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Xbox Game Pass, l’aumento dei prezzi è arrivato, così come la prevedibilissima polemica

Microsoft ha annunciato l'aumento di prezzo dell'Xbox Game Pass, da cui è inevitabilmente scaturita un'inevitabile polemica pronta da mesi.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   22/06/2023
Xbox Game Pass, l’aumento dei prezzi è arrivato, così come la prevedibilissima polemica

Che un giorno il costo per l'utente di Xbox Game Pass sarebbe salito lo si poteva prevedere dall'annuncio del servizio, avvenuto ormai qualche anno fa, oltretutto senza usare alcuna sfera di cristallo o disporre di una laurea in economia. È quello che è successo con praticamente ogni servizio in abbonamento digitale maggiore (Netflix, Prime, Disney+ e così via), quindi prima o poi era scontato che accadesse anche a quello di Microsoft, che di suo aveva mantenuto fino a oggi i prezzi di acquisizione degli utenti, perché ancora c'erano utenti da acquisire su Xbox.

In casi del genere non c'è molto da dire, se non ragionare sull'incidenza dell'aumento sulle proprie finanze e scegliere se continuare o no a pagare. La distanza tra il pagamento e la disdetta dell'abbonamento è lontana solo un paio di click. Certo, nessuno è contento dell'aumento, ma immaginiamo che in pochi siano caduti dal pero e non si aspettassero che accadesse. Possiamo anche malignare che aver deciso di praticarlo a ridosso dell'uscita di Starfield non sia né un caso, né proprio il massimo, visto che stiamo parlando del gioco Xbox di maggior richiamo e più atteso degli ultimi anni. Ma se pensiamo che il titolo di Bethesda da solo rappresenterà il freno più grosso alle disdette potenziali, è facile capire il perché di questa scelta.

Purtroppo, puntuale con l'aumento di prezzo, è arrivata anche la prevedibilissima polemica, covata per mesi e mesi, incentrata su vecchie promesse di Phil Spencer e i suoi, che molti avranno tenuto in archivio per usarle al momento giusto, anche perché in qualche modo preventivato dai dirigenti di Microsoft stessi. Avete visto che anche Microsoft aumenta i prezzi?

Naturalmente eravamo tutti coscienti che sarebbe accaduto anche questo, perché ormai conosciamo le dinamiche tossiche dei forti fenomeni di polarizzazione che avvengono in rete, che hanno completamente inquinato il dibattito intorno ai videogiochi e non solo. Tutto è terribilmente prevedibile in questa industria. Lo era l'accanimento di chi non potrà giocare a Final Fantasy XVI, che sta riempiendo le discussioni in merito al gioco di critiche e accuse basate sull'accentuazione dei presunti difetti dello stesso, così come lo è chi non potendo giocare a Starfield, sicuramente farà lo stesso se ne avrà la possibilità.

Il problema è che a pagarne il prezzo sono i videogiochi stessi, che rimangono fuori dal dibattito pubblico, schiacciati sempre più spesso da guerre di posizione combattute da eserciti senza generali, che anche in caso di vittoria non conquisterebbero assolutamente niente.

Parliamone è una rubrica d'opinione quotidiana che propone uno spunto di discussione attorno alla notizia del giorno, un piccolo editoriale scritto da un membro della redazione ma che non è necessariamente rappresentativo della linea editoriale di Multiplayer.it.