Venerdì scorso è arrivata la notizia della chiusura di Telltale, con la cancellazione della maggior parte dei progetti in sviluppo, compresa la stagione conclusiva di The Walking Dead, e il licenziamento di quasi tutti gli sviluppatori dello studio. Inutile specificare che si tratta di una situazione drammatica, soprattutto per chi la sta vivendo in prima persona, nonché di un evento che ha sconvolto l'intero mondo dei videogiochi.
Telltale, nonostante le critiche per la mancanza di innovazioni delle sue ultime serie, delle quali riparleremo più avanti, era diventata sinonimo di videogiochi narrativi. Lo era diventata al punto da aver ispirato altri studi, come Dontnod e il suo Life is Strange. Quante volte avrete sentito definire un'avventura narrativa episodica come "alla Telltale"? Sicuramente molte, se seguite il genere.
Fin qui la leggenda. La verità è che la bancarotta di Telltale è stata una sorpresa solo per quelli che non seguivano le vicende dello studio, visto che già in passato ne erano emersi i problemi economici, secondo alcuni dovuti alla cattiva gestione di chi ha voluto aumentare esponenzialmente i lanci di nuovi titoli, senza che il loro mercato avesse dimensioni tali da poterli assorbire. Spiegare i motivi del fallimento di uno studio così grande non è semplice, perché le questioni in ballo sono sicuramente molteplici. Di nostro però vogliamo escludere alcune delle tesi circolate a caldo, che sinceramente hanno poco senso.
Ad esempio alcuni hanno affermato che uno dei motivi del fallimento di Telltale è la mancanza di sottotitoli in italiano nei loro giochi. Evidentemente certe affermazioni nascono dall'eccessiva sopravvalutazione del mercato nostrano o da visione del mondo così narcisistica che finisce per dare un senso globale a una presa di posizione che è essenzialmente personale (non compro un gioco perché non è tradotto nella mia lingua), per quanto legittima. Di fatto il mercato italiano ha delle dimensioni molto ridotte ed è polarizzato sulle grosse produzioni. Ai titoli medi, come quelli di Telltale, vanno solo le briciole. Insomma, inserendo i sottotitoli in italiano sin dal lancio in tutti i suoi prodotti, quante copie in più avrebbero potuto vendere Telltale dalle nostre parti? Lì dove ha avuto senso farlo, come ad esempio nella prima stagione di The Walking Dead, sono stati aggiunti a posteriori, ma negli altri? Titoli come Game of Thrones, Minecraft: Story Mode, Back to the Future: The Game o Batman - The Telltale Series hanno venduto male a livello mondiale, quindi che senso avrebbe avuto investirci sopra altri soldi per tradurli in italiano? Vendere mille copie in più (a essere ottimisti)?
Altra tesi poco condivisibile, anche se molto meno bislacca della precedente, riguarda l'eccessiva similitudine delle meccaniche dei vari giochi di Telltale. Sicuramente l'offerta dello studio americano era eccessiva, ma la ripetitività non spiega granché. Se per i videogiocatori fosse un problema giocare sempre alle stesse cose, serie quali FIFA, PES, COD, tanto per citarne alcune, sarebbero chiuse da anni. Del resto siamo nell'anno di Fortnite, il clone di un clone... La verità è che nell'industria dei videogiochi e dell'intrattenimento in generale i fruitori medi consumano sempre le stesse esperienze, pur con vestitini differenti. Con questo non vogliamo affermare che le innovazioni siano sempre rifiutate, ma considerando che siamo alla fine di una generazione videoludica che, almeno nell'ambito dei tripla A, non ha introdotto una singola innovazione sostanziale, limitandosi a rifinire quanto era stato fatto durante la generazione precedente, dare la colpa alla poca varietà nell'offerta di uno studio per il suo fallimento fa abbastanza sorridere.