In un modo o nell'altro, sembra che Assassin's Creed Shadows continui ad essere al centro di polemiche, in questo caso con un'accusa mossa dal gruppo specializzato in rievocazioni storiche, Sekigahara Teppo-tai, al quale le recenti scuse di Ubisoft non sono bastate per il "furto" di una bandiera, e ha intenzione di andare oltre.
Come abbiamo riportato qualche giorno fa, il gruppo in questione, che è specializzato in rievocazioni storiche incentrate sul periodo feudale giapponese, ha accusato Ubisoft di aver usato una sua bandiera senza autorizzazione, comparsa in alcuni artwork relativi al nuovo capitolo della serie di videogiochi.
Dopo che qualcuno si è accorto della cosa e l'ha portata all'attenzione del pubblico, Ubisoft ha prontamente chiesto scusa per l'uso non autorizzato della bandiera, e ha riferito che l'artwork in cui questa compare non verrà più utilizzato in maniera ufficiale.
Tra bandiere rubate e petizioni
Tuttavia, questo non sembra essere bastato al Sekigahara Teppo-tai, il quale ha riferito di non essere ancora soddisfatto.
Il problema, infatti, è che questa illustrazione è stata stampata sull'art book incluso nella Collector's Edition di Assassin's Creed Shadows, e questo ovviamente rappresenta un inconveniente notevole.
Nel suo messaggio di scuse, Ubisoft ha menzionato la questione, riferendo di voler rimuovere la bandiera da tutti gli artwork digitali tranne che in quelli già stampati sull'art book, ma sembra che il gruppo di rievocazione storica abbia tutte le intenzioni di proseguire la protesta fino alla rimozione anche della versione stampata.
"I membri del Sekigahara Teppo-tai hanno discusso della questione ancora", ha affermato l'utente X matchlock_kage, che si è fatto portavoce della questione, "Abbiamo chiesto a Ubisoft di rimuovere l'immagine anche dall'art book dell'edizione da collezione. Non sono sicuro che questo sia possibile, ma ho comunque contattato la compagnia sulla questione".
Attendiamo dunque eventuali sviluppi sulla faccenda, che peraltro è arrivata a pochi giorni di distanza da quella sulla nota petizione che chiedeva la cancellazione del gioco per presunte imprecisioni storiche relative soprattutto al protagonista di origini africane.