Dalla cosiddetta Operazione Urano (19-23 Novembre 1942) sino alla totale distruzione della famigerata Sesta Armata della Wermacht tedesca, all'inizio del 1943, si è svolta quella che nei libri di storia è passata come la "Battaglia di Stalingrado", una delle più cruente della Seconda Guerra Mondiale e considerata da alcuni come la più importante dell'intero conflitto, persino del celeberrimo sbarco in Normandia, poiché coincise con la prima grande disfatta dell'Asse sancendone l'inizio del declino.
Giusto per darvi un'idea della durezza dello scontro, tra gli oltre tre milioni di soldati che lo combatterono, quasi equamente ripartiti tra forze dell'Asse (Germania, Romania, Italia e Ungheria, per l'occasione) e URSS, la metà perse la vita sul campo di battaglia, e ben quarantamila furono nostri connazionali. Al di là degli aspri combattimenti, moltissimi dei decessi furono causati dalle condizioni climatiche assolutamente proibitive, tanto che degli oltre centomila tedeschi della Sesta Armata fatti prigionieri dai russi, soltanto sei mila sopravvissero al rigidissimo inverno. Numeri semplicemente impressionanti. Questo scenario così drammatico è stato più volte tradotto in romanzi, opere cinematografiche e finanche videogiochi, tra i quali è impossibile non citare il bellissimo Call of Duty 2 e il recente Company of Heroes 2. Sebbene ebbero vita più facile - se così si può dire - dei soldati a terra e dei poveri carristi, alcuni dei quali vennero persino legati ai comandi del proprio mezzo per evitare diserzioni, i piloti giocarono un ruolo fondamentale nell'evoluzione del confronto, e il simulatore di volo oggetto della nostra analisi, nato in seno alla celebre serie di IL-2 Sturmovik, proietta il giocatore nei panni dei coraggiosi aviatori - sia tedeschi che russi - che si diedero battaglia in quei terribili mesi della storia europea. Rigoroso e accurato come da tradizione, IL-2 Sturmovik: Battle of Stalingrad è un simulatore purissimo, in grado di riscattare il mezzo passo falso compiuto dal recente capitolo Cliffs of Dover, uscito nel 2011. Se volete sapere perché, non vi resta che continuare a leggere.
IL-2 Sturmovik: Battle of Stalingrad riesce a ridare lustro alla serie di simulatori di aerei da guerra
Piombo fuso
Annunciato ufficialmente da 1C Company a dicembre 2012, l'ultimo capitolo della serie dedicata ad uno dei più riusciti e famosi aerei russi dell'epoca - ma non solo - fu immediatamente accolto con interesse dagli appassionati, forte soprattutto degli sviluppatori dietro al progetto, ovvero i ragazzi di 1C Game Studios in collaborazione con 777 Studios, che avevano ampiamente dimostrato il proprio talento col motore Digital Nature in Rise of Flight. Dopo aver "sostato" per alcuni mesi in Accesso Anticipato su Steam e sulla piattaforma dedicata, ove noi lo abbiamo testato, IL-2 Sturmovik: Battle of Stalingrad ha da poco raggiunto e superato la versione 1.0, che ha ulteriormente allargato l'agguerritissima e attiva community di giocatori, pur trattandosi di un prodotto di nicchia. La differenza fondamentale con il codice Early Access che trattammo alcune settimane addietro, risiede nell'introduzione della campagna principale dinamica, che tuttavia ci ha lasciato un poco perplessi per il poco carisma dimostrato. Suddivisa in cinque capitoli distinti, che esplorano dai primi contatti con le forze dell'Asse sino alla già citata disfatta della Sesta Armata, essa non rappresenta altro che un "generatore" di missioni singole, dove il giocatore ha amplissima possibilità di intervento nella configurazione del singolo scontro. Lo scopo, in ciascun capitolo, è quello di accumulare punti esperienza sufficienti per sbloccare quello successivo, potendosi muovere liberamente sia tra le due fazioni in guerra che tra le tipologie di missioni.
Volendo, si potrebbe concludere l'intera campagna utilizzando un singolo aereo ed effettuando sempre gli stessi compiti, a loro volta suddivisi in sei gruppi principali, ovvero Intercept, Escort, Ground Attack, Ground Support e Bombing. Il già citato Ilyushin IL-2 Sturmovik, ad esempio, può essere utilizzato per gli attacchi al suolo o il supporto alle truppe (un po' come il moderno A-10), e le mansioni spesso prevedono la distruzione di postazioni di artiglieria, colonne di camion e carri armati o treni in transito in una determinata area della sterminata mappa. Selezionando i poderosi bombardieri Pe-2 ser.87 russo e l'He 111 H-6 tedesco, invece, si possono radere al suolo obiettivi più consistenti come stazioni ferroviarie o città, magari destreggiandosi fra le varie postazioni dei mitraglieri lasciando i comandi di volo al pilota automatico. Aerei leggeri e veloci come il Messerschmitt BF 109 F-4 o il Lavochkin La-5 ser.8 sono invece adatti alle missioni di scorta aerea e pattuglia, protagonisti assoluti di eleganti e appassionanti dogfight. Ciò che manca alla campagna, al di là dei video che introducono ciascuno dei cinque suddetti capitoli, è un pizzico di narrativa che coinvolga e sproni il giocatore, lanciato in un susseguirsi di missioni autoconclusive ove le uniche variazioni sensibili sono gli aeroporti e i campi di volo coinvolti, man mano che l'accerchiamento della Sesta Armata verso la città di Stalingrado prosegue. Non aiuta nemmeno l'ambientazione quasi costantemente innevata e monocorde, che appiattisce ulteriormente la sensazione di "avanzare" nella campagna (non è certo colpa degli sviluppatori se la battaglia si svolse tra novembre e febbraio nella rigida ex URSS). Anche le Missioni Singole sono state ulteriormente arricchite rispetto al codice preliminare, e adesso è possibile spaziare da attacchi a terra a missioni di pattuglia, passando per "strike" durante le tempeste di neve (bellissima Ghost in the Snow, disponibile anche in versione semplificata) o magari in notturna. La varietà viene ulteriormente ampliata dall'efficacissimo editor delle Quick Mission, ove il giocatore può impostare - e condividere online - tutta una serie di parametri che coinvolgono i bersagli e i velivoli alleati, ma anche il clima, l'orario, la presenza di vento, turbolenze e via discorrendo. Sebbene l'offerta globale possa comunque apparire canonica e non particolarmente ricca, IL-2 Sturmovik dona il meglio di sé soprattutto nella riuscitissima componente online, valorizzata dalla già citata community e dalle dinamiche di volo incredibilmente solide e realistiche.
Non un semplice gioco
Come specificato, IL-2 Sturmovik: Battle of Stalingrad non è un titolo per tutti, sia per la complessità intrinseca che per la pazienza che richiede, e l'unico modo per essere apprezzato è attraverso un buon joystick, oltre che lo studio certosino dei numerosissimi comandi impartibili da tastiera. Purtroppo manca una qualsivoglia parvenza di tutorial, assenza che acuisce ulteriormente la difficoltà di approccio per i giocatori meno avvezzi, magari desiderosi di avvicinarsi al genere la prima volta. Anche selezionando la cosiddetta modalità "Normale", che prevede tutta una serie di agevolazioni al pilota, soprattutto per ciò che concerne l'HUD e la gestione del motore, la curva di difficoltà è piuttosto elevata e già mantenere stabilmente in volo un aereo è un discreto successo. Come ogni simulatore che si rispetti, i "tempi morti" passati semplicemente a volare per raggiungere e rientrare dall'obiettivo possono essere molto lunghi, e la suddetta modalità semplificata aiuta anche da questo punto di vista, evitando al giocatore le problematiche del decollo e dell'atterraggio, oltre che porlo a poca distanza dal cosiddetto "Action Point", superando bellamente i Waypoint del piano di volo.
Giocato in modalità Esperto, invece, il titolo 1C Company propone una sfida hardcore elevatissima, dove il fuoco amico è sempre dietro l'angolo - mezzi e obiettivi a terra vanno riconosciuti a vista - e qualunque manovra poco attenta può causare un disastro. Il modello di volo è profondo, realistico e coerente, con i dieci velivoli disponibili tutti sensibilmente differenti fra loro: provate un decollo con un caccia e poi con un bombardiere, e scoprirete quanto doveva essere dura la vita del pilota, soprattutto con quelle condizioni climatiche tra neve sul campo di volo e vento fortissimo che provava a buttarti fuori pista. Le sequenze di avvio del motore (o dei motori), il controllo dei flap, la miscelazione del carburante in base alla quota e tutta una serie di comandi manuali - più o meno complessi - vanno assimilati e messi in pratica, se non si vuol finire in fiamme ancor prima di raggiungere il primo waypoint. Gli aerei sono stati realizzati in base alla manualistica originale, ed il loro comportamento è estremamente fedele alle sollecitazioni che potevano effettivamente sopportare: una picchiata troppo veloce può letteralmente strappare le ali, così come una virata brusca può provocare uno stallo e farci entrare in vite orizzontale senza possibilità di recupero. Anche il peso gioca un ruolo fondamentale nel modello fisico, laddove montare bombe di un certo peso, così come razzi o postazioni da mitragliere ove possibile, può fare la differenza nel poter eseguire determinate manovre in tutta sicurezza. Ad amplificare ulteriormente la profondità della simulazione vi è un sistema dei danni e guasti sublime, con un hitbox estremamente preciso che può comportare tutta una serie di problematiche in volo: dall'olio che fuoriesce dal motore cospargendo totalmente il vetro (terrificante) a parti che si spezzano, bloccano o vanno in fiamme, con tutte le conseguenze che potete immaginare. Il pilota può altresì restare ferito o ucciso in volo dai proiettili nemici, che lasciano realistiche forature sulla carlinga. A tal proposito, dimenticate giochi come Ace Combat ma anche l'ottimo War Thunder: il numero di munizioni è limitatissimo e vanno dispensate con estremo raziocinio, con piccole raffiche indirizzate alle parti sensibili dei velivoli nemici come la fusoliera o le ali. Riportare a casa la pellaccia, anche se sforacchiati, dopo aver abbattuto un paio di velivoli o magari distrutto qualche bersaglio a terra, regala grandissime soddisfazioni, anche perché prendere la mira è tutt'altro che semplice e le manovre evasive compiute dalla CPU complicano il tutto, sebbene talvolta si lasci "predare" agevolmente. Il fascino e il carisma dei combattimenti si esalta nella componente online, grazie a numerosi server ove i giocatori più appassionati organizzano dai semplici dogfight veloci a missioni lunghe e complesse, basate magari su documentazioni storiche.
M'illumino di bianco
Dal punto di vista tecnico, l'ultima fatica di 1C Game Studios si presenta estremamente solida, sia per la modellazione dei velivoli - davvero splendidi e ricchissimi di dettagli - che per l'estensione dell'enorme mappa di gioco. Purtroppo, come sottolineato, gli scenari per quanto suggestivi sono tutti molto simili fra loro, con il manto di neve che si estende per migliaia di chilometri quadrati.
Le aree urbane, come la città di Stalingrado (la moderna Volgograd), non differiscono per dettaglio dalla media di altri prodotti congeneri, ciò nonostante è apprezzabile la realizzazione di alcuni monumenti famosi, così come delle infrastrutture maggiormente colpite durante il conflitto. Meravigliosi sono invece gli effetti di illuminazione, che in determinati casi regalano scorci di rara bellezza, soprattutto al tramonto. Di notte sono invece i fasci di luce dei riflettori della contraerea a ravvivare lo scenario, talvolta impreziosito dalla presenza del Volga o da foreste particolarmente rigogliose. Come detto, i protagonisti assoluti sono i velivoli, caratterizzati da cockpit estremamente dettagliati - bellissimo quello dell'He 111 H-6, assente nel codice Early Access - con texture in alta definizione e strumentazione perfettamente funzionante, sebbene non possa essere gestita col mouse come in altri simulatori. Il motore Digital Nature risulta piuttosto scalabile e solido, e con la nostra configurazione di prova, al massimo del dettaglio, abbiamo sofferto qualche incertezza soprattutto ruotando la testa all'interno dell'abitacolo. Peccato che le opzioni grafiche avanzate sulle quali intervenire si contino sulle dita di una mano. Buonissime anche le campionature audio, con effetti sonori dotati di una buona incisività e tridimensionalità, mentre curiosamente manca una soundtrack d'accompagnamento persino nei menù.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- La redazione usa il Personal Computer ASUS CG8250
- Processore Intel Core i7 2600
- 8 GB di RAM
- Scheda video NVIDIA GeForce GTX 780
- Sistema operativo Windows 7
Requisiti minimi
- Processore: Intel Core 2 Quad 2.6 GHz / Intel Core i5/i7 2.6 GHz
- Memoria: 4 GB RAM
- Scheda video: GeForce GTX 260/Radeon HD5850
- Spazio su disco: 8 GB
Conclusioni
Ultimo capitolo di una delle più apprezzate saghe di simulatori, IL-2 Sturmovik: Battle of Stalingrad si presenta agli appassionati con un modello di volo estremamente raffinato e profondo, in grado di esaltare l'unicità dei dieci velivoli disponibili. Sebbene i contenuti non siano moltissimi e la campagna dinamica manchi di mordente, a causa dell'assenza di una storia da seguire e dell'estrema libertà concessa al giocatore, l'opera 1C Game Studios dona il meglio di sé nel comparto multiplayer, grazie ad una community attivissima e produttiva. Il doppio livello di difficoltà, Normale o Esperto, rende il titolo più accessibile almeno per le dinamiche più complesse, tuttavia l'assenza di un tutorial prevede una certa affinità col genere sin dapprincipio, ove risulta indispensabile l'utilizzo di un joystick. Ottimo dal punto di vista tecnico, soprattutto per ciò che concerne i modelli degli aerei e la pregevole illuminazione, l'enorme mappa di gioco perde un pizzico di fascino a causa della ripetitività di fondo delle ambientazioni, quasi costantemente innevate.
PRO
- Modello di volo accurato e profondo
- I dieci aerei sono sensibilmente diversi fra loro
- Sistema dei danni eccezionale
- Community online attiva e produttiva
- Tecnicamente bellissimo...
CONTRO
- ...sebbene l'ambientazione risulti un po' monotona
- Campagna dinamica priva di mordente
- Numero di contenuti non impressionante