (Tales) prodotto per PSOne che porta lo stesso titolo. Com'è possibile? Facciamo un viaggetto nel tempo: sette anni fa usciva per SNES una cartuccia dalle dimensioni impressionanti, Tales of Phantasia, che riscosse un enorme successo in patria e che non venne localizzato in inglese perchè lo SNES era già sulla via del tramonto. Pochi anni dopo, per Sony PlayStation, Namco produceva un seguito, Tales of Destiny, che fu apprezzato sopratutto dai nostalgici per via della realizzazione tecnica non proprio moderna ma anche per l'estrema qualità e profondità del gameplay. Tales of Destiny, questa volta, fu localizzato in inglese, e finalmente rese famosa una saga splendida oscurata dai vari Final Fantasy e Dragon Quest. Per inciso, esattamente come per le serie citate, anche fra i vari Tales non esistono collegamenti a livello narrativo (tranne che nel videogioco Tales of Fandom, un divertissement fuori-serie dove si incontrano tutti i personaggi in minigames più o meno spassosi). Torniamo a noi... dopo due anni, su PlayStation arriva anche un porting di Tales of Phantasia, ma a causa dello stile fin troppo retrò, non vede la luce su territorio occidentale e passa inosservato. Infine, nel '99, fa la sua comparsa sull'ormai leader del mercato PSOne Tales of Eternia, il terzo titolo della serie... ed eccoci al problema: il bellissimo Tales of Eternia viene tradotto in lingua inglese, ma per motivi di marketing il titolo in America viene cambiato in Tales of Destiny 2, nonostante l'assenza di collegamenti fra la storia di Stahn Aileron (protagonista di ToDestiny) e quella di Reid Harschel (protagonista di ToDestiny2 o ToEternia). Bizzarro perciò che, mentre una parte di Namco è impegnata nello sviluppo di un fantomatico Tales of Phantasia per Gamecube (un remake? No. Un seguito? Forse...) e un'altra sta portando a termine il porting dell'originale Tales of Phantasia per Gameboy Advance, un altro gruppo ancora tiri fuori improvvisamente dal proverbiale cilindro un vero e proprio sequel dell'episodio "di mezzo", per la nuova console Sony. Quando si dice "multipiattaforma"...