Gli ultimi mesi sono stati intensi per AMD, che lo scorso giugno ha annunciato la sua nuova linea di schede video prendendosi tutti i riflettori dell'E3 con una conferenza PC che non ha precedenti e ha visto sul palco i primi modelli di schede video con High Bandwidth Memory (HBM). Le nuove memorie impilate rappresentano un corposo passo in avanti nel settore e AMD, presentandosi per prima sul mercato, ha lanciato un forte segnale alla concorrenza, che attualmente non ha ancora fatto trapelare informazioni attendibili sul suo esordio con la nuova tecnologia. Le GPU Fiji R9 Fury X e la Fury Nano hanno impressionato, ma allo stesso tempo sono state criticate per il prezzo di lancio eccessivo e l'utilizzo di una tecnologia in qualche modo ancora acerba in quanto attualmente limitata solamente a memorie da 4GB. In attesa della versione 2.0 che dovrebbe risolvere anche questo problema, AMD ha fatto orecchie da mercante e ha sfruttato il temporaneo monopolio, forte di una posizione predominante che dovrà gestire al meglio nei prossimi mesi se non vuole farsi nuovamente incalzare da NVIDIA. Oltre alle GPU con memorie HBM, sono anche arrivati i nuovi modelli GDDR5, basati in parte su architetture già proposte in precedenza dal colosso di Sunnyvale. Le schede Radeon R9 380 e Radeon R7 370 presentano degli aggiornamenti della famiglia Radeon Rx 200 e non fanno eccezione i prodotti con il nuovo chip grafico Grenada e architettura GCN 1.1, con l'importante novità dell'aumento di VRAM da 4 a 8GB. Tuttavia, come vedremo in seguito, il cambio di nome da Hawaii a Grenada è l'unico vero cambiamento tra le due famiglie di schede video, visto che il chip sembra essere praticamente lo stesso. A far accendere i riflettori ci pensa la Radeon R9 390X, modello top di gamma tra le GDDR5 proposte da AMD che abbiamo provato nella versione ASUS con il nuovo sistema di raffreddamento DirectCU III a tre ventole e ovviamente frequenze aumentate rispetto al modello reference. Una scheda video decisamente interessante che però ha lascito più di un'ombra nel confronto con la concorrenza.
La ASUS Strix R9 390X Gaming rivaleggia con la GTX 980, ma ripropone tutti i problemi della R9 290X
Dentro la scheda
Riproponendo l'architettura GCN 1.1 e il chip grafico Grenada che è un'aggiornamento di quello della passata stagione, la struttura portante delle nuove schede è rimasta pressoché invariata: la Radeon R9 390 riconferma i 2.560 steam processor della 290, mentre la R9 390X si attesta a 2.816. A cambiare, come detto in apertura, sono i tagli della memoria GDDR5 che passano da 4 a 8 GB accompagnata da un bandwidth di 384 GB/s, rispetto ai 320 GB/s precedenti.
Specifichiamo che, mentre con la Radeon R9 290 AMD aveva optato per commercializzare solamente alcuni modelli della scheda con 8 GB di memoria, qui la situazione è diversa, con il produttore che ha scelto di fornire un quantitativo di memoria video analogo a tutte le schede R9 390. Con l'aumento della capienza è arrivato immancabile anche l'incremento delle frequenze, fissato per i modelli reference a 1.000 MHz per la R9 390 e 1.050 MHz per la 390X, con il solito margine di discrezionalità lasciato ai produttori per le proprie versioni custom. In tal senso, ASUS per la sua Strix R9 390X Gaming ha optato per un clock di base fissato a 1.070 MHz, che diventano poi 1.090 MHz in modalità overclocking. Rispetto ai modelli precedenti, l'azienda di Taipei ha introdotto per la prima volta su schede AMD il nuovo sistema di raffreddamento denominato DirectCU III dotato di 3 ventole per raffreddare i bollenti spiriti della GPU, con l'aggiunta della possibilità di rimanere completamente passivo e silenzioso nel caso in cui la temperatura si mantenga al di sotto di una certa soglia di sicurezza. A livello estetico, la scheda si presenta piuttosto massiccia, grazie soprattutto alla presenza di un backplate che sì ne aumenta lo spessore di qualche millimetro, ma previene la flessione del PBC e più in generale protegge la parte inferiore da ogni possibile urto, conferendogli un'ottima sensazione di solidità. Sono presenti anche dei led ad illuminare il logo Strix posto sul profilo della GPU, proprio in corrispondenza dei due connettori da 6 e 8 pin necessari ad erogare i 275W richiesti dalla R9 390X. In ultimo, l'interfaccia I/O mette a disposizione tre connettori Display Port per una configurazione multischermo, una DVI dual link e una porta HDMI. Ad accompagnare la scheda c'è l'immancabile software ASUS GPU Tweak II indispensabile per intervenire sulle frequenza e overclockare la scheda video in modo tale da guadagnare ancora qualche frame. Secondariamente vi è la possibilità di ottimizzare il proprio sistema con il Gaming Booster, che disabilità alcune funzionalità del sistema operativo Windows non strettamente necessarie durante il gaming e opera una deframmentazione automatica della memoria di sistema, senza la necessità di dover chiudere le applicazioni aperte. Sempre su Windows, la R9 390X essendo basata su architettura GCN 1.1 supporterà le nuove librerie grafiche DirectX 12 solamente per il Feature Level 12_0, mentre le GPU NVIDIA della serie GTX 900 con Maxwell di sono spinte fino alle 12_1.
La prova su strada
Per effettuare i benchmark abbiamo utilizzato un set up con Intel Core i7-4770K @ 3,5 GHz, RAM 2 X 8 GB, SSD Samsung 840 Pro 256 GB, HDD WD Caviar Blue 1 TB, alimentatore Cooler Master V850, sistema operativo Microsoft Windows 8.1 64 bit. I driver che abbiamo utilizzato sono i Catalyst 15.7.1. Tutti i titoli sono stati provati alla risoluzione di 2560x1440 pixel.
Assassin's Creed: Unity - L'ultimo capitolo della saga Ubisoft dedicata al credo degli Assassini ci ha portato nelle suggestive atmosfere della Parigi in piena rivoluzione, con le piazze popolate da una densa folla costantemente in subbuglio e i suggestivi tramonti della Ville Lumiere da godersi sulle cime dei palazzi più alti. Nonostante un lancio tribolato e le successive correzioni, la mole di pixel da muovere su schermo è imponente e necessita di tanta potenza per non cadere vittima di colli di bottiglia e cali di fluidità. Tuttavia giocando a Ultra High e con FXAA attivo abbiamo sfiorato i 40 fps, granitici senza riscontrare particolari problematiche di sorta.
Ryse: Son of Rome - L'unico titolo capace di spodestare sua maestà Crysis 3 dal manipolo di produzioni che da qualche tempo utilizziamo in sede di benchmark. Crytek si riconferma come l'unica software house in grado di spingere al limite anche la componentistica più recente e non si smentisce neanche con questo action in terza persona ambientato nell'Antica Roma. La ASUS Strix R9 390X Gaming, con impostazioni Alte e filtro anti aliasing SMAA attivo, veleggia costantemente sopra i 60 fotgrammi al secondo, con qualche brusco calo di frame rate nelle solite situazioni critiche come il livello della foresta. Analogamente bisogna rinunciare al supersampling (SSAA), che anche con una scheda top di gamma si è rivela piuttosto penalizzante sulle prestazioni.
FarCry 4 - Le avventure di Ajay Ghale nelle affascinanti montagne del Kyrat contro lo spietato e dispotico imperatore Pagan Min sono riuscite a tenerci incollati al pad, anche se forse è mancata quella ventata di freschezza e divertimento che ci aveva colto un po' di sorpresa in occasione del terzo capitolo della saga. Come in quest'ultimo però, anche in Far Cry 4 l'ambientazione ha un'importanza fondamentale, e le montagne del Kyrat regalano scorci di grande impatto grazie a texture della vegetazione molto dettagliate, ombre convincenti e una profondità di campo notevole. Selezionando il preset a Ultra e attivando l'SMAA, la R9 390X ha fatto registrare un valore medio molto vicino ai settanta fotogrammi al secondo.
The Witcher 3: Wild Hunt - L'ultimo capitolo delle avventure dello Strigo ci ha letteralmente rapito per decine di ore, portandoci a spasso in terre dagli scorci mozzafiato circondati da nemici pericolosi e donne bellissime. Il tutto ha dato il meglio di sé su PC, dove ha potuto sfruttare a pieno la potenza della componentistica per raggiungere una veste grafica di rara bellezza, grazie soprattutto agli affetti di post processing molto accurati e ben realizzati. Con il preset Ultra e senza il tanto contestato HairWorks non abbiamo fatto fatica a rimanere sopra i 40 fotogrammi al secondo senza cali di sorta anche nelle situazioni più concitate.
L'Ombra di Mordor - Il ritorno alla Terra di Mezzo non ci aveva stupito solamente per la qualità del gameplay e per il Sistema Nemesi davvero molto innovativo, ma anche per i valori produttivi messi in campo da Monolith Productions nel lancio di questa nuova proprietà intellettuale. Nonostante la produzione sia nata a cavallo tra due generazioni, il titolo vanta comunque un buon comparto tecnico, eccellente nei dettagli dei modelli poligonali di mostri e personaggi. Rimane carente negli spazi aperti, con scorci anonimi e talvolta dimenticabili che non impensieriscono R9 390X. Durante la nostra prova abbiamo selezionato il preset Ultra, Texture High e FXAA e siamo stati costantemente sopra i 70 fps, godendo appieno della fluidità di ogni combattimento.
Temperature e consumi
Nulla di nuovo sotto il sole visto l'utilizzo della stessa architettura e dello stesso chip delle schede precedenti.
Le GPU della famiglie Hawaii sono purtroppo ben note per la voracità con cui demandano watt, e anche il questo caso il chip Grenada montato da ASUS sulla sua Strix R9 390X Gaming non fa eccezione, confermandosi tutt'altro che parsimoniosa nei consumi, arrivando anche a richiedere 300W in situazioni di forte stress. Per quanto riguarda la gestione delle temperature, il sistema di raffreddamento a tre ventole DirectCU III riesce a raffreddare la scheda in modo efficiente, portandola sugli 85 gradi, una media di 5 in meno rispetto alla precedente R9 290X. Il nuovo dissipatore copre tutto il corpo della scheda ed è costituito da una serie di heatpipe con diametri differenti che trasferiscono il calore dal chip grafico al radiatore. Essendo a diretto contatto con la circuiteria, tutto il calore prodotto dalla scheda video viene convogliato verso le tre ventole, decisamente silenziose a bassi regimi. Tuttavia anche in questo caso AMD perde il confronto con le schede NVIDIA, che grazie a Maxwell si dimostrano decisamente più fresche e meno voraci sul fronte dei consumi.
Conclusioni
Dopo averla provata per un paio di settimane, possiamo dire che la ASUS Strix R9 390X Gaming ci ha lasciato l'immagine di una scheda video dalla doppia faccia, eccellente in alcuni aspetti e dannatamente carente in altri. Dal punto di vista prestazionale compete agilmente con la GTX 980 superandola grazie a una maggiore disponibilità di memoria GDDR5, che si dimostra particolarmente utile giocando in 1440p.
Inoltre il prezzo minore la pone in vantaggio nello scontro diretto sugli scaffali dei negozi: la scheda AMD ha un prezzo di listino attorno ai 500 euro, ma la si può trovare anche a meno, mentre la concorrenza è mediamente più cara. Dall'altra parte però rimangono gli atavici problemi legati a consumi e temperature, decisamente superiori rispetto alla controparte NVIDIA che con Maxwell ha dimostrato di riuscire a coniugare potenza ed efficienza come mai aveva fatto prima. Questo non fa altro che rafforzare l'idea che il chip grafico Grenada non sia altro che un aggiornamento del precedente Hawaii solamente spinto al limite nelle frequenze, senza pensare minimamente a lavorare per risolverne i problemi già evidenziati l'anno scorso e lasciando peraltro poco spazio in fase di overclock. La modalità OC della Strix R9 390X fisse le frequenze a 1.090 MHz e trafficando con i software siamo riusciti a salire solamente di una cinquantina di MHz, soglia oltre la quale l'immagine iniziava a presentare artefatti e il sistema a consumare davvero tantissimo. Insomma pare proprio che AMD si sia concentrata in forze nella realizzazione delle nuove schede video con chip Fiji e High Bandwidth Memory, tralasciando in parte i prodotti GDDR5: la R9 390X non è altro che una 290X in versione 8GB portata all'estremo delle sue capacità con il solo e unico obiettivo di rivaleggiare con la GTX 980, riuscendo in parte a centrare l'obiettivo. Inoltre avere 8 GB di VRAM al posto dei 4 della GTX 980 la pone sicuramente in vantaggio in ottica 4K, dove la capienza di memoria video assume un'importanza fondamentale per incrementare il frame rate e stabilizzarne la fluidità.