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Gli USA vogliono i chip negli Stati Uniti, si cerca accordo con Intel, Apple e NVIDIA

La Segretaria al Commercio USA, Gina Raimondo, ha incontrato il CEO di Intel per discutere del futuro della produzione di chip negli Stati Uniti.

NOTIZIA di Raffaele Staccini   —   16/09/2024
Dei dipendenti di una fabbrica Intel

L'industria dei semiconduttori è al centro di un acceso dibattito negli Stati Uniti, con il governo che cerca di riportare la produzione di chip sul suolo americano e ridurre la dipendenza da Taiwan, considerata un'area geopoliticamente instabile. In questo contesto, la recente riunione tra la Segretaria al Commercio Gina Raimondo e il CEO di Intel, Pat Gelsinger, assume un significato particolare.

Intel è uno dei principali beneficiari dei fondi stanziati dal CHIPS Act, legge volta a incentivare la produzione di semiconduttori negli Stati Uniti: per questo l'azienda starebbe facendo pressioni sul governo per ottenere un'accelerazione nell'erogazione dei finanziamenti. A quanto pare, infatti, vorrebbe vedere i fondi arrivare prima del raggiungimento di determinati obiettivi di prestazioni, attualmente considerati un prerequisito per l'erogazione.

La Segretaria al Commercio Gina Raimondo
La Segretaria al Commercio Gina Raimondo

La frustrazione di Gelsinger, secondo alcune fonti della CNBC, sarebbe anche legata allo stretto legame che molte aziende americane, come Apple, hanno con TSMC, il gigante taiwanese della produzione di chip. Questo rapporto privilegiato permette ad Apple di avere un accesso anticipato alle tecnologie più avanzate di TSMC, mettendola in una posizione di vantaggio rispetto ai concorrenti.

Raimondo, da parte sua, avrebbe chiesto alle principali aziende americane, tra cui AMD, Apple e NVIDIA, di iniziare a considerare l'utilizzo di fonderie americane per la produzione dei loro chip, riducendo gradualmente la dipendenza da Taiwan. La delicata situazione geopolitica dell'isola rappresenta infatti un elemento di rischio per le aziende stesse, nonostante Ok il "piano anti-Cina".

L'appello sembra essere però stato raccolto solo da NVIDIA, l'unica che negli anni si è affidata non solo a TSMC, ma anche a Samsung, per la produzione dei chip. Il capo dell'azienda Jensen Huang si è detto convinto di poter spostare facilmente la produzione se il partner americano fosse tecnologicamente pronto.

Per Intel, intanto, attrarre nuovi clienti diventa cruciale, e il suo futuro sembra dipendere dal nodo 18A. Anche perché l'azienda non se la passa in buone acque e ha di recente annunciato tagli per 10 miliardi. Anche la divisione fonderie dell'azienda sta attualmente registrando perdite significative, ma se riuscisse a superare TSMC con un nodo più efficiente e performante, le cose potrebbero cambiare rapidamente. Tuttavia, per convincere i clienti, Intel dovrà dimostrare risultati concreti, e al momento sembra che i primi test non abbiano pienamente soddisfatto le aspettative. Staremo a vedere come evolverà la situazione.