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Google, indagine dell'antitrust italiano per abuso di posizione dominante

Google è finita sotto indagine presso l'AGCM per presunta violazione della normativa europea in tema di antitrust. Ecco tutti i dettagli.

NOTIZIA di Davide Spotti   —   17/05/2019

Google è finita nel mirino dell'Antitrust italiano per presunto abuso di posizione dominante, come riferisce l'AGCM illustrano i risultati della riunione che si è tenuta lo scorso 8 maggio.

L'ente ha avviato un'istruttoria nei confronti di Alphabet Inc, Google LLC e Google Italy S.r.l., che servirà a valutare la condotta tenuta dall'azienda. Non è la prima volta che il colosso di Mountain View deve fare i conti con la normativa antitrust europea.

Nel caso specifico il fatto riguarda il rifiuto di integrare in Android Auto l'app Enel X Recharge, che offre informazioni e servizi per ricaricare le batterie delle auto elettriche. Secondo l'accusa, Google detiene tramite Android una posizione dominante nel settore dei sistemi operativi per dispositivi smart. Il rifiuto di integrare la suddetta app limita la scelta degli utenti, impedendo di sfruttarne i vantaggi, privilegiando invece Google Maps che fornisce informazioni analoghe.

"L'interesse di Google sembrerebbe quello di difendere e rafforzare il modello di business della propria app Google Maps, che offre una vasta gamma di servizi agli utenti finali, tra cui anche informazioni sulla localizzazione delle colonnine per la ricarica delle auto elettriche e indicazioni su come raggiungerle", scrive l'Antitrust. "Google Maps rappresenta altresì un punto di accesso agli utenti finali nonché al flusso di dati generato dalle attività degli stessi."

Nella giornata di ieri sono avvenute ispezioni in alcune sedi di Google, realizzate in collaborazione con la Guardia di Finanza. La chiusura del procedimento è fissata per il prossimo 30 maggio. Nelle ultime ore Google ha diramato un comunicato ufficiale, nel quale un portavoce dichiara che Android Auto è stato progettato mettendo al primo posto la sicurezza, eliminando le fonti di distrazione e garantendo che le app compatibili possano essere utilizzate in modo sicuro alla guida. La società aggiunge inoltre di aver esaminato le accuse e di essere pronta a collaborare per chiarire l'intera vicenda.