Che strano destino quello dei metroidvania. Da genere relegato alle console portatili e quasi sparito dal mercato, questa particolare tipologia di videogame è diventata baluardo del mondo indipendente, un perfetto connubio tra profondità e divertimento scelto da molte giovani software house per dimostrare le proprie abilità - anche in virtù dei costi abbastanza limitati a livello di sviluppo. Con una miriade di giocatori di vecchia data in astinenza da Metroid e Castlevania, e Kickstarter a fare da ponte, la sua rinascita è stata dunque rapida e ricchissima; il tutto nonostante la complessità strutturale lo rendesse avvicinabile solo dai più talentuosi tra i programmatori indie. Dopo sorprese quali Axiom Verge, Ori and the Blind Forest e Valdis Story, tuttavia, non si sono visti metroidvania di qualità per un po', almeno finché non è comparso Hollow Knight, un progetto creato dall'australiano Team Cherry. E credeteci quando vi diciamo che il titolo di oggi può venir tranquillamente paragonato ai nomi appena citati, perché - dopo esserci buttati sul progetto con aspettative medie - siamo usciti dall'esperienza stupefatti e con non poche cicatrici.
Hollow Knight è una vera sorpresa: non ignoratelo solo perché quest'anno non mancano i gioconi
Insetti e oscurità
Non è una trama cristallina quella di Hollow Knight, anzi è cupa quanto il mondo di gioco: un luogo buio e inospitale abitato da insetti antropomorfi, mostruosità innominabili, e misteriose forze che governano l'esistenza.
Voi, qui, interpretate un piccolo guerriero silenzioso, pronto ad avventurarsi nei meandri di Hallownest (questo il nome del regno in cui si svolge il tutto) per chissà quale ragione. Chiaramente un motivo per le vostre scorribande c'è, ma non aspettatevi una narrazione tipica dal gioco di Team Cherry: Hollow Knight è ricco di indizi, personaggi coloriti e momenti affascinanti, che vanno raccolti e svelati volta per volta quasi fossero oggetti da scoprire. Mettere insieme il puzzle non sarà una passeggiata, eppure una volta fatto vi assicuriamo che non mancherà di darvi delle belle soddisfazioni. Piaceri che, a volerla dir tutta, derivano in larga parte anche dal gameplay del titolo, poiché non siamo di fronte a un metroidvania comune. Una volta iniziata l'esplorazione di Hallownest vi renderete immediatamente conto di essere all'oscuro non solo della vostra identità, ma anche della mappa, che andrà raccolta a pezzi da un peculiare personaggio con il pallino dei viaggi e verrà aggiornata gradualmente appena raggiunte delle rare panchine dove riposare (degli adesivi da acquistare in un negozietto del villaggio iniziale permettono di segnalare negozi e zone importanti). Non si tratta certo di una caratteristica comune per un gioco che fa della complessità delle mappe una delle sue principali qualità, ma è chiaramente pensata per aumentare l'angoscia del giocatore mentre esplora, e dare maggior senso al suo gironzolare. Potreste seriamente passare dozzine di minuti in un'area e persino arrivare al suo boss senza trovare il venditore di mappe, quindi è sempre il caso di fermarsi e guardare bene in giro, per evitare brutte sorprese.
Persi nell’immenso
Invero, la scelta di gestire in tal modo l'esplorazione è sia il punto forte che il peggior difetto di Hollow Knight. Ci spieghiamo meglio: pur comprendendo che si tratta di una scelta di design, necessaria per non far sedere il giocatore sugli allori e mantenere alta l'adrenalina quando si raggiungono nuove location, gli sviluppatori avrebbero potuto lavorare un po' meglio sulle scorciatoie e sulla navigabilità del mondo di gioco.
La raccolta delle manovre di movimento necessarie ad esplorare in toto la mappa globale (è pur sempre un metroidvania, quindi aspettatevi molte zone irraggiungibili inizialmente senza i giusti poteri) è molto lenta, e le varie ambientazioni non risultano solo estese ma spesso labirintiche e ricche di nemici; muoversi da un punto all'altro può essere un'operazione lunga e tediosa, e le zone che permettono di utilizzare il trasporto rapido sono ancor più rare di quelle di ristoro - che sono anche i punti di salvataggio del gioco. Ci si ritrova pertanto a dover fare più backtracking del normale, anche in un genere dove il backtracking è essenziale, con un peso non indifferente sul ritmo complessivo. È una fortuna che il resto del titolo sia davvero eccelso, perché almeno questa mancanza passa in secondo piano davanti a una massa impressionante di qualità, iniziando dall'ottima gestione del combattimento e dell'avanzamento. Il primo, prevedibilmente, è molto semplice, e parte con il nostro alter ego in grado a malapena di dare qualche bordata con l'aiuto di una spada-chiodo, e di saltellare qua e là. Avanzando, però, si ottengono svariate manovre, da colpi caricati a super scatti, passando per una sorta di Hadouken spirituale e per una lenta cura (entrambe utilizzabili assorbendo anima dai nemici colpiti). Nell'insieme, dunque, ci si ritrova con vari strumenti a disposizione, tutti importantissimi per avere la meglio sugli agguerriti nemici del gioco.
La zanzara e la luce
La difficoltà d'altronde si mantiene sempre su livelli molto alti, nonostante venga data una discreta libertà nella scelta delle zone avanzate da affrontare.
Non importa dove andrete e in che ordine affronterete le mappe: in ogni location troverete un qualche boss estremamente ostico da affrontare, sezioni platform progressivamente più difficili, e una lunga serie di avversari comuni dotati di resistenze e comportamenti variabili. Hollow Knight, in poche parole, è implacabile; capace di far faticare a tratti anche veterani del genere e giocatori di vecchia data, e così ricco di segreti da mettere a dura prova sia la memoria di chi lo affronta che la pazienza di chi lo sottovaluta. Considerate che il gioco vanta anche finali multipli - il cui ottenimento è tutt'altro che una passeggiata - un bestiario enorme da compilare, vermicelli sparsi da salvare, boss facoltativi vari e una lunga lista di amuleti equipaggiabili che permettono di personalizzare lo stile di gioco con bonus numerosi; completisti, siete avvertiti. Cotanto ben di dio è poi accompagnato da una grafica cartoon eccezionale per un gioco 2D, vicina all'animazione professionale e animata con una grazia rara, all'interno di ambientazioni di rara bellezza per un prodotto simile. Persino stilisticamente il lavoro di Team Cherry ha moltissimo da dire, grazie a un'atmosfera inequivocabilmente lugubre, ma smorzata alla grande dai carinissimi insettoidi che popolano Hallownest e dal loro continuo esprimersi a versi. L'unica magagna tecnica che si può imputare al gioco è la presenza di fastidiosi scatti che non sembrano dipendere dalla configurazione utilizzata (abbiamo testato il gioco su due PC, entrambi ampiamente sopra le specifiche consigliate, eppure gli scatti rimanevano), e che possono creare serie difficoltà durante le difficili battaglie contro i boss o gli elaborati balzi necessari per raggiungere le zone più nascoste. Fastidioso, vero, ma tranquillamente trascurabile.
Conclusioni
Il 2017 sarà anche pieno di produzioni tripla A di altissimo livello, ma questo non significa che i lavori indipendenti non meritino attenzione, specialmente quando raggiungono le vette di Hollow Knight. Magari all'interno del genere metroidvania l'opera di Team Cherry non reinventa nulla, ma resta un gioco splendido, curatissimo, duro come pochi e longevo, che consigliamo senza dubbio alcuno a tutti i fan di questi titoli. Sul serio, non ignoratelo... rischiate di perdervi uno dei migliori giochi dell'anno.
PRO
- Artisticamente splendido, e graficamente curatissimo
- Enorme, longevo, e ricco di segreti
- Difficoltà elevata e costante, che metterà a dura prova i riflessi di molti giocatori
CONTRO
- Non reinventa nulla all'interno del genere
- La gestione di mappe, checkpoint e viaggio rapido rende alle volte eccessivo il backtracking
- Qualche fastidioso scatterello può creare problemi durante le fasi più impegnative