Nella scorsa anteprima ci siamo limitati a scoprire la superficie del nuovo videogioco sviluppato da Vanillaware che mescola la forte enfasi sulla narrazione a un inaspettato gameplay strategico con visuale top-down. Troppo poco per riuscire forse a valorizzare e incuriosire chi non conosce bene gli autori e non sa cosa potersi aspettare da loro. Arrivati fino in fondo all'avventura ci siamo però resi conto che persino i più navigati saranno sorpresi da quanto George Kamitani è riuscito a tirare fuori dal cilindro questa volta: anzitutto si prendono le distanze dalla tradizionale ambientazione fantasy che ha sempre contraddistinto le opere di Vanillaware, mantenendo però quello stile artistico che persino nei suoi eccessi (qui a onor del vero non presenti, o almeno non ai livelli di Dragon's Crown) lascia a bocca aperta. Aver deviato verso un approccio fantascientifico ha permesso a Kamitani di darsi alla pazzia gioia, mettendo in piedi una trama che non ha nulla da invidiare a Dark con i suoi salti temporali e condendola, al contempo, con una controparte ludica che pesca a piene mani dall'eterna lotta tra i kaijū e i mecha destinati a impedire o frenare la loro invasione della Terra. Appoggiandosi a questi due aspetti, che viaggiano su binari paralleli ma imprescindibili l'uno dall'altro, la recensione di 13 Sentinels: Aegis Rim parla di un gioco che si presenta come un'esperienza coinvolgente e meravigliosa, molto più radicata nel concetto di visual novel ma capace di offrire, a chiunque saprà andare oltre certi aspetti, una storia che non mancherà di sorprendervi fino al suo epilogo.
La Guerra dei Mondi
È difficile parlare della trama di 13 Sentinels: Aegis Rim, non soltanto per una questione di spoiler ma perché solo ripensare alla mole di informazioni che ci bombarda con precisione chirurgica lungo il corso delle almeno trenta ore di gioco è stordente. Siamo di fronte a una di quelle storie che non può essere raccontata, bisogna viverla in prima persona sia per comprenderne l'intensità emotiva e tutte le varie strizzate d'occhio agli argomenti topici del genere sci-fi, sia per capirne il filo conduttore di per sé: riallacciandoci al suddetto Dark, è come se un vostro amico non avesse voglia di vedere la serie e vi chiedesse di spiegargliela. Potreste provarci ma vi ritrovereste in tempo zero come Charlie in It's Always Sunny In Philadelphia, allucinati di fronte a una bacheca piena di fili rossi mentre l'amico in questione si pente di avervi fatto quella richiesta. Stiamo parlando di George Kamitani, d'altronde, tanto eclettico e visionario quanto fissato con il cibo all'interno delle sue produzioni - sì, è presente anche qui.
Tutto quello che possiamo dirvi in merito alla storia è che si distribuisce lungo cinque linee temporali (1940, 1980, 2020, 2060 e 2100) attraverso le quali viaggeremo con tutti e tredici i protagonisti, in un disperato tentativo di impedire la distruzione della Terra a opera di letali creature robotiche: i kaijū, appunto. In questo alternarsi di salti temporali troviamo androidi indistinguibili dagli esseri umani, falsi ricordi e numerosi altri fattori che concorrono a creare tredici narrazioni incredibilmente profonde, interlacciate tra loro, i cui tasselli alla fine si incastrano alla perfezione in quell'enorme puzzle che è la trama. La linea temporale principale è il 1985, che porta con sé svariati riferimenti alla cultura pop di quel periodo, dai blockbuster hollywoodiani alle produzioni giapponesi. Dettagli la cui familiarità vi permetterà di apprezzare ancora di più il gioco ma che in ogni caso non vietano a chi è meno ferrato di godere appieno dell'esperienza.
Non è possibile completare tutto l'arco narrativo di un personaggio in un unico giro: a volte per proseguire sarà necessario giocare nei panni di un altro, andare avanti un pezzetto e poi passare a un altro ancora, rimbalzandoci tra vari eventi che dopo un'iniziale confusione iniziano piano piano ad avere senso. La sua struttura a tasselli e il conseguente intreccio di storie che ne deriva rende la comprensione della trama più lenta, senza dubbio, ma appagante poiché ci vengono offerti piccoli indizi sparsi e mai la lunga spiegazione tediosa; prestando attenzione ai dettagli è possibile ricostruire passo passo gli accadimenti, che comunque ci tengono sospesi a un filo fino alle ultimissime battute, facendo sì che 13 Sentinels: Aegis Rim sfidi le nostre aspettative con una piccola ma incredibilmente significativa svolta oppure confermi quel sospetto che ci rodeva da tempo, sempre attraverso un'azione vera e propria o velati suggerimenti. Sebbene esista un pratico archivio da consultare si tratta sempre di informazioni centellinate, facili da consultare e non troppo verbose da farci desistere nella lettura.
La non linearità della trama generale si estende anche alle singole narrazioni. A volte il gioco procederà in linea retta, soprattutto nelle prime fasi, ma raggiunti determinati punti le diramazioni si faranno molto più fitte costringendoci a rigiocare la sezione più di una volta per vedere cosa sarebbe successo se, oppure accedere a quel percorso che prima ci era precluso. Non è sempre immediato capire cosa serva per andare avanti ed è capitato a volte di muoversi a caso ma le sezioni sono talmente brevi che il rischio di scadere nell'eccessiva ripetitività è davvero minimo. In ogni caso, se intuiamo di aver commesso un errore possiamo tornare sui nostri passi ricaricando una sequenza narrativa in particolare, contraddistinta da uno specifico simbolo, e da lì riprendere senza necessariamente arrivare alla fine di un segmento narrativo che abbiamo già ultimato. Questo è il principale punto di forza di 13 Sentinels: Aegis Rim. Come racconta la propria storia, ovvero la fluidità con cui ogni singolo pezzo e personaggio vanno al loro posto senza sentirsi forzati. O ancora, il modo in cui il gioco svela le sue carte, centellinando i segreti senza per questo nasconderli sul serio (anzi, a volte sono in bella vista ma non abbiamo i mezzi per accorgercene), invogliando i giocatori a proseguire finché tutto non quadra. Se state cercando una storia raccontata in maniera intelligente, sempre in grado di stupirvi e incuriosirvi, Vanillaware ha quello che fa per voi.
Sentinelle contro kaijū
Fino adesso abbiamo parlato della trama e della sua struttura ma 13 Sentinels: Aegis Rim ha anche una componente di gameplay che, sebbene separata, è legata a doppio filo con la narrazione. Quando scriviamo separata lo intendiamo letteralmente: dal menu principale si accede infatti alla sezione Avventura quando si vuole proseguire con la storia, trasformandoci in spettatori più o meno passivi della situazione, ma alle volte per continuare sarà necessario scendere in campo ed è qui che entra in gioco la Battaglia. Qui troviamo diverse aree entro le quali sconfiggere ondate di kaijū, ciascuna diversa dall'altra e per la quale occorre schierare i giusti piloti con le relative Sentinelle - così si chiamano i robot che sfrutteremo per combattere. Si tratta di sequenze non del tutto in tempo reale, la maggior parte delle volte da risolversi entro due minuti con l'azione che tuttavia viene messa in pausa nel momento in cui selezioniamo un personaggio per decidere cosa fargli fare. Dobbiamo scegliere un massimo di sei piloti da schierare in attacco, mentre i restanti costituiranno la difesa che si preoccuperà di reagire in autonomia alle minacce, ciascuna con il proprio mecha appartenente a una diversa generazione - che qui fanno le veci delle classi. Dalla prima alla quarta abbiamo quelle specializzate nel corpo a corpo, nel supporto, nella lunga distanza e infine le unità più eclettiche caratterizzate da un'ampia mobilità e dalla possibilità di usare sia attacchi ravvicinati sia a distanza sfruttando tecnologie particolari.
Il nostro compito è difendere uno specifico punto sulla mappa, distruggendo le ondate di nemici che tenteranno di conquistarlo o, in generale, completando gli obiettivi di missione. Premesse molto semplici, come semplice è la grafica che raffigura alleati e minacce come semplici icone su una mappa della città. Sebbene a prima vista questo possa dare l'impressione che le battaglie siano dei meri riempitivi, minigiochi messi lì per far prendere una pausa dalla narrazione, nella pratica si scopre in fretta come siano battaglie molto strategiche e dalla difficoltà sempre più crescente grazie all'introduzione di nuovi nemici o di versioni migliorate degli stessi. Se vi state chiedendo il perché di >una scelta stilistica cosi minimalista rispetto alle bellissime tavole che compongono la storia, è presto detto: la quantità di nemici su schermo raggiunge le svariate centinaia, qualcosa che vissuto con un approccio diverso dal top-down avrebbe reso l'esperienza un inferno. Così è invece possibile dar vita a scontri impegnativi, scorrevoli e soddisfacenti, soprattutto se mirate a ottenere il grado di valutazione più alto. È una scelta che potrebbe non trovare il favore di tutti e lo comprendiamo ma la gratificazione che si riceve ottenendo il risultato migliore o soddisfacendo condizioni opzionali nelle fasi successive e più difficili è avvincente, così come concatenare la giusta sequenza di attacchi affinché ne voi né l'obiettivo che state difendendo subiscano danni mentre i nemici vengono letteralmente decimati.
Maggiore è il livello di sfida, più efficienti devono essere le vostre Sentinelle: in questo caso interviene un sistema di personalizzazione dedicato da un lato all'offensiva e dall'altro alla struttura del nostro mecha, del quale andremo a potenziare le singole parti per renderlo più forte, resistente, eccetera eccetera. Farlo richiede spendere metachip, la valuta di gioco ottenibile sia progredendo con la storia sia combattendo sul campo. Ogni Sentinella è a sé stante, perciò sta a noi scegliere di volta in volta su chi investire, sebbene il consiglio sia di creare una squadra omogenea senza lasciare nessuno indietro perché a modo loro sono tutti indispensabili. Inoltre, far combattere troppo un pilota lo porterà a un Neuroblocco, rendendolo inutilizzabile per uno scontro nell'attesa che il carico sulla sua mente si allenti e gli permetta di tornare in gioco. Quindi è sempre bene avere un piano di riserva, perché è vero che questa condizione può essere annullata con la semplice pressione di un tasto ma, nell'ottica di guadagnare più metachip e punti mistero (utili a sbloccare le voci dell'archivio) è opportuno concatenare quante più vittorie possibili: forzare l'annullamento di un Neuroblocco resetta il moltiplicatore, obbligandovi a ricominciare da capo. Infine, i piloti stessi potranno aumentare di livello ottenendo esperienza in base al loro apporto nella battaglia, sbloccando a mano a mano dei tratti che aiuteranno a formare una squadra più mirata.
C'è un netto distinguo tra le due parti, Avventura e Battaglia, e verrebbe da pensare che sarebbe stato meglio mantenerle unite per non creare un senso di scollegamento. Bisogna però tenere conto del fatto che noi stiamo percorrendo una storia già vissuta e che il presente, se così vogliamo considerarlo, è costituito proprio dalle fasi di combattimento: inserirle nel complesso intreccio narrativo sarebbe stato complicato da gestire e soprattutto fuori contesto. Non siamo al punto da dire che la trama è asservita al gameplay, perché c'è una stretta collaborazione, ma non dobbiamo dimenticare che i tredici protagonisti hanno compiuto il loro viaggio per arrivare lì, alla battaglia che deciderà una volta per tutte le sorti del mondo e del futuro. A mano a mano che si gioca si realizza come tenerle separate si riveli la soluzione migliore, per godere di entrambe a dovere.
Comparto artistico d'eccezione
I valori produttivi di 13 Sentinels: Aegis Rim sono incredibili. Vanillaware ha dato il meglio di sé sotto il profilo artistico, realizzando quelli che sembrano veri e propri quadri in movimento: ogni luogo ha un colore principale che ne determina l'atmosfera, dalla fresca sfumatura azzurra dei tetti di primo mattino fino alle caleidoscopiche tonalità di rosso e giallo durante i tramonti, e ancora, le aree più devastate dalla furia dei kaijū rimandano a Giger. A rendere il tutto ancora più bello è il modo in cui le singole ambientazioni cambiano a seconda dell'orario in cui le si visita. C'è una cura per il dettaglio che porta la qualità dello studio su un nuovo livello e per quanto le zone siano piuttosto contenute, esplorarle cogliendone i particolari giochi di luci e ombre è un piacere ulteriore che va ad arricchire un già ottimo gioco. L'assenza di caricamenti tra una zona e l'altra permette infine di godersi l'avventura senza soluzione di continuità, sperimentando tutto ciò che questo fantascientifico Giappone degli anni '80 (e oltre) offre.
Conclusioni
13 Sentinels: Aegis Rim è un gioco meraviglioso da vedere, intrigante da scoprire e divertente da giocare quando si tratta di scendere in battaglia. Dopo anni di silenzio, Vanillaware torna con un centro quasi perfetto, sporcato solo da un'occasionale mancanza di chiarezza su come far procedere la storia e una ripetitività che, per quanto stimolanti possano essere, alla lunga si fa sentire durante i combattimenti. Per il resto siamo di fronte a una trama sapientemente costruita, complessa ma non incomprensibile, che si prende i suoi tempi per svelarsi senza perciò nascondere i dettagli utili alla sua comprensione - anzi, spesso divertendosi a metterli in bella vista. Lo stesso stile minimalista degli scontri sul campo si integra perfettamente nella struttura, lasciando all'avventura il compito di immergerci nella bellezza delle sue ambientazioni e nella profondità della storia, per la quale un plauso agli interpreti è d'obbligo. La narrazione è la parte predominante nelle trenta ore necessarie a completare il gioco ma gli appassionati della strategia troveranno soddisfazione anche nelle numerose battaglie che si accompagnano alla storia. Se siete appassionati delle opere di Vanillaware, inutile dirvi di non lasciarvi sfuggire 13 Sentinels: Aegis Rim ma anche se non avete mai sentito nominare prima lo studio e cercate una storia sci-fi raccontata come si deve, lasciatevi catturare dall'estro di Kamitani.
PRO
- Un'ottima trama sci-fi, raccontata alla perfezione
- Un comparto artistico in grado di superare se stesso
- La componente strategica del gameplay crea dipendenza...
CONTRO
- ... ma alla lunga lascia trasparire una certa ripetitività
- Alcuni passaggi per proseguire nella storia non sono chiari