L'avvento della realtà virtuale ci ha permesso finora di vivere diversi tipi di esperienze, mentre gli sviluppatori provano a capire quale possa essere la strada migliore per sfruttare al meglio questa tecnologia. In pochi mesi abbiamo volato come aquile in Eagle Flight, esplorato mondi sconosciuti in Robinson: The Journey e combattuto all'interno dei mech di Rigs, fino ad arrivare al momento di raggiungere una dimensione più umana, per sederci attorno a un fuoco a parlare con altre persone. Ridotto ai minimi termini è infatti questo ciò che ci si ritrova a fare in Werewolves Within, adattamento per la realtà virtuale del gioco di società Mafia, avvistato per la prima volta negli anni '80 per ottenere poi un discreto successo in tutto il mondo e un bel numero di varianti. Proprio una di queste ultime è al centro della fatica di Red Storm Entertainment, che con Werewolves Within riesce a dimostrare come la temuta alienazione da realtà virtuale possa in realtà diventare uno splendido mezzo per intraprendere rapporti sociali e fare eventualmente nuove amicizie. Non ci credete? Continuate a leggere!
Werewolves Within dimostra che la realtà virtuale non deve per forza portarci in situazioni estreme
Lei non sa chi sono io
"Sospetto che uno dei lupi mannari sia Helluzzo, finora se ne è stato troppo tranquillo senza dire una parola", "Non giudicarmi solo perché sono una persona tranquilla, ti ho già detto che sono un semplice paesano", "Credo stia dicendo la verità, prima di giocare ha detto che si tratta della sua prima partita".
Lo scambio di battute che ci ha visti coinvolti in prima persona durante il nostro debutto sui server di Werewolves Within riassume alla perfezione le dinamiche di questo gioco, in cui tutti i giocatori sono chiamati ad accomodarsi su una serie di sgabelli disposti in circolo nel villaggio immaginario di Gallowston. A inizio partita ognuno ottiene un ruolo, in base al quale impostare il proprio comportamento: nel caso degli abitanti si tratta di smascherare i lupi mannari, mentre per questi ultimi l'obiettivo è far ricadere i sospetti su qualcun altro in modo da farla franca e vincere la partita. Ogni sessione di gioco si svolge con un minimo di sei e un massimo di otto giocatori complessivi, e dura soli cinque minuti: il tempo di discutere tutti insieme su chi sia cosa, per poi procedere con una fase di voto alla fine della quale si eliminano uno o più elementi del gruppo. Per complicare un po' le cose, i ruoli non si distinguono in modo netto solo tra lupi mannari e abitanti del villaggio, visto che tra questi ultimi è possibile trovare diverse sottocategorie. C'è per esempio il Santo, persona che possiede l'abilità di stabilire con esattezza chi sia un lupo mannaro, facendo però attenzione a non farsi eliminare perché questo vorrebbe dire mettere la vittoria nelle mani dei lupi. Oppure c'è il Disturbato, soggetto un po' mitomane il cui scopo è quello di farsi votare di proposito, ottenendo così l'eliminazione per riuscire vincere la partita a dispetto di tutti gli altri. Ci sono poi altre figure con poteri particolari, che ci dicono per esempio da che lato del tavolo sono presenti dei lupi mannari, oppure quali sono i ruoli che non fanno parte della partita in corso. Informazioni da condividere con la stessa attenzione con cui se ne fa uso, perché in una situazione del genere ci sarà sicuramente qualcuno che mente per tirare acqua al proprio mulino. Werewolves Within è dunque un gioco del gatto e del topo, in cui la dialettica costituisce un elemento centrale e obbliga il giocatore a interagire in modo quanto più diretto possibile con tutti gli altri. Nel caso in cui le regole vi spaventino, non temete: Werewolves Within presenta una buona serie di tutorial video con cui approfondire regole e ruoli, anche se vi assicuriamo che dopo due-tre partite sarete già entrati nel meccanismo per liberare tutto il divertimento che questo titolo ha da offrire.
Trofei PlayStation 4
Werewolves Within presenta un totale di quindici Trofei, divisi tra quattro di tipo argento e undici di tipo bronzo. Molti di essi sono dedicati al raggiungimento di determinati obiettivi nei vari ruoli disponibili nel gioco, per esempio l'eliminazione del Santo nei panni di un lupo mannaro o vincere ottenendo i voti degli altri nelle vesti del Disturbato.
Vincere la timidezza
Pensare di giocare a Werewolves Within senza usare il microfono è praticamente impossibile, e infatti coloro i quali non possono o non vogliono parlare finiscono per essere inesorabilmente sbattuti fuori dalla partita. Alle persone più introverse può quindi capitare di andare incontro a una piccola barriera d'ingresso, superabile però dopo qualche partita di riscaldamento. Allo stesso modo, i soggetti più suscettibili potrebbero nutrire un po' di risentimento nel vedersi accusati di dire bugie: l'importante è capire che fa tutto parte del gioco, e che dietro a Werewolves Within c'è una comunità di giocatori di quelle che raramente si vedono online. Dimenticate gli insulti di League of Legends, Overwatch o altri titoli in cui c'è chi vince e chi perde, perché chi indossa il visore per entrare in quel di Gallowston lo fa nel modo più rilassato possibile.
Dopo aver giocato diverse partite possiamo dire di aver trovato solo una volta una persona che ha provato a rovinare la sessione in corso, rivelando subito la sua identità di lupo mannaro e continuando a infastidire gli altri; in realtà, grazie all'intreccio di bugie e sospetti che caratterizza Werewolves Within la partita è stata comunque divertente. Il bello del titolo targato Red Storm è proprio questo: ci si collega insieme agli altri e si entra nel proprio ruolo, arrivando in alcuni casi addirittura a fregarsene di quello che è l'esito finale del match, tanto il divertimento. Dal punto di vista tecnico Werewolves Within segue alla perfezione i movimenti della testa del giocatore, permettendogli di guardare un altro avatar negli occhi quando parla con lui, ma anche per tentare di lanciare qualche segnale destinato a rimanere segreto. Mentre parliamo, il nostro personaggio muove la bocca e gesticola come se fossimo intorno al fuoco in prima persona, dandoci modo di enfatizzare alcune frasi con l'uso di una serie di emoticon attivabili con la croce direzionale del pad. Un maggior livello di coinvolgimento si sarebbe probabilmente potuto ottenere tracciando anche i movimenti di PlayStation Move, anche se dobbiamo dire che dopo aver dato il via alle danze basta davvero poco per sentirsi a tutti gli effetti un personaggio di Gallowston. A proposito del villaggio medievale, gli sviluppatori hanno svolto un buon lavoro creando diverse ambientazioni in cui far svolgere la riunione, evitando così che i giocatori abbiano l'impressione di trovarsi sempre nello stesso luogo. Circondati dalle casette o in cima a una torre, in realtà cambia poco: l'essenza di Werewolves Within è fatta d'interazione con il prossimo, di parole e di battute che anche grazie alla durata breve della partita vi porteranno nel classico vortice del "un'altra e poi smetto" fino alle 4 del mattino. Segnaliamo infine qualche difetto tecnico, dal matchmaking a volte un po' lento a un fastidioso bug che fa collegare un giocatore alla partita senza riuscire a parlare. Sempre a proposito di matchmaking, l'inserimento di qualche minigioco durante l'attesa avrebbe probabilmente potuto aiutare a sopportarla meglio. I giocatori PC e PlayStation 4 possono incontrarsi.
Occhio alla lingua!
I primi tentativi di giocare a Werewolves Within in italiano ci hanno visti fallire miseramente, visto l'esiguo numero di persone che possiede il gioco dalle nostre parti. Per riuscire a scrivere la recensione, abbiamo ovviato al problema impostando l'inglese come lingua dei menu e del matchmaking, trovando così all'estero altri abitanti di Gallowston con cui giocare. Per quanto ci riguarda, lo vediamo come un ottimo metodo per tenere allenato il proprio uso dell'idioma d'oltremanica, ma nel considerare l'acquisto del gioco la possibile barriera linguistica è un aspetto di cui bisogna tenere conto. Vi segnaliamo comunque che sulla piattaforma PlayStation è nata la comunità intitolata Werewolves Within Italia, dove una trentina di persone si è raggruppata per organizzare partite a questo gioco nella nostra lingua.
Conclusioni
Werewolves Within è stata una piacevolissima sorpresa, al punto che il titolo sviluppato da Red Storm si posiziona ai vertici delle nostre preferenze tra i giochi dedicati alla realtà virtuale. Sedersi intorno al falò di Gallowston è un'esperienza che chiunque possieda un PlayStation VR (ma anche Oculus Rift o HTC Vive) non dovrebbe lasciarsi scappare, a patto di apprezzare le dinamiche dei giochi di società e di essere disposti a mettere da parte la timidezza anche standosene nella propria camera col visore in testa. Come già detto, la presenza di pochi giocatori in Italia rende l'uso della lingua inglese un fattore da tenere in considerazione in fase d'acquisto.
PRO
- Divertimento allo stato puro
- Comunità di giocatori accogliente
- Diversi ruoli da esplorare e interpretare...
CONTRO
- ...anche se non tutti divertenti allo stesso modo
- L'attesa per una partita può essere prolungata
- Pochi giocatori in Italia, speriamo solo per il momento!