A volte è bello essersi sbagliati e poter in un certo senso fare un mea culpa liberatorio. Qualche giorno fa, partendo da un'intervista di Adam Kicinski, il CEO di CD Prjekt Red, con un sito polacco, avevamo pensato che in qualche modo il prossimo titolo maggiore dello studio dei The Witcher potesse fare delle concessioni ai nuovi modelli economici (microtransazioni e affini). Rileggiamo le sue parole:
"Vogliamo sperimentare in nuovi campi che non abbiamo esplorato con i The Witcher. Non posso dire molto su Cyberpunk, a parte che, come al nostro solito, abbiamo grandi ambizioni. Puntiamo ancora più in alto. Siamo interessati a rendere Cyberpunk commercialmente ancora più significativo. L'online è necessario, o raccomandato se vuoi avere successo sul lungo periodo. A un certo punto abbiamo fatto menzione che Cyberpunk avrà degli elementi online. Il multiplayer è importante dal punto di vista strategico, perché noi vogliamo mettere piede commercialmente nei giochi come servizi, ossia giochi che generano entrate stabili da periodo a periodo."
Fortunatamente pare che CD Projekt Red abbia qualcosa di molto diverso in mente, perché rispondendo ieri su Twitter a chi gli chiedeva numi sulla faccenda, evidentemente non fraintesa soltanto da noi, ha risposto: "Non preoccupatevi. Quando pensate a Cyberpunk 2077, pensate più o meno a The Witcher 3: grande single player, mondo aperto, gioco di ruolo incentrato sulla narrazione. Nessuna trappola. Otterrete quello per cui pagherete, niente stronzate, solo un videogiocare onesto come quello di Wild Hunt. Noi lasciamo l'avidità ad altri."
Insomma, niente microtransazioni o trucchetti vari per spingere i giocatori a fare acquisti in-app. A questo punto però siamo ancora più curiosi di scoprire il gioco, per capire come faranno a farlo sopravvivere sul lungo periodo. Magari con delle espansioni più diluite nel tempo rispetto a quelle di The Witcher 3?