È evidente come negli ultimi anni i giocatori abbiano avuto la fortuna di assistere a una rivoluzione silenziosa del settore che si è concretizzata in una crescente offerta di titoli capaci di combinare trame ad alta valenza narrativa a meccaniche sempre più complesse e stratificate. Spesso anche molto impegnative nella maniera più positiva possibile e frutto della commistione di generi talvolta molto lontani tra loro.
Esattamente nel solco tracciato da questo filone si inserisce The Alters, una proprietà intellettuale nuova di zecca sviluppata da uno dei tanti team interni di 11 bit studios, talentuosa software house polacca che negli anni ci ha regalato degli incredibili gioielli come This War of Mine e Frostpunk (magari non ve ne siete accorti ma è freschissimo il nostro articolo sul seguito, Frostpunk 2).
Recentemente abbiamo potuto assistere a una lunghissima presentazione del gioco in compagnia di alcuni rappresentanti del team di sviluppo che, pad alla mano, ci hanno mostrato il titolo giocato in tempo reale, pur con i dovuti accorgimenti tipici di una demo da mostrare nel caos della fiera. Non possiamo nascondere di essere usciti dalla piccola stanza dello sviluppatore con parecchie idee confuse in testa, e soprattutto con un'impressione completamente differente dalle aspettative che ci eravamo fatti ai tempi del primissimo teaser, in cui credevamo che si trattasse di una rivisitazione interattiva dello splendido stratagemma narrativo messo in scena al cinema da Duncan Jones con Moon. L'atmosfera è comunque quella spaziale, ma in The Alters i colpi di scena saremo noi a crearli e, soprattutto, l'elemento cardine a mettere in funzione le attività del giocatore non sarà la solitudine, ma il suo esatto e schizofrenico opposto: dover gestire e interagire con molteplici varianti di Jan, il protagonista.
Un gameplay originale e stratificato
Potrebbe risultare davvero difficile identificare con assoluta precisione il genere di appartenenza di The Alters; in realtà come è già capitato in passato con i titoli più imponenti di 11 bit studios che facevano dell'ibridazione la propria cifra stilistica. In parte survival con un enorme focus sull'esplorazione di un mondo impervio e pericoloso, in parte strategico gestionale con meccanismi da base building e in parte avventura con lunghi dialoghi dove saremo costretti a scegliere con molta attenzione quali risposte dare ai nostri interlocutori. Tutto chiaro? Probabilmente starete scuotendo la testa e tenete conto che questo è soltanto un antipasto di quelle che saranno le meccaniche finali, visto e considerato che nel titolo sono presenti anche diversi spunti da life simulator in stile The Sims e sullo sfondo c'è persino un limite temporale che ci costringerà a prendere le nostre decisioni ben consci che una calamità inevitabile potrebbe causare il game over anticipato.
In questi tre giochi in uno (e vogliamo essere riduttivi), quello che dovremo in concreto fare sarà affrontare una componente esplorativa con visuale in terza persona dove, nei panni di uno Jan, dovremo andare in giro per il pianeta alla ricerca di risorse utili a far progredire la base e, in ultimo, consentire il suo spostamento in aree più riparate del pianeta così da ritardare il più possibile l'azione della radiazione solare e, magari, costruire un nuovo razzo capace di farci lasciare l'orbita del globo. Da quanto ci è stato detto, tra l'altro, il pianeta offrirà una vastità di biomi, ognuno con la sua unicità, i suoi pericoli e le sue risorse da raccogliere. Dal deserto irradiato alle foreste rigogliose, ogni luogo dovrebbe essere fortemente caratterizzato anche sul fronte estetico e artistico e non sono da escludere, a parere di chi scrive, persino minacce viventi e non solo ambientali.
Allo stesso tempo però dovremo anche organizzare questa base con una visuale laterale e una dinamica che per meccaniche potrebbe ricordare un gestionale vecchio stile, ma che per prospettiva rimanda a un più recente Fallout Shelter. Sfruttando proprio le risorse recuperate nella fase esplorativa, potremo infatti costruire nuove stanze che serviranno a tenere a bada le necessità fisiche e psicologiche degli alters e, allo stesso tempo, consentiranno ad essi di svolgere le professioni in cui sono competenti per creare nuovi strumenti, attrezzi e gadget che, a loro volta, serviranno a permettere un'esplorazione verso le zone più recondite del pianeta e quindi la raccolta di ulteriori risorse via via più rare. Non ultimo, far progredire il nostro rifugio improvvisato ci permetterà di creare nuovi alters e anche di ingrandire e rendere più sicura la base stessa, generando ulteriore dinamismo nel loop di gameplay.
Ma chi sono questi alters?
Alla base di tutto il gioco ci sono però gli alters che danno il titolo al progetto. Si tratta a tutti gli effetti di versioni alternative di Jan, il protagonista del gioco: un esploratore spaziale inviato da una non meglio specificata compagnia mineraria a raccogliere un cristallo rarissimo, il Rapidium, sulla superficie di lune, pianeti e asteroidi. Peccato che un incidente lo costringerà a precipitare su uno di questi globi terracquei e a trovare in fretta e furia una soluzione per scappare da un'immensa radiazione solare capace di disintegrare qualsiasi forma di vita. Un obiettivo impossibile da raggiungere in solitudine ed è qui che entrano in gioco i cloni o "alters". Attraverso un escamotage narrativo e un macchinario speciale, Jan sarà infatti in grado di analizzare il proprio DNA e il percorso di vita personale che lo ha reso l'uomo attuale alle prese con le difficoltà del momento, per generare una versione alternativa di sé stesso nata sulla base di una diversa decisione presa in un momento cruciale della sua esistenza.
Giusto per darvi un esempio concreto e più chiaro: immediatamente dopo gli studi universitari, Jan scelse di andarsene via dalla sua città natale intraprendendo quella carriera che l'ha poi portato a viaggiare tra le stelle. Ma se avesse scelto di rimanere nella sua casa con i genitori cosa sarebbe successo? Ed è esattamente a partire da questa scelta cruciale che potremo generare un feto all'interno della base, portare al suo accrescimento e alla nascita di un adulto che però ha scelto un altro percorso di vita, creando così un nuovo Jan: stessi sentimenti, stessa memoria (fino al momento della diversa decisione), ma un nuovo percorso professionale e soprattutto nuove esperienze emotive. Nel caso specifico del nostro esempio, un minatore.
Ma la gestione degli alters è molto più complessa della pura selezione di bivi per tirare fuori dal macchinario di clonazione persone specializzate in altre professioni. Ogni Jan alternativo avrà infatti delle sue specifiche memorie dovute al diverso percorso di vita intrapreso, e questo potrebbe creare delle spaventose dissonanze cognitive. Mantenendo sempre l'esempio del minatore, lo Jan rimasto nel suo paese di origine per seguire le orme del padre e, per questo, diventato un dipendente di una società mineraria, ha subìto in passato un gravissimo incidente sul lavoro che l'ha portato a perdere un braccio. Tuttavia il protagonista "clonato" nella base spaziale il braccio ce l'ha eccome, essendo generato da un feto senza alcun tipo di incapacità fisica o mentale.
Cosa può succedere quando un uomo ha perfettamente impresso nella sua memoria lo schiacciamento di un arto dovuto a un macchinario e soprattutto anni e anni di vita con una importante incapacità fisica, ma ora si ritrova di punto in bianco a tornare ad avere quel braccio? Esatto, la pazzia potrebbe prendere il sopravvento. E noi dovremo gestire numerosi casi di questo tipo visto che ogni alter sarà frutto di difficili scelte prese dallo Jan originale in momenti cruciali della sua vita e soprattutto avrà bene impresso nella sua testa e nel suo cuore tutte le conseguenze di quelle decisioni. Decisioni che, all'improvviso, non avranno più una valenza visto e considerato che queste persone si ritroveranno catapultate nello spazio in una base costruita in fretta e furia su un pianeta che sta per subire una devastante radiazione solare.
Un gioco davvero originale
Ribadiamo ancora una volta che purtroppo non abbiamo avuto l'opportunità di giocare in prima persona The Alters, ma ci siamo potuti limitare a vedere il titolo in azione davanti ai nostri occhi e ovviamente ad interagire con il team di sviluppo estremamente disponibile davanti alle nostre mille richieste di delucidazioni. Ciò che però ci è rimasto maggiormente impresso alla fine della presentazione è la genialità di un progetto così piccolo, indipendente e chiaramente orientato verso un pubblico ristretto ma non per forza di cose di nicchia, che potrebbe davvero venire rapito da un loop di gameplay originale e capace di dare un nuovo significato al concetto di rigiocabilità.
Chiaramente se tutte le cose si incastreranno nel modo giusto, se l'esperienza non sarà eccessivamente lunga e se, soprattutto, i momenti cardine dell'avanzamento della trama saranno davvero generati in funzione delle decisioni prese nel corso del gioco, e quindi degli alters prodotti che, per forza di cose, non potranno essere infiniti.
Ogni alter rappresenta un sentiero non percorso, una scelta non fatta. E la cosa bella è che non tutte queste strade sono positive: alcune portano a oscuri baratri come il desiderio di autodistruzione o profondi rimpianti per aver scelto di lasciare una donna per dedicarsi alla carriera invece di costruirsi una famiglia. La speranza è che queste non siano semplici scelte binarie, ma i risultati di una complessa rete di decisioni e circostanze che, tra l'altro, comporteranno nuove storie scritte a mano, si spera, da 11 bit studios. Un team che, su questo fronte, ha dimostrato già di saperla lunga.
The Alters è un titolo davvero peculiare e con quel tasso di originalità che soltanto le produzioni indipendenti possono possedere. Non è solo una questione di avere, in concreto, tre giochi in uno, tutti perfettamente funzionanti e incredibilmente mescolati per essere interconnessi nel loop di gameplay, ma anche di offrire un'idea narrativa all'insegna delle scelte da effettuare e delle conseguenze da subire, le cui ripercussioni modificano sostanzialmente l'avanzare della storia e del gameplay stesso. Chiaramente ci sono moltissimi elementi del gioco che andranno verificati e testati una volta che potremo giocarlo in prima persona, ma per ora il potenziale di The Alters è enorme e lo reputiamo già una delle sorprese più interessanti dell'anno. Ora non resta che attendere il 2024, quando il progetto arriverà su PC, PlayStation 5 e Xbox Series. Mese e giorno preciso, ancora non ci è dato saperlo.
CERTEZZE
- Visionario e originale
- La componente narrativa così interconnessa col gameplay è molto interessante
- L'ibridazione tra generi ha un grande potenziale
DUBBI
- Tutte le storie dei vari alters saranno incredibili come quelle mostrate nella presentazione?
- Le parti esplorative potrebbero essere ripetitive nelle dinamiche
- Quanto sarà rigiocabile?