Sono giornate strane per Bandai Namco. La società giapponese è reduce da uno dei suoi più grandi successi, Dragon Ball: Sparking! Zero, nuovo capitolo della serie nota in occidente come Budokai Tenkaichi. Il picchiaduro ad arena 3D ha venduto tre milioni in 24 ore, risultato che lo mette in diretta competizione con il colosso Super Smash Bros. Ultimate di Nintendo che aveva piazzato 5 milioni di copie in tre giorni.
Dall'altro lato, emerge un report di Bloomberg secondo il quale Bandai Namco ha deciso di tagliare il personale e cancellare lo sviluppo di vari giochi.
Successo e fallimento, tutto in un istante
Le informazioni parlano delle cancellazioni di un gioco di Naruto e One Piece, opere comunque di punta per la compagnia, che paiono però non aver convinto appieno la dirigenza. Inoltre, si parla della cancellazione di un gioco su contratto per Nintendo: forse una potenziale esclusiva per Nintendo Switch 2 (nome non ufficiale)?
Difficile dirlo per il momento, ma certamente non fa ben presagire. Sia chiaro, tutti i grandi editori si ritrovano spesso a dare il via ai progetti e poi cancellarli prima di annunciarli. Il report non rende chiaro a che fase dello sviluppo fossero questi giochi, ma pare credibile che le molteplici cancellazioni abbiano reso superflui una serie di dipendenti. I team giapponesi in questi anni non sono stati i più colpiti dai grandi licenziamenti, ma è chiaro che nemmeno loro sono immuni.
La parte problematica del discorso è anche legata al come Bandai Namco starebbe cercando di allontanare il personale. Secondo il report, l'editore usa la pratica dell'oidashi beya (traducibile in "stanze di esplulsione"). In pratica manda il personale in stanze dove non vi è nulla da fare, mettendogli pressione a licenziarsi "volontariamente" (che è più semplice piuttosto che licenziare direttamente il dipendente). Si afferma che così facendo Bandai Namco stia cercando di allontanare un totale di 200 persone su 1.300 e che per il momento già 100 abbiano lasciato il lavoro.
Chiaramente Bandai Namco nega queste ultime accuse e afferma solo che alcuni dipendenti devono attendere che gli venga assegnato un nuovo compito, quando sarà disponibile.
Il punto però è che dal punto di vista esterno fa impressione vedere come, in un momento di enorme successo, la compagnia abbia comunque bisogno o desiderio di licenziare centinaia di persone. Ci ricorda ancora una volta come chi si trova "dall'altro lato della barricata dei videogiochi" rispetto a noi vive in uno spazio precario, dove una ditta celebrare un successo con una mano e cancellare da una lista duecento persone con l'altra. I videogiocatori, purtroppo, non possono fare molto più se non premiare i buoni giochi con i propri soldi, sperando che basti per far rimanere in piedi i team di sviluppo.