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Il ritorno del Cavallino Rampante

Gli sviluppatori di Slightly Mad Studios consegnano ai fan della Ferrari un vero e proprio tributo, che ripercorre la storia dell'azienda italiana e i suoi tanti successi

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   09/07/2012
Test Drive: Ferrari Racing Legends
Test Drive: Ferrari Racing Legends
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Due storie importanti, quelle del franchise Test Drive e della casa di Maranello, si incrociano per dar vita a un gioco di corse a metà fra arcade e simulazione, che si pone l'obiettivo di ripercorrere gli eventi che hanno caratterizzato la storia della Scuderia attraverso una modalità carriera estremamente corposa, divisa in tre parti: "Oro", che prende in considerazione gli anni dal 1947 al 1973; "Argento", dal 1974 al 1990; e infine "Moderno", dal 1990 al 2011. Contraddistinti da un grado di difficoltà man mano maggiore, questi tre capitoli sono a loro volta composti da un numero variabile di eventi in stile "scenario", per un totale di oltre duecento sfide. Nei panni di un anonimo pilota, ci troveremo di volta in volta a sostenere un "esame" per entrare a far parte del team Ferrari, stabilire determinati tempi sul tracciato, superare gli avversari con una manciata di giri a disposizione ed effettuare improbabili rimonte, il tutto mettendoci alla guida di vetture differenti: dalla 125 S degli anni '40 alla 250 Testa Rossa della fine degli anni '50, dalla 330 P4 Berlinetta del '67 alla F40 del 1987, finendo poi a bordo delle celebri Testarossa (1984), F355 Challenge (1995), Enzo (2002), per arrivare finanche alle ultime versioni della monoposto di Formula 1.

Il ritorno del Cavallino Rampante

Dal punto di vista dell'offerta non ci sono dubbi sulla completezza di Test Drive: Ferrari Racing Legends, che con le sue cinquanta vetture farà la felicità dei fan della Ferrari. Diverso è il discorso sulla riuscita dell'operazione in termini meramente qualitativi, visto che fin dalle prime battute la struttura di gioco non mette in campo alcuna soluzione atta ad aumentare il coinvolgimento: semplicemente ci viene proposta una serie di eventi da completare con successo, in modo asettico, senza possibilità di personalizzare alcunché né di dare un senso all'esperienza che esuli dalle tre o quattro battute in inglese che i tecnici dal box faranno per spronarci a dare il massimo, avvertirci che mancano solo tot giri alla fine della gara e magari congratularsi al raggiungimento di un obiettivo.

Quello che hai te lo devi guadagnare

Il problema grosso di Test Drive: Ferrari Racing Legends è che si tratta di un prodotto "carriera-centrico", ovvero la carriera non solo ne rappresenta il fulcro, ma è anche propedeutica allo sblocco di auto e circuiti a cui accedere nella modalità corsa veloce, nei time attack e finanche nel multiplayer online competitivo. Insomma, senza completarla non è possibile in alcun modo godere dei pur generosi numeri di questo titolo, e la cosa vi darà non pochi grattacapi perché, a ben vedere, solo le sfide della categoria "Oro" presentano un grado di difficoltà abbordabile, mentre le altre richiedono un impegno decisamente "hardcore", ben distante da un approccio di tipo arcade.

Il ritorno del Cavallino Rampante

E a proposito di approccio, nel gioco abbiamo a disposizione tre differenti stili di guida: principiante, normale e pro. Il primo integra qualsiasi tipo di assistenza: dalla visualizzazione delle traiettorie alla frenata assistita, passando per i vari sistemi anti-bloccaggio e anti-pattinamento; l'impostazione normale costituisce il compromesso migliore, nel senso che abbiamo un controllo pressoché completo della vettura, in termini di frenata e impostazione delle curve, ma al contempo ci viene data la possibilità di evitare il verificarsi di continui testacoda dovuti a una mancata gestione del grip; infine, lo stile pro implica la disattivazione di qualsiasi aiuto. Attenzione: affrontare le gare selezionando lo stile "normale" non significa impedire all'auto di sbandare e uscire di pista, anzi da questo punto di vista le intenzioni degli sviluppatori appaiono ben chiare in quanto non è mai possibile portare a termine una gara in stile Gran Turismo, ovvero rimbalzando contro gli avversari per ovviare a una disattenzione. Entrare in collisione con un altro veicolo si traduce quasi sempre in un più che plausibile incidente e alla perdita di tempo prezioso che, cosa che ci obbligherà a riavviare l'evento piuttosto che a premere il tasto Select per il ritorno automatico in pista, procedura questa troppo svantaggiosa quando i giri a disposizione sono pochi.

Obiettivi Xbox 360

Test Drive: Ferrari Racing Legends dispensa i suoi quarantacinque Obiettivi, per un totale di 1000 G, dividendoli in due grandi gruppi: da una parte quelli da 10 G, che si ottengono portando a termine i compiti più semplici, come ad esempio il completamento di ogni singolo evento; dall'altra quelli da 60, 80 e addirittura 100 G, ottenibili arrivando alla fine delle tre ere che compongono la modalità carriera e scalando i ranking fino a diventare delle vere e proprie leggende.

Correre con il coltello fra i denti

Chi si aspettava un gioco di guida accessibile come i due Test Drive Unlimited firmati Eden Games, insomma, rimarrà sorpreso dai tentativi necessari per ottenere il tempo richiesto nelle gare più avanzate, che si svolgeranno davvero in un'atmosfera di grande tensione, visto che non ci verrà perdonato neppure il minimo errore.

Il ritorno del Cavallino Rampante

Nonostante ciò, viene difficile definire Ferrari Racing Legends una vera e propria simulazione, visto che mancano le regolazioni di fino che da sempre caratterizzano questo tipo di prodotti, e che magari avrebbero reso possibile limitare il sovrasterzo con cui ci troveremo a fare i conti tantissime volte. Diverso il discorso sull'intelligenza artificiale degli avversari, ben al di sopra della media: anziché seguire il solito pattern visto anche in molte produzioni blasonate, ovvero stare incollati alla traiettoria ideale senza mai commettere un errore o una sbavatura, gli altri piloti si produrranno in sbandate quando messi sotto pressione, cercheranno talvolta di ostacolare i nostri sorpassi spostandosi all'improvviso e finiranno anche per scontrarsi fra loro, creando situazioni in grado di rendere le sfide quantomeno un minimo varie. Per quanto concerne invece il comparto tecnico, l'eccellente design delle vetture, fedelmente riprodotte fin nei dettagli dell'abitacolo (una delle quattro visuali disponibili), si contrappone a scenari abbastanza scialbi, decisamente poco "vivi" e degni di nota. Il Madness Engine, lo stesso visto in Shift 2: Unleashed, riesce a gestire la grafica riducendo al minimo i cali di frame rate e mantenendo dunque i trenta fotogrammi al secondo nella maggior parte dei momenti, il che è di certo un bene per la fluidità dell'esperienza. Ottimi infine gli effetti sonori, in particolare i rombi delle varie vetture.

Conclusioni

Versione testata: Xbox 360
Multiplayer.it
6.2
Lettori (58)
8.2
Il tuo voto

Test Drive: Ferrari Racing Legends offre un'esperienza di difficile classificazione. Si tratta di un arcade? Decisamente no, visto l'approccio hardcore alle gare. Si tratta di una simulazione? Nemmeno: troppo poche le regolazioni a nostra disposizione e praticamente nulla l'introduzione a ogni evento. Ci sono sicuramente numeri indiscutibili a favore del titolo di Slightly Mad Studios: oltre duecento sfide compongono una carriera che ripercorre tre epoche e ci mette a disposizione un totale di cinquanta vetture e quasi quaranta tracciati (contando le varianti), l'intelligenza artificiale degli avversari è al di sopra della media e, come detto, il grado di sfida è notevole. Peccato non si sia provveduto a mettere insieme questi elementi con più cura per il contorno, finendo per pregiudicare l'appetibilità del gioco presso chiunque non sia un fan sfegatato della Ferrari.

PRO

  • Una carriera decisamente corposa
  • Cinquanta vetture e quasi quaranta tracciati
  • Intelligenza artificiale degli avversari al di sopra della media

CONTRO

  • Struttura "secca", priva del necessario contorno
  • Difficoltà a tratti fin troppo elevata
  • Tecnicamente ben fatto ma tutt'altro che straordinario