Ovviamente, un affare come quello del crollo del PSN per un mese e più non si esaurisce con il ritorno online del servizio, soprattutto perché sono stati coinvolti anche dei governi nazionali.
L'ultima notizia è che Sony è stata accusata di aver minimizzato la situazione e nascosto informazioni riguardanti l'attacco degli hacker. È la stessa società ad averlo ammesso in un rapporto inviato al ministro dell'economia giapponese, dove c'è scritto nero su bianco che Sony sapeva molto di più di quanto portato a conoscenza del pubblico.
Già dal 25 Aprile la società era conscia del furto dei dati, ma i comunicati ufficiali, dei quali è risaputo che non bisogna MAI fidarsi, parlavano ancora soltanto di rischi potenziali.
Come di rischi parlò Kaz Hirai durante la conferenza stampa del 1° Maggio, dove non venne ammesso il furto di dati, ma si parlò della possibilità che questo fosse avvenuto.
Sony si è difesa affermando che non voleva gettare nel panico gli utenti rivelandogli ciò che ben sapeva, anche perché rischiava di farli inferocire non potendogli dire quali dati erano stati effettivamente trafugati.
Va bene, ma tanto ormai siamo tornati a giocare, che ci importa della verità?
Fonte: Destructoid