Annunciata ufficialmente da Netflix a maggio dello scorso anno, la serie televisiva di The Witcher è attesa con curiosità dai fan sempre più numerosi della saga. La sceneggiatura dell'episodio pilota è stata completa a gennaio di quest'anno e qualche settimana più tardi è stata confermata la decisione di Andrzej Sapkowski di non proseguire la collaborazione con i produttori dello show. Dopo essere stato presentato come consulente creativo, lo scrittore ha fatto rapidamente dietrofront, preferendo abbandonare il proprio incarico ancor prima che i lavori avessero inizio.
Diversamente da George R.R. Martin per l'adattamento televisivo di Game of Thrones, sembra che l'ego smisurato dell'autore polacco abbia ancora una volta avuto la meglio sulla diplomazia. Cosa che peraltro non suona affatto nuova, se pensiamo alla malcelata ostilità nei riguardi della trilogia videoludica. Ricordate le dichiarazioni estremamente polemiche di un paio d'anni fa? Niente di nuovo sotto al sole, verrebbe da dire.
Restando all'attualità, martedì scorso la produzione dello show ha annunciato che sarà Henry Cavill ad assumere il ruolo di Geralt di Rivia nella rappresentazione televisiva. L'attore britannico è diventato famoso per aver interpretato il ruolo di Clark Kent in Superman Returns (2007) e L'Uomo d'Acciaio (2013), prendendo poi parte ad altre pellicole del DC Universe più recenti, come il discusso Batman vs. Superman e Justice League. Prima di trasformarsi nel celeberrimo supereroe venuto da Krypton, qualcuno lo ricorderà senz'altro anche nel ruolo di Charles Brandon, personaggio della serie televisiva I Tudors. Proprio in questi giorni, invece, ha debuttato nelle sale italiane Mission Impossible: Fallout, la nuova pellicola di Christopher McQuarrie nella quale Cavill è August Walker, il cattivo con cui deve vedersela uno stagionato Ethan Hunt interpretato di nuovo da Tom Cruise.
Al di là dei gusti personali sulle doti o il carisma di Cavill, quello che vale la pena evidenziare è il genuino interesse dell'attore britannico nei confronti della saga, di cui dice di essere un grande estimatore. Questa conoscenza pregressa delle opere di Sapkowski - ma anche dei videogiochi realizzati da CD Projekt - dovrebbe permettergli di esaltare come si deve la personalità complessa dello strigo per come viene tratteggiata nei racconti e soprattutto nei sei romanzi che compongono la saga.
La sceneggiatrice Lauren Hissrich ha raccontato di aver preso in considerazione centinaia di attori per il ruolo da affidare nello show televisivo, ma l'ottima conoscenza dell'argomento dimostrata da Cavill, la sua capacità di andare "al di là della sceneggiatura" ha finito per prendere giocoforza il sopravvento. "Quello che non ho mai dimenticato è stata la profonda comprensione delle forza e brutalità di Geralt da parte di Henry e, cosa più importatne, il suo spirito e la sua vulnerabilità", ha scritto la Hissrich su Twitter, aggiungendo di aver visto in Cavill una connessione umana, ancor prima che squisitamente estetica, con il Geralt delineato dai romanzi.
Giusta a nostro giudizio anche la decisione di optare per un attore trentacinquenne: tenendo conto del fatto che i romanzi sono cronologicamente ambientati prima dei videogiochi, la scelta ci sembra chiaramente più in linea rispetto ad altre proposte che avevano preso piede tra i fan in precedenza; su tutte quelle di Viggo Mortensen (Aragorn ne Il Signore degli Anelli), Nikolaj Coster-Waldau (Jaime Lannister in Game of Thrones) o Andrew Lincoln (Andrew Grimes in The Walking Dead). La somiglianza di quest'ultimo con il Geralt videoludico è quantomeno evidente, ma come detto la serie televisiva è impostata principalmente sui romanzi. Se vista in quest'ottica, la scelta di optare per Cavill, nel complesso, ha una sua logica.
Voi che ne pensate? Siete soddisfatti o nutrite qualche riserva sull'adeguatezza di Cavill nel ruolo di Geralt di Rivia? Fatecelo sapere nei commenti!