Pochi giorni fa Microsoft ha annunciato l'intenzione di acquistare Activision Blizzard, un'operazione clamorosa che si concluderà nell'anno fiscale 2023 e permette alla casa di Redmond di entrare in possesso di IP dal grande appeal commerciale. Tra queste i nomi sulla bocca di tutti sono ovviamente Call of Duty, Diablo e Overwatch che indubbiamente vanno ad arricchire il già ottimo Game Pass e indeboliscono allo stesso tempo la concorrenza su console e PC. Tuttavia in molti si dimenticano, ignorano o sottovalutano, quanto siano importanti i giochi di King, Call of Duty: Mobile e Diablo Immortal in questa acquisizione, che di fatto rendono la neo-creata Microsoft Gaming un vero e proprio colosso del mercato mobile.
Che piaccia o meno, il gaming mobile è il settore del mercato videoludico più redditizio in assoluto. Lo diciamo noi, ce lo dice Microsoft, secondo cui quasi il 95% dei giocatori al mondo gioca su mobile; ce lo dice Take-Two che ha acquisito Zynga per quasi 13 miliardi di dollari; ce lo dice il mercato stesso, con il 2021 che si è chiuso con 116 miliardi di dollari spesi dagli utenti iOS e Android.
Giusto per snocciolare qualche numero, King ha generato gli incassi maggiori di Activision Blizzard nel terzo trimestre dell'anno fiscale 2021, ovvero 652 milioni di dollari, grazie a una playerbase di 249 milioni di giocatori. Il solo Candy Crush sin dal 2014 ha generato 7,1 miliardi di dollari di entrate, mentre lo spin-off Candy Crush Soda Saga è a quota 2,9 miliardi. E potremmo continuare citando i numeri di Farm Heroes, Pet Rescue, Bubble Witch e tutti gli altri giochi di King. Non a caso Activision Blizzard spese ben 5,9 miliardi di dollari per inglobarla nel 2015.
Ma non c'è solo King. Call of Duty: Mobile, realizzato in collaborazione con Tencent, a maggio dello scorso anno ha raggiunto un miliardo di dollari di incassi a 19 mesi dal lancio, con 30,37 milioni di dollari registrati a novembre 2021. E infine c'è Diablo Immortal, ma in questo caso parliamo di un'incognita visto che ancora non è arrivato negli store digitali. Di certo non è stato accolto dai fan del brand nel migliore dei modi, ma è innegabile che il gioco ha del potenziale e potrebbe conquistare milioni di giocatori in tutto il mondo.
Tutto questo per dire che la divisione mobile di Activision Blizzard inglobata da Microsoft Gaming di certo non è un gradito extra, ma anzi rientra tra i motivi principali che hanno convinto il colosso di Redmond a investire quasi 70 miliardi di dollari per questa acquisizione.
Il mercato mobile fa gola a tutti, ma finora Microsoft ha faticato ad affermarsi. Certo, c'è il sempreverde Minecraft, che stando ai dati di Sensor Tower è stato scaricato su iOS e Android da 237 milioni di giocatori sin dal 2014 ed è uno dei giochi a pagamento di maggior successo. Ma il resto? Minecraft Earth è stato un flop, a breve Forza Street chiuderà i battenti e l'unica altra IP mobile degna di nota è Fallout Shelter, arrivato grazie all'acquisizione di Bethesda. Ma grazie ad Activision Blizzard, ora Microsoft ha tutta la potenza di fuoco necessaria per conquistare anche il mercato mobile con i giochi Xbox via xCloud e titoli realizzati appositamente per iOS e Android, come Candy Crush e Diablo Immortal e, chissà, in futuro anche dei progetti legati ai brand di Halo, Gears of War e The Elder Scrolls.
La strategia di Microsoft, per certi versi molto aggressiva, sta diventando sempre più chiara: giocare da protagonista in quasi tutti i segmenti del mercato videoludico e farlo a 360°. Dalla tradizionale vendita di hardware console al cloud gaming, dal proporre il servizio ad abbonamento di riferimento ai giochi per mobile. Mancano all'appello il segmento VR e una certa attenzione al mercato giapponese, che al momento non sembrano tra le priorità in casa Redmond, ma diamo tempo al tempo.
Parliamone è una rubrica d'opinione quotidiana che propone uno spunto di discussione attorno alla notizia del giorno, un piccolo editoriale scritto da un membro della redazione ma che non è necessariamente rappresentativo della linea editoriale di Multiplayer.it.