È passato quasi un anno da quando Blizzard ha lanciato Battle for Azeroth, la settima espansione di World of Warcraft. Il MMORPG che ha cambiato tutto prosegue la sua corsa nel momento più buio di un genere ormai agonizzante: nell'era dei Game As Service e dei MMO free to play, restano praticamente soltanto World of Warcraft e Final Fantasy XIV a pretendere una sottoscrizione mensile. Quest'ultima dovrebbe suggellare una specie di patto col giocatore che, in un mondo ideale, paga in cambio di qualità e contenuti costanti, ma purtroppo non sempre le cose filano come dovrebbero: una lezione che i fan di Blizzard hanno imparato molto bene, soprattutto negli ultimi tempi. La compagnia di Irvine sta vivendo un momento non proprio brillante, come ha dimostrato Battle for Azeroth, un'espansione incerta e piena di contraddizioni cui è mancato ritmo e continuità. Il nuovo aggiornamento, Ascesa di Azshara, punta a trattenere i giocatori con un nuovo ciclo di contenuti che, sulla carta, sembrerebbero avere una certa potenzialità.
Nazjatar e Meccagon
Ascesa di Azshara prosegue la frammentaria campagna di Battle for Azeroth col faccia a faccia che i fan di World of Warcraft aspettavano da molti anni. Sul fronte della storyline principale che contrappone Orda e Alleanza, abbiamo una svolta significativa col ritorno di Thrall e la decisione di Jaina di aiutare l'Orda a spodestare il suo capoguerra Sylvanas Ventolesto, ormai completamente fuori controllo. La trama continua a sembrarci un rimpasto della guerra contro Garrosh Malogrido in Mists of Pandaria e Warlords of Drenor, ma dobbiamo ammettere che i dialoghi e il carisma dei personaggi coinvolti induce una sensazione molto più positiva. Alcuni credono che Blizzard stia puntando a unificare Orda e Alleanza in una stessa fazione: sembra assurdo, ma alcune cinematiche danno effettivamente questa impressione. Vedremo che cosa succederà in futuro. Intanto, abbiamo un'altra gatta da pelare, ed è appunto la minaccia di Azshara. La regina dei Naga, che abbiamo affrontato indirettamente in alcune missioni a inizio espansione, ha infine mosso guerra contro la terraferma, inghiottendo le flotte dell'Alleanza e dell'Orda nella regione di Nazjatar.
Questa nuova mappa è il teatro principale dell'aggiornamento. Si tratta di una location non dissimile dal pianeta Argus visitato a fine Legion o le Terre del Fuoco di Cataclysm, cioè un'intera mappa piena di missioni da completare, nemici vecchi e nuovi nonché una zona d'incursione che aprirà fra un paio di settimane, il Palazzo Eterno, dove affronteremo otto boss che comprendono Azshara in persona a fine incursione. Nazjatar è una regione subacquea - sebbene si cammini per la maggior parte del tempo - sotto il dominio dei Naga, tuttavia Blizzard ha mescolato PvE e PvP con una serie di obiettivi che si attivano ciclicamente e garantiscono alla fazione dominante la possibilità di acquistare oggetti speciali come cavalcature e mascotte presso gli appositi venditori. Accessibile solo dopo aver raggiunto il livello massimo e sbloccato le missioni mondiali, Nazjatar servirà ai giocatori più casual per mettersi in pari con l'equipaggiamento grazie agli oggetti Bentici. È un sistema che abbiamo già visto nelle precedenti espansioni: questi oggetti si convertono in pezzi di equipaggiamento di alto livello con caratteristiche casuali, tuttavia è possibile potenziare quelli che preferiamo spendendo le Perle di Mana Prismatiche e spedirli agli altri personaggi nel nostro account.
Nazjatar, insomma, è una zona improntata spiccatamente sul farming, e non solo di missioni giornaliere, oggetti Bentici e collezionabili di ogni tipo, ma anche per quel che riguarda le nuove reputazioni, i boss mondiali, i punti Azerite e i materiali di artigianato inediti. Insomma, ci sono abbastanza contenuti, imprese e traguardi da raggiungere per impegnarsi qualche mese, e la cosa bella è che questa è solo una delle due zone nuove. L'altra è infatti Meccagon, l'isola perduta degli Meccagnomi. I giocatori si uniranno a una nuova fazione - la Resistenza di Bullonaccio - per riconquistare lentamente la mappa seguendo una storyline strampalata, com'è giusto che sia, che culminerà in una "mega" spedizione per cinque giocatori, Operazione: Meccagon. La nuova spedizione ricalcherà le sfide già affrontate in passato nella vecchia Karazhan, richiamando alla memoria un tempo in cui le spedizioni erano impegnative, duravano ore e necessitavano di un certo livello di comunicazione per essere completate. All'esterno, tuttavia, Meccagon è una mappa di discrete dimensioni, piena zeppa di attività: missioni giornaliere, obiettivi PvP, nemici élite da scovare, materiali da accumulare per fabbricare giocattoli, mascotte e cavalcature, nonché potenziare un apposito monile personalizzabile.
Il cuore dei casual
Le due nuove mappe sembrano ricchissime di contenuti, certo, ma dobbiamo ammettere che ci ha destato non poca preoccupazione l'insistenza con cui Blizzard ha marciato sulle missioni mondiali, il farming e, soprattutto, la ricerca di collezionabili, cavalcature in particolare. È vero che è stato introdotto un nuovo sistema che permette di personalizzare le abilità della nostra cavalcature tramite oggetti specifici che le consentiranno, per esempio, di camminare sull'acqua o di non farvi più disarcionare, ma sembra proprio che la società di Irvine stia cercando di abbracciare un'utenza molto casual che in World of Warcraft cerca soltanto qualche ora settimanale di svago da dedicare al collezionismo. Le incursioni e le spedizioni arriveranno - e in poche settimane esauriranno ogni interesse, come al solito - ma la quantità di collezionabili aggiunta in questo aggiornamento è veramente impressionante, soprattutto se consideriamo l'implementazione di una nuova spedizione per mascotte e di alcune nuove opzioni per la trasmogrificazione.
L'impressione, insomma, è che Blizzard stia deviando l'attenzione dei fan di World of Warcraft dai contenuti più impegnativi, che comunque continueranno a registrare l'interesse dei giocatori appassionati, a un'esperienza maggiormente casual, adatta a tutti e soprattutto a chi vuole giocare un po' alla volta senza strapparsi i capelli. Non è un caso, forse, che questo aggiornamento introduca la seconda parte dell'impresa Ricognitore, che permette - finalmente - di volare anche in alcune mappe dell'espansione. Contemporaneamente, però, Ascesa di Azjara mette stranamente mano anche a un'altra feature che non ci ha mai convinto completamente e che, a quanto pare, non aveva convinto del tutto neppure i ragazzi di Irvine: il Cuore di Azeroth. L'amuleto leggendario, che abbiamo infuso coi punti Azerite per sbloccare nuovi bonus nei pezzi di armatura corrispondenti, è stato pesantemente rivisto e adesso funziona con le Essenze che i giocatori otterranno sconfiggendo certi nemici o completando missioni e obiettivi specifici. Le Essenze, distribuite a più livelli di potenza, garantiscono benefici e abilità interattive inedite, e conferiscono al giocatore un nuovo meccanismo di personalizzazione del suo personaggio.
Questo significa, insomma, che Blizzard non è ancora del tutto convinta delle decisioni prese nello sviluppo di un'espansione che continua a cambiare i meccanismi di alcune feature rappresentative letteralmente in corso d'opera. È evidente che gli sviluppatori stanno rispondendo alle critiche mosse dai giocatori, rischiando uno squilibrio nelle performance delle varie classi che sicuramente alimenterà discussioni su discussioni nei forum ufficiali e non, ma al momento abbiamo la netta sensazione che a Irvine stiano procedendo un po' a tentoni mentre cercano la soluzione ideale per chiudere l'espansione nel modo migliore possibile. Fortunatamente, le nuove storyline sembrerebbero voler restituire all'intreccio la dignità e l'epicità che gli sono mancate fin dall'inizio, ma ogni contenuto, ogni novità, sembra essere stata pensata per scaraventare i giocatori casual nel loop del farming, peraltro allontanando al tempo stesso tutti quelli che amano crescere più personaggi, operazione sempre più impegnativa con tutti questi obiettivi individuali da completare. Qualcuno direbbe che è nell'interesse di Blizzard far giocare i suoi utenti il più a lungo possibile... e va anche bene, sperando che il prossimo aggiornamento non si faccia attendere fino al 2020. Cosa che, ripensando al passato, è altamente probabile.