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Final Fantasy 7: Rebirth: possibile che abbia venduto davvero poco? Cosa non ha funzionato?

Come Final Fantasy 16, anche Final Fantasy 7: Rebirth sembra non aver incontrato i favori del grande pubblico, almeno stando ai primi dati.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   14/03/2024
Final Fantasy 7: Rebirth: possibile che abbia venduto davvero poco? Cosa non ha funzionato?

Attualmente i dati di vendita di Final Fantasy 7: Rebirth sono abbastanza contrastanti. Il mercato fisico giapponese mostra numeri abbastanza foschi per il gioco di Square Enix, sempre al netto dei dati digitali. Dal Regno Unito sono arrivati segnali altrettanto preoccupanti. Solo alcuni territori europei sembrano aver accolto bene il gioco.

Va detto che mancano completamente i dati USA, che potrebbero fare tutta la differenza del mondo in questo caso, ma il sentore è che l'eccitazione generale per Rebirth sia ormai tramontata e che potrebbe aver fatto numeri paragonabili a quelli di Final Fantasy 16, non proprio enormi, quindi, soprattutto visto di che produzione stiamo parlando. Felici di sbagliare, nel caso non sia così ed emergano risultati eccezionali in futuro, ma la sensazione generale che proviene dai primi tasselli è questa, in attesa che il mosaico prenda definitivamente forma.

Nell'ipotesi Final Fantasy 7: Rebirth sia stato un insuccesso, cosa potrebbe non aver funzionato? Considerando l'indubbia qualità del titolo, quali fattori potrebbero averlo frenato?

I possibili problemi principali

Cloud non ha più presa sul pubblico?
Cloud non ha più presa sul pubblico?

Di problemi ne vengono in mente essenzialmente due. Il primo è il suo essere il secondo capitolo di una trilogia. Sulla lunga distanza la scelta di Square Enix potrebbe essersi rivelata controproducente.

Final Fantasy VII Remake ha venduto bene (più di sette milioni di copie), ma era appunto il primo capitolo. Chi lo ha acquistato potrebbe non averlo gradito troppo e non aver trovato abbastanza stimoli ad acquistare il secondo a distanza di così tanti anni. In ogni caso quei sette milioni e più di acquirenti sono il vero pubblico cui poteva fare davvero riferimento Rebirth, visto che chi non ha giocato il primo potrebbe essere stato frenato dall'acquisto, pur trovandolo interessante. In questo senso la durata dei due giochi non aiuta, in prospettiva dell'arrivo del terzo episodio tra chissà quanto. Chi non li ha giocati, come dovrebbe colmare quelle decine di ore che lo distanziano dal terzo? Perché dovrebbe manifestare interesse, magari due generazioni dopo l'annuncio del progetto? Guardando filmati su YouTube? È chiaro che un'opera del genere, se non di fronte a numeri colossali, tende a esaurirsi in maniera quasi naturale. Quindi gli utenti target di Rebirth potevano essere molti di meno di quanti sperasse Sqaure Enix.

Il secondo problema è il suo essere un'esclusiva console. Ciò significa che Sony ha pagato una bella fetta del gioco per non farlo arrivare sulle altre piattaforme. Magari ha coperto quasi tutti i costi di produzione, per quel che ne sappiamo. Square Enix potrebbe non perderci, anche a fronte di vendite non stellari, ma tenere sempre fuori gli altri, PC a parte, che comunque vede arrivare i Final Fantasy dopo molto tempo, alla lunga finisce per indebolire la serie, che di suo dovrebbe ambire a ben altri risultati e a una diffusione il più capillare possibile, invece di alienare una parte del pubblico potenziale.

Insomma, le scelte fatte da Square Enix sulla trilogia sono estremamente conservatrici. Che gli si stiano ritorcendo contro?

Questo è un editoriale scritto da un membro della redazione e non è necessariamente rappresentativo della linea editoriale di Multiplayer.it.