Roberto da Crema, meglio conosciuto come il Baffo, dovrebbe essere celebrato come un genio dei nostri tempi, uno di quelli che, insieme ad altri visionari come Roberto Artigiani, ha saputo andare oltre i suoi anni, proiettando il mondo dei videogiochi nel futuro, pur non capendo assolutamente nulla di videogiochi e di futuro.
Erano gli anni novanta e il Baffo, definito in modo magistrale dall'amico Daniele Spelta "un Elon Musk con l'asma", vendeva oggetti di varia foggia e natura in televisione, rischiando ogni volta di morire soffocato. Tra panciere, set di coltelli, pentole, orologi e poltrone, ogni tanto spuntavano anche delle console di plastica, solitamente delle versioni tarocche di console ufficiali, ovviamente dai nomi storpiati. Qualcuno di voi avrà forse sentito nominare la "Mega Power", la "PolyStation", la "Power Player Super Joy" e altre ancora. Queste splendide cineserie (anche se in quegli anni venivano prodotte nell'est Europa) erano di due tipi: quelle piene di giochi emulati di altre console, come NES, Megadrive, Sega Master System e via discorrendo; e quelle piene di titoli inediti, solitamente delle versioni semplicistiche e limitate di giochi famosi.
Si trattava di un mercato parallelo incredibile, quasi romantico a ripensarlo oggi, fondato su di una grande intuizione commerciale, che nasceva dal presupposto che molti genitori non capivano nulla di videogiochi, i figli gli chiedevano videogiochi in regalo, le console maggiori costavano tanto e i giochi andavano acquistati a parte. Come farli risparmiare? Ovvio: con un hardware di scarsa qualità ma con già centinaia di giochi preinstallati, il tutto venduto a un prezzo irrisorio. Tanto per i genitori Bag-Man equivaleva a Pac-Man e Konghey Kong non era molto differente da Donkey Kong. A pensarci bene erano dei videogiocatori medi moderni, ma non tergiversiamo. Sicuramente a molti di voi il tutto sembrerà una piccola truffa, e in parte lo era, soprattutto per le console piene di giochi pirata, ma nell'epoca delle casse premio chi è senza peccato scagli la prima pietra.
Quegli anni sono oggi, visto che a fianco delle nuove console i produttori hardware ci stanno riempendo di pezzi di plastica pieni di giochi emulati: NES Mini Classic, SNES Mini Classic, TheC64 Mini, SEGA Megadrive Classic, Neo Geo Mini e ora anche PlayStation Classic. Ovviamente in questi casi di illegale non c'è nulla, come del resto non c'è nulla delle console originali, a parte il design dell'involucro che contiene l'hardware. È una grande epoca in cui vivere, epoca che qualcuno aveva anticipato a colpi di bronchi malati. Per questo è giusto celebrarlo. La differenza è che personaggi come il Baffo furono allora sbeffeggiati per quello che vendevano, mentre oggi poter comprare dei pezzi di plastica con dentro degli emulatori e delle rom è considerata pura avanguardia, oltre che il modo migliore per rivivere i bei tempi andati.
Insomma, Roberto da Crema non vendeva hardware spazzatura ma dei veri e propri prototipi. Era un personaggio di tragica grandezza che senza accorgersene stava guardando oltre ciò che vedevamo noi poveri videogiocatori, accecati dall'effimera e ipocrita purezza della nostra passione che ci portava a criticare quei goffi oggetti involontariamente futuristici. Sembrava uno scherzo della TV spazzatura, ma si è fatto mercato, come del resto tante altre cose.