Una tendenza degli ultimi anni vedeva i vari tie-in ispirarsi alla trama dei relativi film solo in modo parziale, mettendo in campo situazioni e personaggi differenti così da costituire in qualche modo una sorpresa anche per chi era già andato al cinema, e allo stesso modo evitare di rovinare la visione a chi ancora non vi si fosse recato. Nel caso di The Amazing Spider-Man, però, gli sviluppatori di Beenox hanno preso una strada alternativa, evitando di rappresentare gli eventi della pellicola diretta da Marc Webb e lavorando, invece, a un ipotetico seguito degli stessi. Troviamo dunque un Peter Parker già consolidato nel proprio ruolo di Spider-Man, una Gwen Stacy perfettamente consapevole della doppia identità del suo ragazzo e una Oscorp mai così piena di pericolosi ibridi.
Quando i due fanno visita ai laboratori per controllare che sia tutto a posto, le cose precipitano e si verifica una contaminazione che coinvolge non solo alcuni scienziati ma anche Gwen. L'unica speranza di trovare un antidoto è nelle mani del dottor Curt Connors, altrimenti conosciuto come Lizard: Spider-Man si ritrova costretto a farlo evadere dalla prigione speciale in cui è rinchiuso per poter ottenere il suo aiuto. Queste fasi si svolgono nel gioco come in una sorta di tutorial, durante cui il nostro obiettivo è quello di prendere confidenza con un sistema di controllo differente rispetto agli altri titoli realizzati da Beenox, che si ispira in modo palese a Batman: Arkham Asylum per quanto concerne i combattimenti. Il nostro personaggio affronta molto spesso piccoli gruppi di avversari, ma il suo "senso di ragno" lo avverte di ogni attacco in arrivo, così che possa reagire istantaneamente e attuare una contromossa. La resa di tali dinamiche è praticamente identica a quella della serie Rocksteady, anche se i colpi del Cavaliere Oscuro si avvalgono di una sensazione d'impatto sostanzialmente maggiore, che conferisce più corpo e coinvolgimento agli scambi.
Il potere è nulla senza controllo
È interessante notare come nel film, e dunque nel tie-in, si sia voluto valorizzare il già citato "spider sense" per conferire al personaggio un intuito che in realtà, fumettisticamente parlando, non gli appartiene: Spider-Man che scopre i codici segreti su di una tastiera semplicemente guardandola, che si siede sulla propria ragnatela e segue le "vibrazioni" della stessa che gli indicano quale sia il percorso da seguire, e così via.
Al di là di questi momenti, che costituiscono solo una parte marginale dell'esperienza, questa nuova produzione Activision basa gran parte del proprio appeal sul cosiddetto "scatto di ragno", ovvero una sorta di focus istantaneo che l'Uomo Ragno può sfruttare per decidere spostamenti istantanei verso un nemico o una zona dello scenario. È divertente usare questo potere per stendere degli avversari silenziosamente, sfoltendo le fila dell'ennesimo gruppo di guardie della Oscorp prima di annientarlo in toto, ma torna utile anche in varie situazioni in cui è necessario muoversi molto rapidamente da una parte all'altra del livello, magari perché c'è un passaggio che si chiude dopo qualche istante oppure il pavimento è costellato da trappole e si deve raggiungere alla svelta una postazione alternativa. The Amazing Spider-Man su Wii si presenta come una versione "semplificata" rispetto a quanto visto su Xbox 360 e PlayStation 3, nel senso che tutta la parte sandbox e il free roaming sono stati tagliati in favore di un approccio tradizionale, con le missioni accessibili singolarmente e una grafica dei menu invero bruttina.
Non che quella in-game sia migliore, purtroppo: il modello poligonale di Spider-Man dispone di un discreto set di animazioni e di un buon livello di dettaglio, ma tutto il resto va dallo scarso all'insufficiente, con nemici tutti uguali, texture scarse o completamente assenti e un sacco di problemi con la visuale, che spesso e volentieri si inchioda in posizioni assurde. A tal proposito va detto che il sistema di controllo di default, con il classico connubio Wii-mote / Nunchuk, funziona molto male: agitare il controller per effettuare un contrattacco è una mossa che viene in automatico, visto che il dispositivo prende per buona qualsiasi vibrazione, ma è soprattutto la gestione della telecamera tramite d-pad a destare le maggiori perplessità, perché risulta quasi impossibile adoperarla in modo dignitoso durante i boss fight, ovvero quando la situazione ci porta a spostarci continuamente attorno all'avversario. Per fortuna è possibile utilizzare il Classic Controller o, meglio ancora, il Classic Controller Pro: quest'ultimo rappresenta, a nostro avviso, il modo migliore per giocare con The Amazing Spider-Man, che in ultima analisi non sfrutta davvero per niente le capacità peculiari della console Nintendo, anzi. Qualche parola, infine, per il comparto audio: il gioco è completamente doppiato in italiano e ciò è sempre apprezzabile, ma le voci mancano completamente di una direzione professionale e ciò si evince praticamente sempre, con i personaggi che dicono le proprie battute con tutta calma mentre attorno succede il finimondo.
Conclusioni
The Amazing Spider-Man per Wii ripropone la struttura e le situazioni presenti nelle versioni PS3 e Xbox 360 del gioco, ma soffre per via di una serie di problemi: in primo luogo si è deciso di eliminare completamente l'aspetto free roaming, consentendo al giocatore di accedere alle varie missioni solo in maniera tradizionale; in secondo luogo la pessima gestione della visuale e, in generale, dei controlli via Wii-mote e Nunchuk costringono a utilizzare il Classic Controller (meglio se Pro) per poter gestire dignitosamente personaggio e telecamera, ma sulla console Nintendo un fatto del genere non può mai essere considerato come un buon risultato. A ciò si aggiungono i limiti nativi del titolo Beenox, che cerca di fare il verso a Batman: Arkham Asylum pur senza poterne vantare lo stile e lo spessore, consegnandoci un tie-in magari non disprezzabile ma neppure irrinunciabile.
PRO
- Buon livello di sfida
- Discreto numero di livelli
- Combattimenti in stile Batman...
CONTRO
- ...ma l'originale è un'altra cosa
- Tecnicamente bruttino e limitato
- Grossi problemi con la visuale