Abubakar Salim, sviluppatore veterano di origine africana che recentemente ha lanciato Tales of Kenzera: ZAU sotto Electronic Arts, ha pubblicato un videomessaggio su X per raccontare degli attacchi razzisti ricevuti dal gioco. Evidentemente molti illuminati non vogliono che i neri prendano il posto dei bianchi come protagonisti, ma non li vogliono nemmeno in opere con storie dall'ambientazione africana. Non li vogliono e basta e quando li vedono non riescono a trattenersi dall'offendere e minacciare.
Il messaggio di Salim
"Non volevo affrontare questo argomento, ma ormai ci siamo." Ha esordito Salim, per poi spiegare: "Dall'inizio della mia carriera, c'è sempre stato qualcuno che mi ha fatto sentire come se non meritassi l'opportunità che ho avuto. Da Assassin's Creed a Raised by Wolves ho dovuto ignorare chi diceva che non era il mio lavoro ad avermi fatto guadagnare nuove occasioni. No, era semplicemente perché sono nero."
Nella maggior parte dei casi Salim ha "girato le spalle" e ha "continuato a fare le sue cose", anche quando riceveva accuse dirette e spiacevoli per i ruoli ottenuti, come quello di Padre in Raised by Wolves. "Solitamente riesco a scrollarmi di dosso alcuni di questi commenti, quando sono pochi. Ma quando c'è un continuo bombardamento di attacchi, diventano estenuanti."
Il riferimento è a cosa sta succedendo dopo la pubblicazione di Tales of Kenzera: ZAU, che secondo Salim sta ricevendo grande supporto dalla comunità, ma "allo stesso tempo stiamo subendo costanti molestie da persone che vedono la diversità come una minaccia. Da persone che guardano al vasto panorama dei media moderni e decidono che tutto ciò che non parla a loro o a chi gli sta intorno è inutile e falso."
Del resto, come ha spiegato, secondo queste persone "c'è sempre una ragione per cui storie diverse non possono esistere. È sempre come se le stessimo raccontando nel modo sbagliato o come se servissero solo a spuntare delle caselle". Insomma, non esiste un modo giusto per raccontarle, almeno per i razzisti, che vorrebbero marginalizzare certe realtà, cosa che Salim rifiuta categoricamente: "Se ci sono persone che non sono come voi in un gioco, voglio che sappiate che quel gioco è comunque per voi.
Sapete, se i personaggi sono di una razza diversa o di un sesso diverso o hanno un'ideologia diversa o esprimono punti di vista differenti, ciò non significa che il gioco non sia per voi. Può comunque esserlo.È un'opportunità per vivere in mondi nuovi ed esplorare prospettive diverse, culture diverse e, allo stesso tempo, per giocare a un gioco decente. Questi giochi sono opportunità per sperimentare qualcosa di diverso, qualcosa di nuovo. Dovete solo essere aperti."
Insomma, per Salim un videogioco non deve necessariamente essere la rappresentazione dei suoi giocatori, ma può anche diventare uno strumento di conoscenza e di apertura. Per questo motivo ha deciso di rendere ZAU ancora più accessibile, abbassandone il prezzo sotto i 15 dollari grazie a uno sconto che durerà per tutto giugno, proprio il mese dedicato alla diversità. "I videogiochi sono per tutti. I giochi diversi non mirano a toglierti qualcosa. Vogliono aggiungere qualcosa di nuovo perché c'è spazio per tutti."