Lo strumento di classificazione della diversità dei personaggi dei videogiochi vantato da Activision Blizzard ha fruttato all'editore americano più critiche che consensi, tanto che ha dovuto chiedere scusa alla comunità. Semplicemente, per molti ridurrebbe le diversità a delle metriche strane e degradanti.
L'obiettivo di Activision Blizzard era in realtà molto differente e mirava a mostrare il lavoro che la compagnia sta facendo per aumentare l'inclusività dei suoi giochi, creando personaggi diversi.
Il problema è che uno strumento del genere è decisamente imbarazzante, soprattutto perché riduce la diversità a dei numeri e, di fatto, va a stabilire dei criteri di selezione che appaiono abbastanza razzisti, ad esempio stabilendo come normale un certo modello di personaggio, intorno al quale costruire le differenze distanziandosene.
Insomma, le intenzioni erano buone, ma il risultato lascia molto a desiderare. Così la compagnia è dovuta correre ai ripari dichiarando che il nuovo strumento è stato testato internamente ma non è ancora in uso tra i team di sviluppo. Inoltre ha aggiornato il post del blog in cui lo aveva annunciato per spiegare meglio la sua funzione e come non sia l'unica iniziativa mirata a tutelare la diversità nei suoi giochi.
Naturalmente ha anche chiesto scusa a chiunque si sia sentito offeso.