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Dragon Age 4, BioWare non ha ancora deciso se ci sarà il multiplayer

Dragon Age 4 è ripartito da zero con il nuovo nome in codice Morrison. BioWare sta valutando varie ipotesi ma lo sviluppo è ancora molto indietro.

NOTIZIA di Davide Spotti   —   09/04/2019

Nella giornata di oggi Jason Schreier di Kotaku ha realizzato un nuovo reportage riferito a BioWare e allo sviluppo di Dragon Age 4.

Nel pezzo si è parlato delle caratteristiche del vecchio progetto, indicato con il nome in codice Joplin, ma anche del nuovo corso sotto l'appellativo Morrison. Dopo aver parlato con diverse fonti rimaste anonime, il giornalista di Kotaku spiega che Matt Goldman riveste ora il ruolo di creative director, mentre Mark Darrah è operativo in qualità di executive producer.

Stando alle fonti, BioWare non avrebbe ancora preso una decisione definitiva riguardo all'eventuale inserimento di una modalità multiplayer. Il progetto si trova ancora nelle fasi iniziali dello sviluppo, ma i risultati negativi di Anthem potrebbero incidere sulle decisioni future effettuate dal team.

Uno degli sviluppatori interpellati ha etichettato Morrison come un "Anthem con i draghi", evidentemente non in senso positivo, ma altri intervistati hanno escluso questa ipotesi. "L'idea era che Anthem sarebbe stato un gioco online mentre Dragon Age e Mass Effect, pur potendo sperimentare porzioni online, non vengono definiti da queste caratteristiche. Non penso che ci vedrete cambiare radicalmente quei franchise", ha detto uno degli sviluppatori interpellati.

Altre fonti hanno spiegato che il gioco godrà di una trama principale single player, e che il multiplayer dovrebbe impegnare i giocatori abbastanza a lungo dopo il lancio del gioco sul mercato. Un'idea su cui BioWare ha riflettuto molto è quella di introdurre dei companion che i giocatori possano controllare attraverso una modalità cooperativa drop-in/drop-out. Inoltre, le missioni potrebbe subire modifiche sulla base delle decisioni intraprese nel corso della partita.

Stando alle parole di uno dei soggetti intervistati sembra peraltro che la situazione sia ancora tutt'altro che definita: "Hanno un sacco di domande senza risposta. Inoltre so che potrebbe cambiare anche cinque volte nell'arco dei prossimi due anni".