E' la stagione dei kart racing, evidentemente: dopo lo stesso Mario Kart 7, nel giro di poche settimane stiamo assistendo all'uscita di LittleBigPlanet Karting, F1 Race Stars e questo Sonic & All-Stars Racing Transformed, che approdano tutti sul mercato con un tempismo alquanto discutibile, in termini strategici. Almeno, questo consente un confronto diretto per chi fosse interessato ad acquistarne uno soltanto (cosa peraltro piuttosto logica). Abbiamo detto già in altri ambiti come la valutazione di un kart racing difficilmente riesca a trascendere dal confronto diretto con il solito Mario Kart, ma questo non si applica con la stessa matematica regolarità per quanto riguarda il gioco Sega, a ben vedere.
Il riciclo di idee già nel primo capitolo non era una fastidiosa costante e con questo seguito il publisher nipponico ha voluto rimarcare l'intraprendenza di una propria strada, anche se sull'idea dei mezzi trasformabili, purtroppo per Sumo Digital, sono arrivati prima in Nintendo con l'ultimo capitolo per 3DS, anche se non sembra ci siano state influenze particolari nel corso dello sviluppo. D'altra parte, l'interpretazione dell'elemento trasformazionale è alquanto diversa qui, dove da elemento ad incastro nelle classiche dinamiche del gameplay diventa un modificatore sostanziale del modello di guida, nonché un vero e proprio spettacolo per gli occhi. Insomma, possiamo già ascrivere un punto positivo a questo Sonic & All-Stars Racing Transformed, ovvero la sua capacità di distanziarsi dall'ingombrante iniziatore del genere kart racing in questa accezione e consolidare in questo modo una propria identità di serie, raggiunta grazie non solo alla statura iconica dei personaggi che fanno parte del cast, ma anche ad uno stile particolare in cui viene rappresentata la corsa in generale, che fa leva sulle solide fondamenta della tradizione di genere da parte di Sega.
Il kart racing secondo Sega
Pur riuscendo a distinguersi grazie ad un'accezione particolare del racing game, derivato dalla lunga esperienza nell'ambito da parte del publisher in questione, Sonic & All-Stars Racing Transformed segue piuttosto fedelmente il canone tipico del gioco di corse appartenente al sottogenere kart. Ci troviamo dunque a correre con i personaggi tratti dalle serie più famose di Sega a bordo di mezzi personalizzati e, in questo caso, trasformabili da auto ad aerei, motoscafi e hovercraft.
La corsa è arricchita dall'utilizzo di power-up offensivi e difensivi in grado di aggiungere ulteriori varianti all'azione di gioco, mentre il modello di guida si basa fortemente sullo sfruttamento dei powerslide, ovvero delle derapate controllate in curva che, in base alla durata e all'ampiezza, donano una momentanea accelerazione. Proprio il controllo del mezzo, il senso di velocità e il comportamento di questi si pongono al centro dell'esperienza di gioco, risultando in una combinazione particolarmente divertente ed esaltante, pur nel caos che spesso può emergere in mezzo alle corse, ancora decisamente influenzate da un utilizzo dei power-up scarsamente strategico, in termini di incastro attacco-difesa e bilanciamento delle forze. Tuttavia il ritmo veloce, il controllo intuitivo e preciso e - nella maggior parte dei casi - il buon track design contribuiscono a fornire un'ottima sensazione generale, tipicamente da racing Sega, facendo le dovute proporzioni con titoli dal genere sostanzialmente diverso. Numerose sono le modalità di gioco tra singolo e multiplayer, con in particolare un'interessante integrazione di diverse tipologie di corsa all'interno del Tour Mondiale, principale modalità in singolo che si sviluppa progredendo lungo una sorta di mappa con tanto di bivi e scontri con "boss" che divengono poi, una volta battuti, personaggi giocabili sbloccati. In sostanza, vi si trovano condensate tutte le varianti di corsa che nel capitolo precedente si trovavano all'interno delle missioni, a loro volta derivate in parte dall'esperienza accumulata da Sumo Digital con i suoi Out Run (la sfida a base di derapate risulterà sicuramente familiare a chi si è impegnato su tale serie), in un misto di elementi di gameplay che ravviva sensibilmente l'interesse nella corsa in singolo.
D'altra parte, l'esperienza maturata in questa modalità si riflette anche nelle caratteristiche del veicolo utilizzabile in multiplayer, visto che tutti i progressi rientrano nella "patente" del giocatore, che sintetizza tutti i progressi effettuati. Completando corse e sfide in singolo nei tre diversi livelli di difficoltà si sbloccano personaggi (appartenenti per la maggior parte alle serie storiche di Sega ma anche alcuni outsider, come Ralph Spaccatutto dall'omonimo film d'animazione), distintivi (simboli esclusivamente estetici) e si ottengono soprattutto punti esperienza in grado di farci progredire da un livello all'altro, ottenendo in questo modo assetti diversi in grado di influenzare le statistiche di base del veicolo. Velocità, accelerazione, tenuta di strada, turbo e All Star (il power-up definitivo, in grado di donare una momentanea trasformazione personalizzata in corsa) possono dunque variare in base ai profili che si ottengono avanzando di livello in livello, scollegando in questo modo il singolo personaggio da uno specifico assetto predeterminato e ampliando le combinazioni possibili, da sfruttare anche nel multiplayer. Quest'ultimo, oltre alle varie tipologie di corse, propone anche la modalità battaglia, ambientata all'interno di arene e basata soprattutto sull'utilizzo dei power-up e lo scontro diretto tra i piloti.
Resta di stucco, è un barbatrucco
L'innovazione principale apportata sulla struttura del primo Sonic & Sega All-Stars Racing è, ovviamente, la possibilità di trasformare il proprio veicolo in diverse configurazioni, che modificano in maniera sostanziale il modello di guida e l'andamento della gara. Non si tratta di una manovra dipendente dal giocatore stesso, ma è il tracciato che, in alcuni punti, impone tale trasformazione, che avviene al volo in pochi secondi. E' in effetti un momento piuttosto spettacolare: immaginate di correre velocissimi su una pista, poi ad un tratto trovate una rampa e la strada scompare lasciando spazio al cielo blu o al mare.
A questo punto, il veicolo si trasforma in un lampo, con una simpatica animazione, in aereo, motoscafo o hovercraft, modificando di conseguenza il suo comportamento e la dinamica della corsa. Può sembrare un'aggiunta superflua, ma il modo in cui il modello di guida varia radicalmente nel guidare un hovercraft con il suo tipico andamento inerziale, un motoscafo influenzato dalle onde o dai movimenti della superficie dell'acqua (realizzata peraltro ottimamente) o un aereo con la possibilità di cabrata e picchiata in aria fornisce un arricchimento sostanziale all'esperienza di gioco. Il tutto, poi, risponde all'attenta regia che il track design impone in ogni corsa, con punte di spettacolarità puramente Sega che ricordano alcuni tra i più fragorosi arcade della storica casa nipponica, come Scud Race, Daytona o Crazy Taxi, sebbene ci sia da registrare una certa alternanza di alti e bassi tra piste ad alto contenuto adrenalinico e spettacolare e altre decisamente meno interessanti e divertenti. Certo, sorpassato il primo impatto, dopo qualche ora si perde in parte l'effetto spettacolare della trasformazione, che comincia a rientrare nella normalità della meccanica racing, tuttavia resta un elemento di variazione importante all'interno del gameplay che introduce anche alcuni elementi legati alla ricerca di traiettorie differenti ed eventuali scorciatoie, data la maggiore ampiezza della "pista" nelle fasi aeree e acquatiche.
Obiettivi Xbox 360
50 obiettivi sbloccabili per 1000 punti è quanto Sonic & All-Stars Racing Transformed ha da offrire ai cacciatori di achievements, che vista la quantità di corse diverse e le modalità in singolo e in multiplayer si troveranno ad impegnarsi su parecchi fronti per poter raggiungere il bottino completo. Unito al sistema di ricompense proprio del gioco, che dona distintivi ed elementi di gioco e li mette in bella mostra nella "patente", questo nuovo capitolo della serie fa di tutto per spingere al collezionismo sfrenato.
Cieli azzurro-Sega
Il genere non si presta solitamente ad un comparto tecnico impressionante, non essendo pressato né dall'esigenza di fotorealismo né dalla necessità di seriosi e spettacolari costrutti scenografici, eppure il gioco si distingue per un innegabile fascino che porta la firma Sega stampata ovunque. Le cifre stilistiche ci sono tutte: cieli azzurri, costruzioni sospese, canyon e spettacolari torsioni delle piste sopperiscono ad una certa mancanza di rifiniture in termini di effetti, probabilmente tagliati per favorire il più possibile la velocità dell'azione. D'altra parte, gli scenari non possono non smuovere qualcosa in chi conosce la storia del brand: basta vedere quello di After Burner, quello dedicato a Sonic e quello imponente di Panzer Dragoon per capire come questo sia un prodotto puramente Sega, mediato dal gusto e dall'indubbia esperienza di Sumo nel genere racing.
Si riscontra, tuttavia, una certa discontinuità nel track design, che alterna esperienze spettacolari come quelle suddette ad altre piste decisamente sottotono, sia per quanto riguarda gli scenari che per la costruzione stessa del tracciato, che tende a spezzare troppo il ritmo di gioco. Perfettamente nello stile del publisher è anche l'accompagnamento audio, con musiche tratte dalle serie in questione ed effetti che comprendono le classiche, entusiaste voci campionate da cabinato arcade anni 90. Non è un mostro di tecnica, insomma, ma la scala della produzione è perfettamente commisurata alla tipologia di gioco e calza a pennello, con uno stile che altri difficilmente possono vantare, grazie soprattutto alla commistione di icone Sega e di feeling da racing arcade di cui la casa nipponica è maestra. Peraltro, il valore della produzione è calibrata anche con il prezzo, fissato ad un'allettante quota di 39,99 euro.
Conclusioni
Il kart racing secondo Sega si conferma un'ottima interpretazione di questo particolare sotto-genere, con un nuovo capitolo che ne evolve struttura e concetto sotto ogni aspetto. Si tratta peraltro di un raro caso in cui il paragone con il capostipite Nintendo non è scontato, visto che Sumo è riuscita nel difficile compito di dare un'identità propria alla serie, basandosi sì sulle potenti licenze Sega ma anche su un'interpretazione del racing game arcade in declinazione kart che risulta a suo modo originale e convincente. L'utilizzo del powerslide raggiunge qui probabilmente la sua accezione migliore e la maggior parte del divertimento nel gioco deriva proprio dal modello di guida intuitivo ma non eccessivamente leggero, rafforzato da una discreta varietà di situazioni tra Tour Mondiale e multiplayer, con la novità delle trasformazioni che si inserisce perfettamente nel ritmo di gioco. Permane un'organizzazione un po' approssimativa e caotica dei power-up e una certa discontinuità qualitativa nel design di tracciati, ma se cercate un gioco di corse arcade "alternativo" questa è una scelta consigliata.
PRO
- Modello di guida divertente
- Tante diverse situazioni tra single e multiplayer
- Ottima l'introduzione delle trasformazioni
- Prezzo contenuto
CONTRO
- L'uso e il bilanciamento delle armi non convince appieno
- Un po' discontinuo il track design
- La relativa semplicità strutturale può inficiarne la longevità