Potremmo discutere per ore di cosa la serie The King of Fighters abbia rappresentato per l'intero genere dei picchiaduro. Per ore, in verità, potremmo anche discutere del declino di SNK, del suo canto del cigno e della sua trasformazione in SNK-Playmore, a cui è seguita una inaspettata rinascita con i recenti capitoli della serie. La rinascita però non c'è stata a livello economico, poiché le enormi barriere tecniche di The King of Fighters XIII e il suo netcode atroce gli hanno impedito di divenire un successo commerciale (all'interno di un genere dove già non è facile vendere un gran numero di copie). Per questo motivo, dopo aver abbandonato il marchio Playmore e aver promesso un recupero della sua grande storia, SNK ha scelto di rivoluzionare il marchio seguendo la stessa strada degli ultimi Street Fighter: un capitolo principale della saga con grafica tridimensionale e battaglie 2D. Peccato che la casa non abbia grandi artisti del poligono tra le sue fila al momento e che il reveal sia stato accolto con un certo scetticismo anche dagli appassionati dopo i primi trailer. Oggi siamo quindi qui per dirvi se il re dei picchiaduro è rimasto abbastanza grande da permetterci di passare sopra a una grafica adeguata alla scorsa generazione, e se il suo ultimo capitolo nasconde abbastanza sorprese da poter far breccia anche nel cuore dei neofiti.
The King of Fighters è tornato: può ancora competere con l'agguerrita concorrenza?
Campione con le basette
The King of Fighters XIV sembra voler essere il gioco simbolo della nuova direzione intrapresa dalla casa di sviluppo nipponica, un ritorno alle origini in ogni elemento, a partire dalla modalità storia. Diversamente da quanto fatto dalla concorrenza, infatti, questo titolo non propone una storyline complessa con più capitoli, bensì un tipico arcade mode con scelta iniziale di tre combattenti, intervallato da filmati e chiuso da un paio di battaglia con i boss. A mutare in base al team scelto sono solo le scene finali (disegnate, come nei vecchi capitoli) e alcune scene d'intermezzo, ma la trama di fondo rimane a grandi linee sempre la stessa.
Ed è una trama basilare quella dell'ultimo The King of Fighters, costruita attorno al roboante milionario Antonov, che decide di acquistare i diritti del torneo di combattimento più famoso del globo e di trasformarlo ancora una volta in uno spettacolare show. Solo che assieme ai diritti televisivi arriva la solita entità maligna desiderosa di distruggere il pianeta, con cui i combattenti se la dovranno vedere durante la finale. Per il resto è davvero tutto qui: una storiella leggera che si prende poco sul serio, fino ad arrivare all'immancabile boss "alla SNK" dotato di mosse ingiustificabili (anche se a difficoltà Normal siamo davanti a una mostruosità ben più facile da affrontare di gente come Goenitz, Rugal e Igniz, quindi tranquillizzatevi se ricordate questi nomi con terrore). Una soluzione indubbiamente in linea con i precedenti capitoli, ma ben lontana dalle curate modalità viste nei titoli NetherRealm, o dal complesso background dei picchiaduro Arc System. Non che non sia abbastanza godibile da esser giocata una manciata di volte, sia chiaro, eppure si poteva sicuramente fare di più. Anche perché il resto delle modalità sa di già visto, tra survival e prove divise per personaggio. Dal punto di vista contenutistico, insomma, questo The King of Fighters non fa gridare al miracolo, e risulta un fuoriclasse solo quando si va a guardare il suo impressionante roster da una cinquantina di combattenti.
Pugni per pochi
La fortuna del titolo, prevedibilmente, risiede nella finezza delle sue meccaniche. La serie è sempre stata al top del genere, ma negli ultimi anni aveva raggiunto vette di tecnicità rare, capaci di renderla la scelta fissa di molti veterani. Non si tratta tuttavia di una filosofia capace di allargare il bacino d'utenza ad oggi, quindi gli sviluppatori hanno scelto di modificare in parte il sistema di combattimento del gioco, pur mantenendo elevatissimo il livello tecnico necessario per padroneggiarlo in toto.
Ci spieghiamo meglio: la complessità di The King of Fighters è innegabile, e appare evidente quando si considera che già solo le opzioni di avvicinamento in salto sono quattro (saltello, super salto, salto medio e salto normale); a tali balzi si aggiungono schivate, contromosse, contro-schivate, colpi che provocano rimbalzi a muro e un'enormità di applicazioni delle mosse disponibili. Non bastasse vi sono anche una modalità MAX, che permette di utilizzare mosse potenziate per un po' di tempo e sistemi specifici legati ai vari personaggi, il tutto nel mezzo di colpi che richiedono un tempismo quasi perfetto per essere legati in modo complesso. E a questo punto voi giustamente vi chiederete: "ma come fa ad essere pensato per un neofita tutto questo casino?" Be', in verità non lo è, e l'unica trovata davvero a prova di principiante inserita da SNK sono delle combo automatiche che si chiudono con una super se si schiaccia a raffica il pugno leggero (peraltro non consigliabili agli alti livelli, poiché il danno fatto è minore rispetto alle combo normali). Eppure le combinazioni normali si sono semplificate, al punto che molte di quelle base sono più facili da eseguire per un giocatore medio. L'asticella si è pertanto abbassata leggermente rispetto a The King of Fighters XIII, nonostante il titolo rimanga pensato per giocatori esperti e appassionati di lunga data. Detta il più direttamente possibile: se cercate un primo picchiaduro capace di introdurvi dolcemente nel genere, questo non è il gioco che fa per voi, ma non è nemmeno il brutale tour de force visto in passato.
Trofei PlayStation 4
The King of Fighters XIV conta ben 48 trofei, di cui due d'oro e dieci d'argento. In generale quasi tutti vi prenderanno parecchio tempo, in particolare il trofeo d'argento che richiede di completare la modalità storia con tutti i team, o quello che vi obbligherà a giocare il party versus per cento volte. Particolarmente impegnativi i due ori, che richiedono dieci vittorie consecutive e 100 vittorie nelle partite classificate online. Tra gli argenti ardui invece sottolineiamo quello che richiede il completamento di 100 prove, vista la difficoltà di esecuzione di alcune combo.
Poligoni imperscrutabili
Dal punto di vista tecnico, invece, c'è davvero poco da dire. Anzi, in realtà una parola viene abbastanza automatica: "perché?" È seriamente difficile comprendere come mai SNK abbia deciso di convertirsi al culto delle tre dimensioni, specie quando gli sprite del precedente capitolo erano di qualità altissima; eppure è stato fatto e il risultato è... deludente.
The King of Fighters XIV non è un bel gioco da vedere: i modelli poligonali sono sciatti, le animazioni piuttosto legnose, gli effetti particellari mediocri, le super scarsamente spettacolari e gli sfondi sono l'unica cosa a salvarsi (pur essendo ben lontani da una qualunque caduta di mascella). Un lavoro di fino avrebbe sicuramente richiesto più tempo e magari mantenere 2D la grafica avrebbe reso impossibile l'inserimento rapido di numerosi nuovi combattenti, ma guardare il gioco in azione provoca comunque un bel po' di rimpianti per il vecchio stile. Agli esperti comunque poco importerà del comparto tecnico, saranno più preoccupati per il netcode, bestia nera del XIII che qui doveva venir domata a tutti i costi. Ecco, in verità non abbiamo potuto eseguire dei test approfonditi prima della release, ma siamo riusciti a portare qualche partita a casa e, informandoci un po' in compagnia di altri giocatori europei e oltreoceano dotati di una copia review, dovremmo potervi confermare una stabilità nettamente maggiore delle partite online. Non è il caso di aspettarsi miracoli - le partite contro giocatori oltreoceano sono ancora un mezzo disastro e qualche momento di lag pesante può capitare - però il miglioramento c'è stato e gli amanti dei combattimenti in rete potranno godersi il buon sistema di lobby e partite classificate offerto dal gioco, con tanto di sfide tra combattenti singoli e party ad affiancare le immancabili partite tre contro tre.
Conclusioni
The King of Fighters XIV torna tra noi come un faraone egizio risvegliato da un sonno centenario, ma si ritrova in un mondo popolato da concorrenti agguerriti ed eccellenti, con cui non può purtroppo competere alla pari nello stato attuale. E non parliamo tanto dell'ultimo Street Fighter, bensì di titoli come Killer Instinct, Guilty Gear -Xrd- Revelator o Mortal Kombat X, che offrono rispettivamente sia un'esperienza di gioco di alto livello, sia contenuti massicci e di gran qualità (anche se a livelli variabili). Con più modalità e un'offerta generale avremmo potuto porre il nuovo The King of Fighters alla pari di questi titoli, ma così com'è e con questo comparto tecnico mediocre, possiamo consigliarlo solo agli appassionati dei picchiaduro tecnici. Se del contorno poco vi importa e per voi l'unica legge è il combat system lo amerete. In caso contrario c'è di meglio in circolazione.
PRO
- Sistema di combattimento sempre eccelso
- Roster nutrito e variegato
CONTRO
- Contenuti che non fanno gridare al miracolo, specialmente la modalità storia
- Assolutamente inadatto ai neofiti, anche con i cambiamenti al sistema
- Tecnicamente e artisticamente mediocre