Lina Khan è un'idealista, ormai la cosa è ben chiara, e comunque ci si voglia piazzare nella guerra tra FTC e Microsoft, è difficile essere completamente contrari alle sue posizioni. Certo ha dimostrato di avere metodi poco condivisibili e intraprendere battaglie più o meno perse in partenza, ma la sua evidente volontà di opporsi allo strapotere di certe mega-corporazioni la rende un personaggio romantico e anche positivo, per la gente comune. È chiaro che la battaglia innescata dall'FTC contro l'acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft ha sotto una forte connotazione politica-ideologica, i cui contorni vanno al di là di un semplice discorso di fazioni, investendo l'idea stessa di libertà e approccio al mercato e, per questo, la posizione di Khan è condivisibile e sacrosanta, solo che viene da pensare che si sia concentrata su una battaglia sbagliata, almeno nei modi e nei temi trattati.
Il fatto che si debba mettere un freno al consolidamento del mercato attraverso queste mastodontiche acquisizioni di publisher è un altro punto di vista molto condivisibile, ma anche in questo caso la battaglia è partita in ritardo, dato che altri settori dell'intrattenimento, come la musica e il cinema, stanno facendo ben di peggio da molto più tempo. Viene poi da pensare che, tra i tanti punti critici che si potrebbero muovere a Microsoft, l'accusa di minaccia di monopolio nell'ambito dei videogiochi non stia veramente in piedi, e qualsiasi dato e proiezione non può sostenere questo punto di vista.
Sembra che gli organi antitrust si siano svegliati tardi, visto che probabilmente avrebbero potuto fare qualcosa nei decenni precedenti, quando la casa di Redmond ha iniziato a costruire la sua tela per il dominio incontrastato nei sistemi operativi PC, nelle applicazioni da ufficio e, più di recente, nella costruzione di infrastrutture per il cloud. Arrivando solo ora sulla poltrona principale della Federal Trade Commission, la Khan sembra essersi ritrovata a poter combattere solo sul piano dei videogiochi, trovandosi peraltro piuttosto impreparata sull'argomento, come hanno dimostrato alcuni sfondoni notevoli da parte dei vari commissari dell'antitrust chiamati in causa durante il processo.
Ovviamente non abbiamo le competenze per mettere in dubbio la validità dell'impianto accusatorio dell'FTC, ma alcune incongruenze sono piuttosto palesi, come la reiterata volontà di escludere Nintendo per creare il cosiddetto "mercato delle console ad alte prestazioni" e le considerazioni sui giochi in esclusiva, che sono pratica comune da parte di tutti i concorrenti.
Di tutti gli argomenti che potevano essere mossi contro una mega-corp come Microsoft, insomma, è stato scelto praticamente il più debole per mettere in piedi una guerra che, a questo punto, risulta troppo in ritardo e per di più avviata su un terreno scivolosissimo, che renderà ben difficile la causa. Da questo punto di vista, bisogna dire che la CMA britannica si è mossa probabilmente con maggiore sagacia e ha trovato anche un ambito di scontro più sensato, che effettivamente pone dei quesiti interessanti.
Con tutti i dubbi che si può portare dietro un costrutto ipotetico come il possibile mercato del cloud gaming del futuro, la minaccia paventata dalla CMA è forse più realistica e potrebbe avere un senso come traccia per portare avanti uno scontro da parte di un ente regolatore. Data la posizione dominante di Microsoft nell'ambito delle infrastrutture cloud, il rischio che questa possa essere sfruttata a piacere dalla casa di Redmond in un possibile futuro in cui il cloud gaming potrebbe affermarsi con numeri importanti è una prospettiva sensata e il fatto di aver escluso qualsiasi problema dato all'attuale assetto del mercato console dall'acquisizione di Activision Blizzard è stato lungimirante da parte della CMA. Tuttavia, questo non sembra essere il terreno scelto dalla FTC per la sua battaglia, che si sta combattendo proprio in queste ore, parlando ancora una volta del bizzarro mercato console ad alte prestazioni e di fantomatiche licenze Windows necessarie per giocare in cloud gaming.
Parliamone è una rubrica d'opinione quotidiana che propone uno spunto di discussione attorno alla notizia del giorno, un piccolo editoriale scritto da un membro della redazione ma che non è necessariamente rappresentativo della linea editoriale di Multiplayer.it.