Come vi abbiamo segnalato nella giornata di ieri, Xbox One e Xbox Series X|S sono state al centro di una piccola ma interessante scoperta. Il nuovo update di sistema, per ora disponibile unicamente per gli "Alpha skip ahead" tester, permette di utilizzare una versione di Edge basata su Chromium. Il fatto di per sé è poco interessante, se non fosse che tale versione permette di sfruttare una serie di servizi in streaming. Parliamo ovviamente di Google Stadia e GeForce Now.
Come detto, si tratta di una funzione per ora limitata a pochi utenti e il suo utilizzo non è ottimale, visto che il browser rischia il crash e che alle volte il controller non viene rilevato correttamente. Facciamo però un salto in avanti e immaginiamo che, a un certo punto, sia possibile riprodurre giochi, tramite streaming via browser console e servizi come appunto GeForce Now, senza problemi e con la stessa qualità che si otterrebbe su PC.
La conseguenza? Un ottimo servizio aggiuntivo per gli utenti. Una seconda conseguenza? La potenziale morte delle esclusive. "Potenziale" è la parola chiave, in questo caso. Andiamo però con ordine.
Il pomo della discordia in questo caso è Death Stranding, esclusiva console PlayStation (almeno per il momento, chissà che le cose non cambino in futuro) ma rilasciato anche su PC da un secondo editore (505 Games, in questo caso). Come abbiamo detto, immaginiamo di poter utilizzare un servizio come GeForce Now in modo efficace per riprodurre i nostri giochi Steam, tra i quali figura appunto l'opera di Kojima. Questo significa, senza troppi sofismi, che possiamo giocare un titolo PlayStation su Xbox. Bello, per noi. Poco bello per Sony.
Mettiamo infatti da parte per un momento il nostro punto di vista da videogiocatori e infiliamo scarpe e pantaloni di una grande compagnia che ha pagato milioni e milioni di euro/dollari per poter avere in esclusiva console un certo gioco. Magari per sempre, magari anche solo per un anno: poco conta. L'esclusività non va a toccare la versione PC poiché, dopotutto, si tratta di un mondo ben separato da quello console. Tutto quello che importa a noi (compagnia videoludica) è che le piattaforme nostre dirette concorrenti non abbiano accesso a quel gioco. Si tratta di un modo per dare valore alla nostra piattaforma e attirare giocatori interessati a tale gioco. Ovviamente questo nostro investimento è a lungo termine: non vogliamo solo vendere la console e il gioco esclusivo, ma fare in modo che la nostra piattaforma sia la principale dell'utente, il quale inizierà ad acquistare altri giochi, speriamo tramite lo store digitale che ci frutta un maggior guadagno. Chissà, magari si abbonerà anche a uno dei nostri servizi mensili.
La strategia viene però tagliata alla radice nel momento nel quale diventa possibile sfruttare un browser per riprodurre la versione PC del nostro gioco esclusivo console su una piattaforma concorrente. La cosa non ci piace neanche un po', vero? Se avete ragionato dal punto di vista della compagnia al centro del nostro ragionamento, l'unica risposta è: vero, non ci piace.
Ora, la verità finale è che se questa "strategia" dello streaming tramite browser console divenisse comune, gli sviluppatori e gli editori si adeguerebbero, creando accordi con i provider di servizi di game streaming come GeForce Now o semplicemente facendo in modo che la versione PC del gioco non sia accessibile da alcun servizio streaming. In poco questo procedimento sarebbe bloccato e la situazione tornerebbe alla "normalità".
Non pensiamo quindi che il cloud possa realmente uccidere le esclusive. Di più, interi servizi potrebbero divenire esclusive. Pensate a Ubisoft+, attualmente disponibile su Amazon Luna e Google Stadia (solo negli USA, ma l'esempio è valido comunque). Sony e Ubisoft, ad esempio, potrebbero stringere un accordo che permette di sfruttare il servizio tramite PS Now (a un sovrapprezzo, o in sconto rispetto alla concorrenza, o senza spese aggiuntive, non entriamo in dettagli ora inutili). Si tratterebbe di un ottimo incentivo per i giocatori a usare PlayStation. Non troppo operò se bastasse abbonarsi a Ubisoft+ tramite Stadia o Luna e riprodurli tramite il browser di Xbox. Sony e Ubisoft farebbero quindi in modo che l'utente Xbox non possa sfruttare il "trucchetto".
Come già detto, sono esempi ipotetici molto semplificati ma che ci permettono di capire che il mondo del gaming non sta diventando affatto più semplice da "navigare" rispetto al passato, anche dopo l'introduzione del cloud gaming che dovrebbe "farci giocare dove e come vogliamo" (ma comunque come, quando e se decide l'editore). Voi cosa ne pensate? Si dovrebbe permettere ai giocatori console di sfruttare servizi PC? Oppure le varie piattaforme dovrebbero rimanere saldamente chiuse e "protette"?