Partorita dalla geniale mente di Shinji Mikami, la serie di Devil May Cry si è sempre distinta dalla massa dei videogiochi d'azione e avventura grazie a una serie di elementi caratterizzanti che ne hanno reso celebre il marchio in tutto il mondo.
In particolare a contraddistinguere il brand ci hanno sempre pensato un'atmosfera gotica di grande impatto unita a tutta una serie di momenti scenici presi in prestito dalla filmografia di Hong Kong, fino alla figura del protagonista, Dante, che ancora oggi rappresenta senza ombra di dubbio uno dei migliori esempi di caratterizzazione nel campo dei videogiochi. In qualsiasi salsa sia stato propinato al pubblico nel corso di tutti questi anni infatti, l'eroe della produzione Capcom si è sempre confermato un "personaggio" a tutti gli effetti, e non un semplice avatar del giocatore. Devil May Cry HD Collection è la classica raccolta che punta a omaggiare indirettamente (in fondo è una semplice operazione commerciale) proprio quei titoli che hanno segnato la nascita di questo autentico personaggio mito del settore, e che comprende i vecchi giochi originariamente rilasciati per PlayStation 2 con l'implementazione di alcune novità; nello specifico i primi tre capitoli di Devil May Cry con l'aggiunta del supporto ai Trofei, di un paio di bonus e teoricamente di una grafica in alta definizione per rendere il prodotto compatibile con gli standard degli schermi televisivi attuali. Del perché abbiamo scritto "teoricamente" ne parleremo dettagliatamente più avanti. Per adesso concentriamoci su altri aspetti della produzione.
Devil May Cry
Il primo titolo della raccolta è ovviamente il capostipite della saga. Nato originariamente come possibile episodio di Resident Evil e poi convertito in qualcos'altro visto lo stile profondamente diverso per meccaniche rispetto al citato survival horror, Devil May Cry racconta in estrema sintesi del cacciatore di demoni Dante, nelle cui vene scorre proprio il potere delle creature a cui non dà pace, essendo per metà figlio di una donna e per l'altra di un potente essere chiamato Sparda, e della sua battaglia in difesa del genere umano contro le forze del Male.
Per quanto concerne la struttura di gioco il titolo è suddiviso in una serie di missioni a difficoltà crescente in cui il protagonista è chiamato generalmente a lottare contro terribili creature demoniache, boss di fine area compresi, munito di spadoni e di armi da fuoco più o meno convenzionali quali per esempio fucili, pistole e quant' altro, sfruttando nel contempo le sue abilità nelle arti marziali e i suoi poteri soprannaturali. Uccidendo poi i nemici è possibile assorbire delle sfere di color rosso, mentre progredendo nell'avventura si possono raccogliere degli artefatti: tutti questi elementi possono poi essere "spesi" alla fine di ogni stage per potenziare il personaggio principale, acquisire nuove armi o per fargli recuperare le energie perdute in combattimento. Il gameplay come accennato più volte è ovviamente tutto esplorazione, azione e combattimenti che grazie a una gestione dinamica della telecamera sono parecchio spettacolari ancora oggi, a parte le occasioni in cui l'inquadratura fa i capricci e contribuisce a far perdere di vista al videogiocatore il nemico con conseguenti disagi nella lotta. Interessante poi la possibilità di interagire con buona parte degli oggetti sullo schermo che una volta rotti possono far ottenere alcuni dei bonus citati qualche riga sopra.
Devil May Cry 2
La frenesia, i combattimenti alla Matrix e i movimenti di telecamera tipicamente da film action vengono riproposti anche nel secondo capitolo della saga. Tra classici duelli a colpi di doppie pistole e spada accompagnati da spettacolari salti da un muro all'altro, tutto sembra ricalcare quanto già visto nel primo episodio. In realtà è solo un'illusione e le cose sono ben diverse da come appaiono: in Devil May Cry 2, infatti si perde tutto il fascino del personaggio di Dante, qui presentato come un vero e proprio tamarro dalla battuta facile e dagli atteggiamenti a tratti ridicoli, privato di contro di tutti quegli elementi che avevano contribuito a fare di lui un vero e proprio concentrato di carisma.
Il protagonista insomma, è stato "svuotato" e reso poco più di un fantoccio vestito in modo "cool". Allo stesso modo la co-protagonista, Lucia (la vera novità del titolo consiste proprio nella possibilità di usare un secondo personaggio giocabile), al di là di un design decisamente non indimenticabile, manca della profondità necessaria per trasformare un insieme di poligoni in un vero personaggio degno di questo nome. A questa eroina è poi legato quello che sembra essere un enorme bug di questa versione in alta definizione del gioco: in sostanza quello che nella versione originale per PlayStation 2 era il disco due contenente appunto la storia di Lucia, anche qui viene visto come qualcosa a sé, pertanto non è possibile passare dal controllo di Dante a quello di Lucia senza uscire del tutto dall'avventura. A quanto appena descritto si vanno ad aggiungere poi una serie di altri aspetti negativi, dalla svolta esagerata verso l'azione nuda e cruda per quanto concerne il gameplay, alla trama risicata e scialba, ai nemici dall'intelligenza artificiale ridicola che nove volte su dieci compiono sempre gli stessi movimenti: in alcune occasioni è infatti sufficiente posizionarsi in un determinato punto per abbattere anche il più coriaceo dei boss senza che questo possa far nulla per colpire il giocatore. Certo, a rendere talvolta le cose un po' più difficili ci si mette una gestione della telecamera assolutamente inadeguata rispetto all'azione, cosa che inficia quindi sulla giocabilità, ma certo in situazioni "normali" non ci si dovrebbe appellare ai difetti per avere degli scontri più ostici. Non certo positiva poi la scelta degli sviluppatori di impoverire enormemente la fase di potenziamento ed evoluzione del personaggio, che in questo secondo capitolo della saga è ridotta a una semplice serie di upgrade delle armi di dubbia profondità. In estrema sintesi, Devil May Cry 2 è il meno riuscito della serie e quindi anche della raccolta.
Trofei PlayStation 3
Devil May Cry HD Collection presenta tanti trofei. Ce ne sono 34 per ciascuno dei tre giochi, ma la suddivisione dei vari premi varia di titolo in titolo, per cui in Devil May Cry ne abbiamo 20 di Bronzo, 7 d'Argento, 6 d'Oro e 1 di Platino, in Devil May Cry 2 ne troviamo 12 di Bronzo, 17 d'Argento, 4 d'Oro e 1 di Platino e infine in Devil May Cry 3, 16 di Bronzo, 12 d'Argento, 5 d'Oro e 1 di Platino. In tutti i casi i trofei si ottengono progredendo nelle avventure e soddisfacendo particolari richieste dei giochi, dalle uccisioni dei Boss al completamento delle missioni secondo determinate votazioni fino al portare a termine le varie storyline.
Devil May Cry 3
Prequel delle due precedenti storie, Devil May Cry 3 vede un giovane Dante alle prese con il malvagio fratello Vergil, all'interno di una storia che parte inizialmente in maniera lenta per poi divenire decisamente avvincente man mano che si prosegue nell'avventura. Da segnalare che quella contenuta in Devil May Cry HD Collection è l'edizione speciale del gioco, quella per intenderci che permette di usare anche il citato Vergil durante l'avventura e che fra le altre cose vanta pure modalità extra e un boss inedito. Principale novità del gameplay di questo terzo capitolo, che di base resta ancorato sull'azione e sull'utilizzo congiunto di lame, armi da fuoco ed acrobazie spettacolari atte all'ottenimento del maggior numero possibile di Stylish Points, è invece costituita dalla presenza di quattro distinti stili di combattimento che permettono di effettuare varie mosse speciali nel corso dell'avventura aprendo di fatto la strada a diversi approcci al gioco. C'è il Giocoliere che comprende scatti e schivate varie, il Maestro di Spada, che offre diverse tecniche proprio con questa arma, il Tiratore, che si focalizza sull'uso delle armi da fuoco e infine la Guardia Reale che fornisce al giocatore la possibilità di parare e contrattaccare. All'utilizzo di un particolare stile si accumulano punti esperienza specifici che finiscono per causarne l'aumento di livello, con tanto di nuove mosse elargite ad ogni stadio evolutivo. Si possono anche acquistare dei potenziamenti per le varie armi di Dante, cosa che implica il fatto che per sfruttare talune abilità è forzatamente necessario equipaggiare un particolare strumento offensivo.
Il gioco premia inoltre la varietà espressa dall'utente in termini di combo con una maggiore elargizione di punti, invitandolo a cambiare durante la stessa azione le armi di Dante per creare attacchi tanto complessi quanto devastanti, disincentivando la reiterazione dei colpi normali. Fin qui le note positive: in termini negativi vanno segnalati invece il livello di difficoltà generale, che nonostante fosse stato reso meno ostico rispetto all'edizione normale del terzo capitolo qui resta comunque elevato e l'impossibilità per l'utente di poter salvare la partita nel corso della singola missione e di dover quindi appoggiarsi per continuare da un certo punto specifico dopo una dipartita alla disponibilità di appositi artefatti. Questi sono di due tipi: gialli, per ripartire dall'inizio dell'area dove si è deceduti; color oro per ricominciare invece dal punto esatto in cui si è morti. La tipologia di oggetto da usare può essere selezionato all'inizio della partita. Infine, abbiamo un sistema di controllo che non gestisce perfettamente il processo del lock-on ai nemici. Nel dettaglio qualche problema lo si ha quando si switcha tra un obiettivo e l'altro, con l'aggancio che passa in maniera apparentemente arbitraria all'avversario più lontano piuttosto che a quello nelle immediate vicinanze di Dante. Complessivamente comunque, questo terzo capitolo resta comunque uno dei migliori della saga e certamente un bel passo in avanti, anzi, forse più d'uno, rispetto al secondo.
Grafica e ritocchi
Andiamo a concludere la nostra recensione gettando uno sguardo sull'aspetto tecnico dell'intera trilogia e sul lavoro compiuto da Capcom per questa sua riproposizione in HD. Ebbene, può suonare strano vista la natura stessa di un prodotto del genere, ma il difetto più grande che si riscontra nella raccolta è proprio il comparto grafico generale, il che è già di per sé un netto punto negativo a suo sfavore.
C'è da sottolineare il fatto che con questo commento non ci riferiamo alle texture o ad altri aspetti quali i poligoni o la conformazione degli scenari, giusto per fare due esempi concreti, poiché è risaputo che in tali produzioni essi sono in fondo gli stessi dei titoli originali, per cui la rielaborazione in HD degli stessi, a parte una maggiore brillantezza cromatica o definizione di immagine, non può sortire effetti magici sulla visione di insieme trasformando ciò che era piatto in qualcosa di complesso e consono alle potenzialità delle nuove console. Piuttosto il riferimento a quanto scritto sopra è da ricercare nel modo stesso in cui tutto il lavoro è stato compiuto da Capcom: non solo a conti fatti i tre Devil May Cry in taluni punti non sembrano essere stati rieditati in alta definizione (non ci riferiamo solo ai filmati) e paiono semplicemente riadattati solo come dimensioni di schermo, ma per assurdo quando si accede ai menu dei giochi la grafica passa misteriosamente da 16:9 a 4:3. Sembra quasi che la software house giapponese abbia lavorato un po' al risparmio e per giunta, almeno in certi momenti, "con la mano sinistra", come si suol dire in ambito cinematografico quando un regista gira una pellicola quasi controvoglia. Sul fronte sonoro, invece, niente da ridire: il doppiaggio resta ovviamente in inglese e risulta essere ottimo in tutti i capitoli presenti nella raccolta, la colonna sonora fa bene il proprio lavoro, e gli effetti audio sono più che buoni. Il tutto viene impreziosito dal buon lavoro compiuto dallo staff che se ne è occupato, e che restituisce su PlayStation 3 un sonoro pulito e ben confezionato.
Conclusioni
Alla fine della nostra recensione, spiace dirlo, Devil May Cry HD Collection delude purtroppo in parte le nostre aspettative. La trilogia di Capcom mantiene stilisticamente inalterati tutti i suoi aspetti positivi, molti, e quelli negativi, pochi, almeno per quanto concerne buona parte del gameplay, fascino del protagonista e ambientazioni, motivo per cui se ci dovessimo basare solo su questi elementi avremmo attribuito un voto più alto, ma non ci è piaciuto il modo in cui tutto ciò è stato riproposto al pubblico, principalmente a causa di una realizzazione HD decisamente altalenante e non priva di difetti.
Visti i risultati in tal senso si poteva benissimo evitare di realizzare una collection del genere e lasciare che i fan della saga continuassero a godersi singolarmente i tre capitoli qui recensiti sulla cara, vecchia PlayStation 2.
PRO
- Tre classici al prezzo di uno
- Combattimenti spettacolari e adrenalinici
- Il personaggio di Dante è sempre affascinante
- Longevità garantita dalle tre avventure
CONTRO
- I soliti problemi di telecamera
- La grafica in molti punti non sembra affatto in HD
- In alcune fasi gli scontri sono frustranti
- Per usare Lucia in DMC2 bisogna uscire dal gioco