Xbox Game Pass e PlayStation Plus a quanto pare non crescono: stando alle rilevazioni effettuate da Circana, ex NPD, la spesa per gli abbonamenti non-mobile è aumentata solo dell'1% rispetto al 2023, quando aveva fatto segnare solo un +2% rispetto al 2022.
Le sottoscrizioni sono dunque ferme da almeno due anni e nelle ultime ore molti addetti ai lavori sono tornati a mettere in dubbio la sostenibilità di questo modello; in particolare l'interpretazione all-inclusive del Game Pass, principale indiziato per la chiusura di Tango Gameworks, Arkane Austin, Alpha Dog Games e Roundhouse Games.
"La situazione è ancora in stallo", ha scritto l'analista Mat Piscatella. "A marzo 2024 la spesa per gli abbonamenti videoludici non-mobile è cresciuta solo dell'1% rispetto alle proiezioni di aprile 2023 che ho pubblicato lo scorso anno."
Queste ultime certificavano un aumento di solo il 2% fra aprile 2023 e aprile 2022 per le sottoscrizioni come PS Plus e Game Pass, dimostrando quanto fosse difficile trovare nuovi abbonati al di fuori della cerchia dei possessori delle console Sony e Microsoft.
Il mercato è ormai compromesso?
Insomma, esiste la concreta possibilità che gli estimatori dei modelli in abbonamento (fra cui chi scrive) abbiano preso una cantonata, rassicurati dalle parole di chi sosteneva che questo approccio fosse sostenibile per l'industria.
La tentazione di accedere in maniera praticamente gratuita a tantissimi giochi anche tripla A ha prevalso sulle perplessità relative alla possibile svalutazione del modello premium, che vuoi per gli aumenti di prezzo, vuoi per l'inflazione e gli stipendi fermi, si è effettivamente realizzata.
Bisognerà capire se, arrivati a questo punto, sia ancora possibile trovare quantomeno un compromesso.