A leggere sui forum e sui social network, Il Trono di Spade Stagione 8 è un finale di serie di dimenticare. Le critiche verso i sei episodi che concludono la telenovelas degli Stark contro i Lannister contro i non morti, con questi ultimi che alla fine della fiera sono risultati molto meno pericolosi dei presunti buoni, sono state feroci e ancora oggi si dibatte di come sia stato possibile un simile calo. Tanta sembra essere stata la delusione, che qualcuno ha anche chiesto a HBO di rifare da zero l'intera stagione, appello andato giustamente inascoltato.
Di fronte a tante critiche, viene da chiedersi come abbia fatto Il Trono di Spade 8 a dominare gli Emmy Awards 2019 , sostanzialmente gli Oscar della televisione e derivati, ottenendo la bellezza di trentadue nomination, delle quali ha vinto Casting, Costumes, Main Title design, Makeup, Score, Editing, Sound Editing, Sound Mixing, Special Visual Effects, Stunt Coordination e, soprattutto, Best Drama 2019, il premio più prestigioso. Peter Dinklage, Tyrion Lannister nella serie, ha anche vinto il riconoscimento come Migliore attore non protagonista, tanto per aggiungere la classica ciliegina sulla torta.
Insomma, a cosa sarà dovuto un simile scarto tra il giudizio del pubblico e quello degli addetti ai lavori? Difficile dirlo, ma sinceramente non stupisce. Partiamo da un presupposto: premi come gli Emmy Awards sono essenzialmente politici: l'industria, in questo caso quella delle serie televisive, premia se stessa nel modo più sfarzoso possibile, cercando contemporaneamente di dimostrare la sua rilevanza e, soprattutto, sancendo in modo plastico i suoi rapporti di forza interni. I premi non li vince necessariamente chi li merita, ma chi li deve vincere in onore a un sistema di pesi e contrappesi che va ben oltre quanto è visibile al pubblico.
In questo senso Il Trono di Spade non poteva non vincere così tanto: è stata la serie più discussa dell'ultimo decennio, forse di sempre, ed è diventata un fenomeno di costume che ha influito profondamente sul modo di intendere e concepire le serie TV a livello produttivo. I premi non sono andati quindi solo all'ultima stagione, ma all'insieme di ciò che è il prodotto Il Trono di Spade e alla sua influenza globale, nonché al fenomeno economico che ha creato. Probabilmente erano già stati assegnati prima che le puntate fossero finite di girare (si scherza eh, ma nemmeno troppo). Scandalizzarsi sarebbe da ingenui, come sarebbe da ingenui ribadire contro i premi tutte le critiche mosse alla serie, di cui abbiamo accennato sopra.
E qui arriviamo al secondo punto: davvero pensate che il giudizio popolare espresso tramite web abbia un peso così grande da determinare le sorti di un prodotto come Il Trono di Spade? Giusto specificare, a questo punto, che chi scrive è molto critico verso la Stagione 8, per motivi che non è comunque questa la circostanza adatta a esporre. Lo diciamo soltanto per togliere i dubbi sugli intenti di questo articolo di commento. La verità è che i fan vengono ascoltati solo in due occasioni: quando una produzione è programmata con degli step appositi creati per dar loro l'illusione di contare davvero qualcosa, con ad esempio il lancio di materiale promozionale provvisorio atto a tastarne appositamente le reazioni, oppure quando alle proteste segue un danno economico insostenibile. Nel caso di Il Trono di Spade 8 il danno economico non c'è stato, visto che la serie ha fatto degli ascolti stellari, mentre il materiale rilasciato per le reazioni è stato vago e molto applaudito, quindi non ha prodotto reazioni significative.
C'è da considerare anche un ultimo punto: siamo certi che le lamentele in rete siano un indice affidabile del giudizio del pubblico? Sicuramente qualcosa ci dicono, ma possiamo quantomeno supporre che spesso si rischia di dare a chi fa tanto rumore in rete molta più importanza di quanta ne abbia davvero? In fondo chi non ha avuto nulla da eccepire su Il Trono di Spade 8 è la grande maggioranza dei telespettatori: loro contano meno degli altri?