PS5 e Xbox Series X|S puntano sulle esclusive per macinare vendite e vincere la generazione: lo sanno bene Sony e Microsoft, che a quanto pare vogliono assicurarsene il più possibile da qui ai prossimi anni: non c'è dubbio che da questo punto di vista le due aziende la pensino allo stesso modo.
Si è giustamente parlato tanto dell'acquisizione di Bethesda da parte di Microsoft, annunciata ufficialmente lo scorso settembre: un'operazione da ben 7,5 miliardi di dollari, finalizzata ovviamente a portare nell'ecosistema di Xbox franchise come The Elder Scrolls, Fallout, DOOM, Wolfenstein e la nuova proprietà intellettuale Starfield.
Una conferma ufficiale del fatto che tutti questi brand diventeranno esclusive Xbox non è ancora arrivata, ma solo per motivi tecnici: l'acquisto del publisher non è stato finalizzato e bisognerà dunque attendere che tutti i tasselli vadano a posto per poter discutere concretamente del futuro delle varie serie.
Che Microsoft abbia voluto spendere tutti quei soldi per lasciare le cose come stanno è francamente impensabile, come sottolieato di recente da due insider. Allo stesso modo, è assolutamente comprensibile che i possessori di piattaforme PlayStation si dispiacciano di non poter giocare con i prossimi The Elder Scrolls, Fallout, DOOM e così via.
Tuttavia Sony non se ne starà ferma a guardare. Cioè, in effetti non l'ha mai fatto, anzi ha effettuato numerose acquisizioni mirate nel corso degli anni (vedi Naughty Dog, Guerrilla Games, Insomniac Games, Sucker Punch, Bend Studio, ecc.), garantendosi anche importanti accordi di esclusiva legati a determinati brand (vedi Marvel's Spider-Man).
Insomma, l'azienda giapponese ha portato avanti nel corso degli anni una politica di espansione del proprio settore first party anche piuttosto aggressiva, cosa che invece Microsoft non ha fatto, con i risultati che tutti conosciamo sul fronte delle sue esclusive, ancora oggi incapaci di competere con la concorrenza PlayStation in termini di numeri, spessore e qualità media.
Dunque sì, l'acquisizione di Bethesda è stata clamorosa e ha fatto parecchio rumore in quanto si tratta di un grande publisher che ha sotto di sé numerosi team di sviluppo, ma dobbiamo considerare che su quel fronte la casa di Redmond aveva tanto terreno da recuperare e una fretta dannata di procurarsi dei progetti prossimi al completamento, da dare in pasto alla propria utenza.
Dicevamo però di Sony che non se ne sta ferma a guardare: nei giorni scorsi è emerso che solo nell'ultimo trimestre l'azienda ha stanziato 329 milioni di dollari per la produzione di esclusive second party, giochi cioè che saranno disponibili solo su PlayStation 5 ma che verranno realizzati da studi esterni.
Insomma, le esclusive rappresentano ancora, giustamente, il valore aggiunto per eccellenza delle console da gioco; e sia Sony che Microsoft (ma anche Nintendo: vedi Pokémon, Bayonetta, No More Heroes e Xenoblade, per citare qualche nome) hanno intenzione di puntare su questo importantissimo aspetto nel corso della generazione che è appena iniziata.
Dunque sì, magari non sarà carino limitare l'accesso a determinati franchise agli utenti che non vogliono acquistare tutte le piattaforme sul mercato (anche se, bisogna dirlo, Microsoft da questo punto di vista sta portando avanti una politica molto più inclusiva rispetto ai suoi competitor), ma non si tratta certamente di una novità. Anzi, per dirla tutta, videoludicamente parlando è un po' il gioco più vecchio del mondo.
Ne vogliamo parlare?