Quando si parla dei migliori JRPG dell'era a 16-bit, bisogna per forza ricordare i capolavori sfornati da Square per SNES, e quello che viene in mente - spesso anche prima di Chrono Trigger - è proprio Final Fantasy VI. Non è un caso se molti fan del famosissimo brand lo considerano anche il punto più alto raggiunto dal genere, nonché il miglior Final Fantasy in assoluto ancora oggi. Nel corso degli anni (e Final Fantasy VI ne ha ben ventidue!) abbiamo giocato varie conversioni, ed era solo questione di tempo prima che Square Enix decidesse di portare su PC anche la chiacchieratissima release sviluppata originariamente per sistemi mobile. Ecco, quindi, che Final Fantasy VI arriva su Steam in una versione che non rende minimamente giustizia all'importanza del fenomenale JRPG uscito nel 1994.
La versione PC di Final Fantasy VI, uno dei migliori JRPG di sempre, lascia parecchio a desiderare
Meglio un Chocobo oggi...
L'introduzione di Final Fantasy VI ha fatto la storia e setta perfettamente il "mood" del gioco: a differenza dei suoi cinque prequel, la sesta Fantasia Finale è ambientata in un mondo a metà tra il fantasy e lo steampunk, devastato da guerre e conflitti.
Abbandonate le atmosfere colorate e spensierate, per così dire, degli eroi in cerca dei cristalli, la storia di Final Fantasy VI segue le vicissitudini di un eterogeneo cast di personaggi, saltando da uno all'altro fino a riunirli in un carosello di microstorie legate da un filo conduttore comune: Kefka Palazzo. È uno dei villain più perfidi mai ideati, roba da far venire gli incubi a Sephiroth, e la cosa peggiore è che a un certo punto vince pure. Dall'altra parte della barricata abbiamo eroi storici come Terra, la mezza Esper, o Locke, il ladro gentiluomo, per non parlare di altre figure iconiche come l'enigmatico ninja Shadow, il misterioso Setzer, i fratelli Figaro, la combattuta Celes... Insomma, è impossibile non innamorarsi di almeno uno di questi straordinari personaggi, e sono proprio loro, tutto sommato, a fare della semplice storyline di Final Fantasy VI un'avventura indimenticabile. In questo senso, l'opera Square Enix non ha perso neanche un briciolo della sua magia originale, ma la conversione ha scatenato un vespaio per via del restyle grafico che ha sostituito la pixel art originale con sprite tondeggianti e coloratissimi che paiono usciti dall'ultima versione di RPG Maker. Intendiamoci, non si tratta di un cambiamento catastrofico; anzi, a dirla tutta gli sprite in questione, sia dei mostri sia dei personaggi, sono dettagliati, animati più che discretamente e persino gradevoli. La nostalgia è canaglia, però, e Final Fantasy VI, ai tempi della release per Super Nintendo, era sicuramente uno dei titoli visivamente più complessi ed elaborati sul mercato. Lo è rimasto per anni, e dispiace che Square Enix abbia deciso di sacrificare la sua bellezza retrò a favore di uno stile grafico più moderno, ma anche molto più anonimo. Dal punto di vista tecnico, tra l'altro, il contrasto tra i nuovi sprite e gli sfondi 2D "rimasterizzati" a volte appare un po' sfocato, quasi pasticciato. Fortunatamente, Square Enix non ha ritoccato la colonna sonora originale di Nobuo Uematsu che, anzi, ci è sembrata un po' più in forma rispetto alle precedenti conversioni per Game Boy Advance e PlayStation, e resta una delle migliori mai composte dal famosissimo musicista nipponico.
... che un bug domani
Ora che ci siamo gettati alle spalle quello che generalmente è considerato il più grosso problema della nuova edizione di Final Fantasy VI, ovvero il restyle grafico, possiamo occuparci di faccende decisamente più importanti. Per esempio, potremmo discutere del fatto che questa conversione per PC impieghi la stessa, identica interfaccia delle versioni mobile del gioco, con tutte le conseguenze del caso. Potremmo sottolineare che il diario di gioco, che riassume la storyline e si aggiorna ad ogni nuovo progresso, non tenga minimamente conto delle scelte effettuate nei momenti in cui è possibile alterare il corso degli eventi, generando parecchia confusione. Potremmo evidenziare la scomodità di dover cambiare le impostazioni dal launcher, dato che non è possibile farlo a gioco iniziato, e suggerirvi che configurare un eventuale joypad non è solo irritante, ma anche nocivo dato che il software, di tanto in tanto, tende a piantarsi solo per questo. E già che ci siamo, potremmo inferire, ricordando che fino a poche settimane fa non si poteva giocare in modalità offline, e che i salvataggi via cloud impazzivano regolarmente, cancellando i progressi dei giocatori a membro di segugio. Ma perché dilungarci con tutti questi esempi, quando basta anche soltanto far notare che il porting, classe 2015, non supera la risoluzione massima di 1360x768 pixel, e sfoggia occasionalmente un gran bell'effetto di tearing? Non solo. Questa versione di Final Fantasy VI continua a dare noie negli stessi, identici momenti in cui succedeva su Android e iOS, schiacciante dimostrazione che il codice è rimasto sostanzialmente lo stesso. È un gran peccato, perché tra un bug e l'altro c'è un JRPG incredibile che vale assolutamente la pena di giocare, ma per come è stato proposto tanto valeva autorizzare l'emulazione della ROM per Super Nintendo e tanti saluti.
Conclusioni
Final Fantasy VI rimarrà sempre un JRPG straordinario. I nuovi sprite possono piacere oppure no, la nuova interfaccia può dare qualche noia, ma non sono questi i veri problemi della conversione per PC. Si tratta di un adattamento pigro, pieno di problemi tecnici e di soluzioni che, all'alba del 2016, appaiono francamente imbarazzanti. Insomma, come si può biasimare chi sceglie la via dell'emulazione gratuita, quando un capolavoro del 1994 viene proposto in queste condizioni a quasi 15 euro? Così non si fa, Square Enix.
PRO
- Final Fantasy VI resta un capolavoro senza tempo
- Almeno non hanno ritoccato la colonna sonora di Uematsu
CONTRO
- I nuovi sprite faranno storcere molti nasi
- Risoluzione massima a 1360x768: cos'è, uno scherzo?
- Una marea di bug più o meno catastrofici