Com'era tristemente prevedibile, dopo il suicidio di Alec Holowka la frangia più estremista dei videogiocatori si è scatenata e su Zoe Quinn sono piovute numerose minacce di morte, questo nonostante la sorella dello sviluppatore avesse invitato a non farlo e, invece, ad aiutare qualcuno in difficoltà per celebrare la memoria del fratello.
La morte di Holowka viene attribuita alla denuncia della Quinn delle presunte violenze subite dall'uomo anni fa, denuncia cui si sono accodate numerose altre donne, che hanno raccontato del suo presunto comportamento instabile nelle relazioni amorose. Insomma, ci sono decine di testimonianze di persone maltrattate da Holowka, testimonianze che sua sorella non ha negato.
Alcuni hanno però voluto sottolineare come Holowka negli ultimi anni avesse combattuto moltissimo contro il suo 'lato oscuro', che pare ormai riuscisse a controllare, seguendo una qualche terapia per combattere i disturbi che lo attanagliavano. La domanda che molti si pongono è se questo fosse il momento giusto per denunciarlo pubblicamente, sottoponendolo a una gogna social, senza dimostrare alcuna considerazione per la sua condizione e la sua volontà di cambiare.
Comunque sia, ormai dovunque si parli dell'argomento spuntano accuse e minacce per la Quinn. Basta leggere le recensioni di Night in the Woods, l'ultimo gioco di Holowka, e di Depression Quest, un vecchio gioco della Quinn, su Steam per rendersene conto. Impressionante anche che Valve consenta di utilizzare Steam per minacciare di morte le persone senza muovere un dito. Difficile dire se ci sarà un'escalation, intanto la Quinn ha abbandonato completamente i social network per difendersi dalle aggressioni.