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Pezzi di vita

Fragments of Him è un racconto interattivo dallo stile ricercato, ma con diverse pecche proprio lì dove dovrebbe incidere di più

RECENSIONE di Simone Tagliaferri   —   11/05/2016
Fragments of Him
Fragments of Him
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Prima di iniziare ci preme notificarvi che nel corso dell'articolo faremo ampi riferimenti alla storia raccontata nel gioco. Quindi, se non volete avere anticipazioni, non continuate a leggere.

Parlando di Fragments of Him viene facile ricordare le cinque fasi di elaborazione del lutto teorizzate dalla psichiatra Elisabeth Kübler Ross. Ma non concentriamoci troppo sulle fasi in sé (negazione, rabbia, contrattazione, depressione, accettazione), quanto sul "viene facile".

Pezzi di vita

Il gioco inizia con Will, l'"Him" del titolo, che ha un incidente d'auto in cui perde la vita. Siamo a Londra, in un anno non ben specificato. L'evento viene raccontato in modo asciutto, attraverso pensieri e pezzi di quotidianità del personaggio, che ci viene fatto seguire fin dentro la sua auto. Fino all'incidente non ci sono riferimenti diretti alla morte, che arriva improvvisa e inattesa. Già in questa prima fase sono presenti tutte le tecniche d'interazione che comporranno l'intero gioco. In realtà si tratta semplicemente di andare in giro per gli ambienti cliccando sugli oggetti evidenziati, per far attivare il ricordo successivo. Non ci sono puzzle da risolvere, ne ostacoli di natura varia ed eventuale da superare. L'idea espressa dal rapporto tra le interazioni e il racconto è abbastanza chiara e fa riferimento ai quei "frammenti" evocati dal titolo che diventano il fulcro dell'intera esperienza. La vita di una persona non può essere rievocata nella sua interezza, ossia non se ne può riprodurre l'intero flusso, ma può essere rielaborata attraverso alcuni momenti significativi che fanno parte del vissuto di chi è rimasto. Chi non c'è più può trovare espressione solo nel ricordo degli altri, perché la sua esistenza è diventata inevitabilmente silenziosa. In effetti per l'intera avventura, a parte nella sequenza della morte, che di fatto lo "spegne", non si prende mai il punto di vista di Will, ma sempre quello di persone che gli sono state vicine: la nonna Mary, l'ex ragazza Sarah e il suo compagno Harry.

Abbiamo recensito il racconto interattivo Fragments of Him: scoprite com'è e se vale la pena giocarci

Che bravo ragazzo che era Will!

L'idea degli altri come unico specchio della nostra vita è molto utilizzata dalle arti contemporanee e il tentativo di Sassybot, il team di sviluppo, di renderla in un videogioco è notevole già di suo. Solitamente non siamo abituati ad affrontare temi simili mouse alla mano. Quindi, da questo punto di vista, il solo fatto che Fragments of Him esista è un suo punto a favore. Ma torniamo a quel "viene facile" di cui parlavamo a inizio articolo, che però richiede un ulteriore premessa.

Pezzi di vita
Pezzi di vita

Ovviamente i pezzi della vita di Will con cui entriamo in contatto non servono solo ai personaggi che li ricordano per elaborare il lutto, ma anche a noi fruitori per conoscere la persona oggetto del dramma cui siamo stati chiamati a partecipare. Dalla nonna Mary apprendiamo ad esempio che fu lei a crescere Will per l'assenza degli scapestrati genitori e che inizialmente la donna non aveva accettato la sua omosessualità. Will di suo era un ragazzino premuroso, sempre pronto a schierarsi con i più deboli negli anni scolastici, anche se nascondeva alcune paure tipiche dell'infanzia. Sarah, l'ex-ragazza dei tempi dell'università, ci racconta invece di quanto fosse gentile e ci introduce alla scoperta della sua vera sessualità, avvenuta durante la loro storia d'amore. Da qui arriviamo dritti ad Harry, cui spetta il racconto del presente di Will, ossia la rappresentazione effettiva del vuoto lasciato dalla sua perdita, che si esprime nella manipolazione dei luoghi condivisi, raccontati prima nella sequenza dell'incidente, quindi in sequenze di raccordo tra i racconti degli altri personaggi. Il problema che emerge prepotentemente mentre si assiste a questo spettacolo teatrale in forma virtuale, i cui frammenti sono scolpiti nello spazio dei ricordi, è che nonostante la ferrea volontà di farsene partecipi, ci si ritrova troppo spesso a valutarne l'eccessiva didascalia. I frammenti di Will, che dovrebbero restituirci il suo essere non nella sua interezza, ma nella sua umanità, ci mostrano invece un personaggio monodimensionale, nonostante ci vengano dati in pasto a ripetizione i grandi mutamenti e i drammi avvenuti nella sua vita. Meglio: quelli che parlano di lui lo raccontano in modo piatto e prevedibile, usando toni spesso fin troppo ricercati e non riuscendo mai ad andare oltre discorsi di media civiltà, che finiscono per raffreddare ogni possibile slancio emotivo verso il personaggio e la sua vicenda. Insomma, non stiamo criticando il fatto che Will avesse una vita convenzionale, ma che questa sia stata rappresentata dai suoi amici come se fosse un penoso catalogo di luoghi comuni, che affianca continuamente un preteso patetismo lirico alla quotidianità, senza mai tentare di andare più a fondo.

Didascalico

L'impressione finale non è tanto quella di trovarsi di fronte a dei personaggi che stanno elaborando il lutto per la perdita di una persona cara che ha lasciato una traccia indelebile nelle loro vite, ma di assistere all'illustrazione delle fasi di Elisabeth Kübler Ross, ricordate a inizio articolo, su cui vengono incastrate le vicende di personaggi affettati e innaturali.

Pezzi di vita

È qui che "viene facile" cogliere il senso di Fragments of Him, ribadito da ogni dialogo in ogni sequenza, in modo più o meno esplicito. Più complicato è togliersi dalla testa la sensazione di aver assistito a un grosso falso narrativo, che non deraglia mai e si limita a seguire i binari istituzionali dei racconti di genere, diventando fin troppo frettoloso sul finale. Diciamo che se le fasi di negazione, rabbia e contrattazione si prendono i loro giusti tempi, la depressione lascia il posto all'accettazione in modo troppo repentino, con momenti non proprio efficacissimi, dovuti in parte anche al tipo di interazioni proposte. Il problema è che il giocatore non è mai davvero partecipe di Will e, quindi, non riesce a vivere appieno il dramma di Harry, che avrebbe richiesto una rappresentazione differente, dato che si svolge nella realtà, ossia dopo aver superato la fase dei ricordi. Invece il gameplay rimane uniforme perdendo molta della sua efficacia. Peccato che si sia sprecata l'intuizione stilistica visibile nella grafica, fatta dei grigi di figure che combattono per trovare una loro forma e di altre che non vanno oltre l'essere silhouette decorative di un universo psichico proiettato altrove, che le coinvolge solo in quanto presenze senza volto e senza nome di qualcosa che è stato, ma che non ha lasciato tracce nei ricordi. Notevoli alcuni passaggi come la costruzione visiva della fiaba letta dalla nonna a Will, oppure la fuga della stessa di fronte alla scoperta della relazione di Will con Harry, così come notevole è la colonna sonora. Peccato che a essere dimenticabile sia proprio "Him".

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore Intel Core i7-4770
  • 16 GB di RAM
  • Scheda video NVIDIA GeForce GTX 960
  • Sistema operativo Windows 10

Requisiti minimi

  • Sistema operativo Windows 7
  • Processore Intel Core i3 2.10 GHz o AMD equivalente
  • Scheda video NVIDIA GeForce 560 o superiore
  • 6 GB di RAM
  • DirectX 11
  • Spazio su disco 12 GB

Conclusioni

Digital Delivery Steam
Prezzo 19,99 €
Multiplayer.it
5.0
Lettori
ND
Il tuo voto

Fragments of Him è un titolo coraggioso che si perde in un estremo didascalismo e nell'incapacità di rappresentare efficacemente il suo tema, ossia l'elaborazione del lutto per la perdita di una persona cara. Purtroppo il racconto si perde troppo presto in una serie di situazioni prevedibili, da cui emerge un Will più simile a un personaggio costruito a tavolino che a una persona vera. Peccato.

PRO

  • Tema originale per i videogiochi
  • Stilisticamente ben fatto

CONTRO

  • Eccessivamente didascalico
  • Racconto falso
  • Dov'è Will?