Sony Japan Studio chiude i battenti: ciò che resta dello storico team nipponico, nell'ambito di una struttura fortemente ridimensionata, si focallizzerà sulla serie Astro Bot e smetterà dunque di dedicarsi a nuovi, originali progetti.
Nonostante le tante smentite, si tratta di una conferma abbastanza chiara del fatto che oggi il Giappone non conta più come una volta in casa PlayStation. Il che, è bene dirlo, dal punto di vista commerciale ha sicuramente senso.
La tendenza degli ultimi anni è sotto gli occhi di tutti: Nintendo Switch ha spazzato via PS4 e PS5 e domina incontrastata le classifiche di vendita giapponesi, tanto sul fronte hardware quanto su quello software.
Se a questo aggiungiamo il fatto che il grosso del successo commerciale di PlayStation risiede nella sua straordinaria popolarità in Europa e negli Stati Uniti, è del tutto normale che l'azienda abbia quantomeno cominciato a riconsiderare il proprio impegno in patria.
La convenienza economica e le strategie commerciali rappresentano senza dubbio una parte fondamentale di qualsiasi business, ma è anche vero che nell'ambito di un medium come i videogame vanno considerati anche altri fattori, nello specifico la sfera emozionale e il rispetto delle tradizioni.
Ecco, proprio ragionando in questi termini la mossa di chiudere Sony Japan Studio appare abbastanza inspiegabile. Sul palco della sua ultima, grande conferenza all'E3, la casa giapponese dimostrò di avere ben chiara l'importanza delle emozioni, ma poi dietro le quinte è cambiato un po' tutto.
Quale che sia l'effettiva strategia di Sony per quanto concerne le produzioni nipponiche, con Japan Studio diciamo addio a un team che nel corso della sua lunga storia ha dato vita ad alcuni capolavori indiscussi, in particolare i titoli diretti da Fumito Ueda: ICO, Shadow of the Colossus, The Last Guardian.
Al di là di questo, c'è stato spazio anche per importantissime sperimentazioni: dalle piattaforme tridimensionali di Jumping Flash! alla musicalità di PaRappa the Rapper, dalle inquietanti atmosfere di Soul Sacrifice a quelle più allegre e cartoonesche di Gravity Rush, passando per tutta una serie di importanti ruoli di supporto.
Insomma, la chiusura del team così come l'abbiamo conosciuto finora e l'abbandono dei suoi tanti talenti non potrà che impoverire il mondo delle esclusive PlayStation, il tutto mentre dall'altra parte Xbox sembra procedere nella direzione opposta.
Voi che ne pensate? Parliamone.