In base a quanto riferito dal director Todd Howard, sembra che Starfield dovesse avere originariamente un sistema più complesso e punitivo per quanto riguarda l'esplorazione sui pianeti, con effetti di stato che potevano inficiare maggiormente le possibilità di sopravvivenza del protagonista.
Parlando al podcast dell'Academy of Interactive Arts and Science, Howard ha riferito che, in origine, Bethesda aveva studiato un sistema di gestione degli effetti della superficie dei pianeti in grado di offrire una sfida molto più difficile, ma successivamente ha deciso di stemperare un po' questi aspetti per rendere il tutto più fruibile da una maggiore quantità di utenti.
In maniera simile alla scelta fatta sull'intelligenza artificiale all'interno dei combattimenti tra navi spaziali, anche l'esplorazione dei pianeti è stata un po' stemperata in modo da venire incontro a un pubblico più ampio e rendere più agevole l'attraversamento dei vari mondi.
Gli effetti di stato sono rimasti, ma meno impattanti
Ovviamente, molti aspetti di questo sistema sono rimasti: atterrare sui vari pianeti comporta anche adesso dei possibili effetti che vanno a influire sullo stato di salute del personaggio, in base alle caratteristiche ambientali del pianeta e alla presenza o meno di equipaggiamento adatto per affrontarle, ma la cosa è stata un po' rimodellata.
In origine, questi effetti potevano avere impatti molto più importanti, portando a una sfida maggiore per la semplice sopravvivenza anche solo esplorando le superfici dei pianeti. Le malattie e menomazioni sono rimaste, ma l'intensità e gli effetti di queste sono state un po' stemperate in modo da rendere più agevole l'esplorazione, a quanto pare.
Nei giorni scorsi, Howard ha riferito che Bethesda ha progettato Starfield per essere giocato a lungo, prevedendo un supporto di almeno 5 anni in termini di aggiornamenti e nuovi contenuti.