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Seconda vita

L'MMO tedesco si rifà il look con l'arrivo del client scaricabile: basterà per farcelo piacere?

RECENSIONE di Mattia Comba   —   06/03/2015
Drakensang Online
Drakensang Online
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Ci sono oramai tantissimi titoli disponibili gratuitamente online, ma solamente una manciata di realtà riescono a distinguersi con merito dalla massa. L'avvento dei free-to-play ha dato una sostanziale spinta al mercato, con molti titoli dai bassi valori produttivi che riescono comunque a mantenere i server online grazie alla presenza di giocatori che a fronte di un costo nullo sono disposti a chiudere un'occhio di fronte ad alcune mancanze o a una qualità generale al di sotto della media.

Seconda vita

Tra le software house che hanno abbracciato in toto questa filosofia spicca la tedesca Bigpoint Games, una delle realtà più sviluppate e affermate in Europa dedita esclusivamente a giochi on line free to play che negli anni, partendo dai browser game, è riuscita a contare diverse decine di milioni di giocatori attivi ogni mesi sui suoi server. Drakensang Online è forse uno dei progetti più importanti per la compagnia: da quanto è stato lanciato nel 2011 è riuscito a ricavarsi una sostanziosa schiera di fan che ci giocano continuativamente ogni mese, tanto da convincere la software house a sviluppare costantemente nuovi contenuti con l'intento di espandere il più possibile la fitta community. L'ultimo aggiornamento in ordine di tempo è stato forse il più importante dal lancio con una serie di aggiustamenti e migliorie tecniche che sono state possibili solamente sganciandosi dai browser in favore di un client da scaricare e installare sul PC. Una mossa audace che ha permesso al titolo di compiere un importante passo in avanti a livello grafico, ma da quel che abbiamo visto giocandoci per qualche settimana, molti dei problemi riscontrati dai giocatori sono rimasti, e sono tutti legati al portafoglio.

PvE promosso, PvP bocciato: Drakensang Online non è riuscito a convincerci pienamente

Un mondo da salvare...

Senza distinguersi per originalità, la storia dietro a Drakensang Online ci porta nelle terre fantasy di Dracania, messe in pericolo da un manipolo di potentissimi maghi malvagi che sono riusciti ad aprire un vecchio portale interdimensionale collegando il mondo terreno all'Altermondo, popolato da pericolose creature demoniache. Il nostro compito sarà quindi quello di difendere le città del regno dall'invasione, partendo all'avventura in un susseguirsi di quest che ci porteranno ad attraversare ogni angolo del mondo di gioco.

Seconda vita
Seconda vita

Complice la presenza di svariati NPC e un quantitativo mostruoso di quest caratterizzate da boss piuttosto interessanti, il classico trittico "uccidi i nemici - raccogli il loot - prosegui al dungeon successivo" funziona a dovere, diviso sapientemente tra compiti relativi alla quest principale e obiettivi secondari che favoriscono lo sviluppo del personaggio portando in dote svariati punti esperienza e le risorse necessarie per sbloccare il ricco albero delle abilità, caratterizzato da talenti differenti per ogni classe. In tal senso rimanendo legato a un contesto piuttosto standard per il genere di appartenenza, il titolo Bigpoint Games mette a disposizione quattro classi tra cui scegliere, ognuna caratterizzata da tratti distintivi piuttosto marcati. Si va dal classico guerriero potente nel corpo a corpo, al mago specialista in attacchi dalla lunga distanza e abilità volte a fare danni ad area, passando per il cacciatore che è abile in entrambe e per questo più versatile delle precedenti. A completare il quadro c'è il meccanico del vapore, la classe aggiunta più di recente rispetto alle altre che basa la sua forza prevalentemente sull'utilizzo di bocche da fuoco, torrette, bombardamenti e un gigantesco mech da richiamare nelle situazioni più sfavorevoli. Niente di nuovo sotto il sole dunque, ma a colpirci negativamente ci pensa soprattutto la presenza di soli quattro tratti di personalizzazione in fase di creazione del personaggio, troppo pochi se si parla di un MMO che ha l'ambizione di accogliere migliaia di giocatori. Oltre a scegliere il sesso, si hanno a disposizione solamente tre tonalità di carnagione, una decina di acconciature e altrettante tipologie di barba. La mancata possibilità di intervenire sulla modellazione del proprio alter ego virtuale modificandone peso, altezza, corporatura, lineamenti del volto e magari aggiungendoci tratti distintivi quali cicatrici, tatuaggi o quant'altro non fa altro che omogeneizzare eccessivamente i vari combattenti, con un conseguente scarso attaccamento del giocatore al suo personaggio non poi così diverso da tutti gli altri. In ultimo rimane da sottolineare il limite di quattro personaggi per ogni account, un po' pochino per garantire la giusta dose di rigiocabilità e permettere di sperimentare tutte le classi, soprattutto alla luce del fatto che per cancellare un personaggio e fare spazio ad uno nuovo è necessario mettere mano al portafoglio.

...anche con soldi veri

È proprio su questo aspetto che la produzione Bigpoint Game cade rovinosamente. Sia chiaro, non è un completo disastro, ma se pensiamo ai punti fondamentali attorno ai quali dovrebbe girare l'esperienza di gioco offerta da un MMO theme park, ovvero endgame ed evoluzione del personaggio, Drakensang Online toppa clamorosamente. Purtroppo a dispetto di una partenza ottima in cui ci si gode appieno l'anima free del titolo, non si impiega troppo tempo a capire che procedendo nell'avventura scelte alquanto discutibili obbligano in tutti i modi il giocatore a mettere mano al portafoglio. Nelle sue meccaniche fondamentali, Drakensang non è altro che un hack and slash dove decine e decine di compiti ci verranno affidati da altrettanti personaggi sparsi per i vari villaggi, ai quali vanno ad aggiungersi gli obiettivi da sbloccare portando a termine determinati obiettivi e gli incarichi quotidiani che variano su base giornaliera.

Seconda vita
Seconda vita

L'originalità non la fa sicuramente da padrona, con quest che vanno dal ritrovare un certo numero di oggetti, procurarsi specifiche risorse o andare a salvare un povero avventuriero che durante la sua ultima esplorazione è stato assalito da un gruppo di demoni. Combattere per guadagnare punti esperienza, monete e equipaggiamento rappresenta l'anima stessa del gioco, costellato da dungeon dalla difficoltà crescente che è possibile affrontare da soli, anche se la maggior parte di esse richiede l'aiuto di altri giocatori per poter essere portato a termine. Il valido sistema di combattimento tende a mitigare la ciclicità degli incarichi accompagnato da un loot system abbastanza generoso inizialmente, salvo farsi via via meno incline al drop di oggetti rari e leggendari con il passare delle ore. Le ragioni sono fondamentalmente due: in primis gli sviluppatori hanno razionalizzato al massimo gli oggetti più potenti per mantenere i giocatori online il più a lungo possibile, e secondariamente per indurre i più impazienti a spendere denaro reale. Il problema di base, infatti, è che pagando non si ottengono solamente boost per livellare più velocemente oppure acquistare oggetti volti a personalizzare il proprio personaggio virtuale, ma si ha la possibilità di effettuare acquisti inerenti ad armi ed equipaggiamenti molto potenti che alterano completamente gli equilibri in game tra chi decide di mettere mano al portafoglio e chi no, soprattutto in ambito PvP. Se infatti il PvE è godibilissimo fino all'endgame anche affidandosi al loot system, i combattimenti tra giocatori nell'arena hanno una matrice spiccatamente pay to win, dove di fatto chi più paga per ottenere armi ed equipaggiamento di livello avanzato è più avvantaggiato negli scontri, relegando i giocatori più deboli a sconfitte sicure. Non esageriamo infatti se vi diciamo che una volta arrivati al level cap - in tutto ci sono quarantacinque livelli - ed entrati in arena la maggior parte delle volte non siamo neanche riusciti a mettere in pensiero il nostro avversario, il tutto per mancanza di oggetti incantati e set di armature estremamente difficili da trovare facendo grinding. Un vero peccato in fin dei conti, visto che il lavoro in termini di resa visiva fatto sfruttando il lancio del client ha contribuito a migliore la resa del titolo. La sua natura di browser game si sente ancora tutta, ma considerate le sue origini il lavoro fatto in termini di dettaglio su personaggi e ambientazioni è più che positivo, anche se restano problemi sul fronte delle animazioni ancora piuttosto approssimative e limitate in varietà.

Conclusioni

Digital Delivery Sito Ufficiale
Multiplayer.it
6.5
Lettori (13)
6.7
Il tuo voto

Drakensang Online è un titolo con due facce: da una parte c'è quella PvE che nonostante un loot system piuttosto avaro rimane godibile fino all'end game grazie alle tantissime quest disponibili e a un mondo di gioco vasto e ben bilanciato, mentre dall'altra c'è quella PvP che presenta fortissimi problematiche legate a doppio filo con il modello economico scelto da Bigpoint Games. La software house tedesca ha infatti optato per scelte volte a trasformare l'arena competitiva in un becero pay to win, dove vince chi è più incline a mettere mano al portafoglio. Questo aspetto va minare alla base l'endgame del titolo, che viene annichilito da dinamiche dipendenti solamente da quanti soldi si è disposti a spendere per migliorare il proprio personaggio. Una brutta cosa.

PRO

  • Longevo grazie alle tantissime di quest
  • Valida caratterizzazione delle classi
  • PvE realmente free to play...

CONTRO

  • ...a differenza di un PvP pay to win
  • End game sbilanciato e povero di contenuti
  • Personalizzazione del personaggio ridotta all'osso